È complicato PDF 
Flaminia Attanasio   

Jane (Meryl Streep), una donna di mezza età in carriera, benestante, e con i figli ormai grandi, decide di godersi le fatiche di una vita ristrutturando la sua lussuosa proprietà con vista sull’oceano. La pratica è affidata al timido architetto Adam (Steve Martin) che a poco a poco, ricambiato, s’innamora gentilmente di lei. Intanto, però, tra Jane e il suo ex-marito Jake (un imbolsito Alec Baldwin), dal quale è divorziata da dieci anni e che tempo addietro l’aveva prima tradita e poi lasciata per la più giovane e più isterica Agness, riscoppia la passione, e i due divengono presto amanti, con gran gioia di lui e conflitti interiori di lei. È chiaro che si tratta di una situazione pronta ad esplodere: Jane si stanca presto di essere l’amante dell’ex-marito, di aspettarlo la sera, profumata e in abito elegante, mentre lui è a casa con la sua gentil consorte, e, inoltre, i tre figli della coppia (o della ex coppia?), tutti biondissimi e bellissimi, non devono assolutamente saperlo. Senza contare che la nascente relazione con Adam rende tutto più complicato …

Questa la trama, piuttosto semplice per la verità, dell’ultima commedia della sceneggiatrice e regista Nancy Meyers, famosa per aver diretto e sceneggiato film come What Women Want?, Tutto può succedere e L’amore non va in vacanza. Un soggetto capace di attrarre prevedibilmente tutto quel pubblico che si riconosce nelle paure, nei progetti e nei desideri tipici della mezza età. Ma perché tutto questo buonismo? Perché questa certezza che lo spettatore voglia essere consolato? Strana consolazione poi quella di Nancy Meyers, visto che in questo suo ultimo film sono tutti dannatamente ricchi: fanno tutti parte dell’upper class statunitense, con macchinoni, ville da favola e soldi da spendere nei migliori hotel della Grande Mela, nonché nella ristrutturazione di una seconda casa con vista sull’oceano. Quindi: che diamine di consolazione può dare oggi la visione di un film come È complicato, visto e considerato che ci troviamo in un paese abbrutito dalla crisi economica, imbarbarito da quella culturale, schiavizzato dal precariato e dalla mancanza di lavoro? Sono tante, troppe le domande che affollano poi la mente dello spettatore durante la proiezione. Una su tutte: perché Meryl Streep ride per tutto il tempo con fare isterico? È da attribuirsi ad una sua incapacità nell’aderire perfettamente al registro comico, ben più leggero di quello drammatico al quale ci ha splendidamente abituati, o piuttosto ad un’incapacità della Meyers nel dirigerla e nel disegnare per lei un ruolo meno stereotipato? E la risposta purtroppo è desolante: entrambe le cose. Meryl Streep, infatti, nonostante rimanga ad oggi una delle più grandi attrici viventi, perde notevolmente di tono nel registro comico, e non è che la sceneggiatura della Meyers la aiuti. Il ruolo che le affibbia è piatto a tal punto che l’unico modo che ha la Streep per dargli un qualche spessore è quello di strofinarcisi sopra fino al ridicolo, d’inzepparlo di smorfie fino all’inverosimile, di portarlo all’eccesso, al collasso. E quest’operazione ha un po’ lo stesso effetto che sortirebbe se si aggiungessero delle salse su un pesce poco fresco. Perchè la sceneggiatura è stereotipata, monotona, piena di luoghi comuni, senza picchi e priva d’ironia.

E pensare che avrebbe potuto mettere in scena un umorismo più raffinato, sottile, tagliente, denso, leggero al pari di una nuvola, giocato sul filo del rasoio, come hanno egregiamente insegnato le tipiche commedie americane. Quelle imprevedibili, le screwball, quelle con Cary Grant e Kathrine Hepburn. E invece Nancy Meyers ha optato per uno humour agreste e qualunquista.

TITOLO ORIGINALE: It’s Complicated; REGIA: Nancy Meyers; SCENEGGIATURA: Nancy Meyers; FOTOGRAFIA: John Toll; MONTAGGIO: Joe Hutshing, David Moritz; MUSICA: Heitor Pereira, Hans Zimmer; PRODUZIONE: USA; ANNO: 2009; DURATA: 118 min.

 


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