The Sessions - Gli incontri PDF 
Emanuele D'Antonio   

“L'amore è un viaggio”. Non importa quale sia la destinazione, l'importante è scegliere una carrozza, sedersi e attraversare se stessi. Che si voglia tenere gli occhi ben chiusi dalla paura o spalancati verso il posto che ci attende, poco conta. Il nostro è un “piccolo viaggio” pagato con il ricatto dell'amore. Il film The Sessions di Ben Lewin è la storia vera di Mark O'Brien, poeta, giornalista e avvocato attivista per i diritti dei disabili, morto nel 1999 all'età di 49 anni, affetto da una grave forma di poliomielite.

Mark (John Hawkes) è costretto a vivere paralizzato dalla testa in giù, obbligato a passare gran parte della sua esistenza in un polmone d'acciaio. Il regista Ben Lewin, anch'egli affetto da poliomielite, trae la sua sceneggiatura da una raccolta di pubblicazioni dello stesso O'Brien, On Seeing a Sex Surrogate, apparse sul The Sun nel 1990. Questa pellicola è in qualche modo il completamento del documentario Breathing Lessons: The Life and Work of Mark O'Brien di Jessica Yu, che nel 1996 si aggiudicò l'Oscar. Siamo nella Berkley degli anni Ottanta. Mark, incatenato nella sua quotidianità, comincia a sentire il desiderio di un'esperienza sessuale. Il suo corpo reagisce con segnali istintivi sempre più espliciti. Capisce che per lui il tempo sta passando in fretta e che, essendosi ammalato da bambino, non ha mai avuto una relazione con una donna. Confidandosi con padre Brendan (William H. Macy), in un intelligente scambio di battute e riflessioni, Mark comincia a sentirsi come una specie di antropologo del sentimento. Sotto il peso di un'educazione profondamente cattolica, il protagonista decide di andare fino in fondo e di seguire il richiamo del suo corpo. Confrontandosi su questioni morali e filosofiche ottiene la benedizione del suo confessore. Così  Mark decide di intraprendere un percorso con una “sex surrogate”. Cheryl Cohen Greene (Helen Hunt) è una terapista del sesso che aiuterà Mark in sei “incontri”, a perdere la sua verginità facendogli scoprire il suo corpo. Ma il viaggio sarà lungo e doloroso: i sentimenti entrano in gioco e la storia si complica per i due.

Lontano dalla retorica, ma assolutamente lucido nel mettere in scena il dramma di un invalido alle prese con il sesso, il regista Ben Lewin, con questo film, ci fa dono di un bel regalo. Con la giusta sensibilità, l'autore della pellicola affronta i sentimenti dei personaggi senza mai cadere nel pietismo. Con una regia asciutta e una sceneggiatura essenziale, costruita perfettamente per rendere in maniera convincente i profili psicologici dei personaggi, Ben Lewin ci impone una nuova riflessione sul vero amare. Un'inedita versione di un rapporto sentimentale amoroso tra due esseri che si tiene in punta di piedi sul naso dell'immaginario collettivo, tra Beckett e il Bardo dell'Avon. Con una produzione indipendente, costata appena un milione di dollari, The Sessions è vincitore per il miglior film al Sundance Film Festival del 2012, ricevendo successivamente le nomination per Helen Hunt agli Oscar e, insieme al partner John Hawkes, ai Golden Globe Awards del 2013. Un film difficile, dove gli stessi attori scommettono sulle proprie interpretazioni: William H. Macy nel ruolo del prete riesce benissimo nella funzione catalizzatrice, spingendo oltre i dogmi della fede  il personaggio di Mark e smarcandosi abilmente dal tranello della caricatura. John Hawkes, nel ruolo di Mark O'Brein, è un Cristo depositato, velato sotto un lenzuolo d'acciaio, ancorato alla vita attraverso lo sguardo. Chiuso nel suo volto, il pensiero e la parola danno corpo ai fasci nervosi della sua carne. Rimane lì avvolto nel suo abbraccio freddo e meccanico, in attesa che qualcosa gli venga ridato. Con la nuca rigida, sotto una pelle che non riposa. Padrone della scena, cinico e così drammaticamente ironico, John Hawkes è sicuramente un attore formidabile, uno dei migliori della sua generazione. Helen Hunt, bellezza non banale, che attraverso il suo corpo maturo, meravigliosamente “imperfetto” e sensuale, si impone in tutta la sua dignità di donna. Un corpo scandaloso e vero come il desiderio stesso di amare.

Si scende nell'inferno dei sentimenti in The Sessions. Si va mano nella mano con le dita incrociate tra loro. Anzi no: si resta lì, con uno sguardo, immobili, verso una porta spalancata che attende il nostro passaggio. Immobili osserviamo, ascoltiamo e muoriamo nel silenzio del nostro corpo, ma felici ... con lo sguardo verso le cime alte degli alberi.

 


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