1963, I mostri, commedia all'italiana a episodi tra le più riuscite, soprattutto grazie alla duttile verve di Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman, diretti per l'occasione da uno dei maestri del genere, Dino Risi (1916). Musica affidata ad Armando Trovajoli che, in coppia col regista milanese recentemente premiato con il Leone d'oro alla carriera, aveva già prodotto una colonna sonora jazz fondamentale per il cinema italiano, Il vedovo (1959).
Tra gli episodi più divertenti de I mostri, quello in cui un vigile appostato dietro un'edicola sbuca sulla strada appena gli si presenta l'occasione di multare gli automobilisti in sosta quei pochi secondi utili per acquistare i giornali. Il vigile è Ugo Tognazzi, l'episodio, in cui compare tra l'altro il produttore Mario Cecchi Gori, è L'agguato; un minuto e quarantatré secondi di musica e immagini senza parole, un potenziale e prezioso punto di riferimento soprattutto per quei realizzatori odierni di videoclip che spesso lavorano su idee non certo originali (gli italiani in particolare, visti anche i clamorosi insuccessi di registi quotati). Se i richiami sonori all'allora molto in voga crime jazz introducono con nettezza una vena ironica nella traccia strumentale di Trovajoli, anche la recitazione fa naturalmente la sua parte: la postura e i movimenti di Tognazzi, che quando s'accovaccia di fianco alla seconda macchina e si rialza per tornare nella sua tana sembra danzare, vanno di pari passo al ritmo serrato prodotto principalmente da quelle percussioni che rimandano al latin jazz, comparse a inizio film dopo che la m.d.p. si sofferma sul cartello 'divieto di sosta permanente' (= qui ha inizio il gioco; non a caso tre secondi dopo il vigile entra in campo).
L'agguato è un cortometraggio satirico in cui la musica, che compare contemporaneamente al titolo di testa, proprio nei suoi tratti più criminali rafforza la suspense della situazione messa in scena: mentre il vigile si guarda attorno per verificare di non essere visto dall'automobilista di turno, quest'ultimo butta l'occhio in giro per fare in modo che quei giornali non gli costino un prezzo esagerato... una situazione di costante tensione. Tutti gli elementi filmici, da movimenti e sguardi degli attori, alla musica, passando di conseguenza per le inquadrature, sono orchestrati, o meglio "coreografati", secondo un articolato principio di azione e reazione (indipendenti l'una dall'altra solo nella finzione) e senza perdere di vista lo scopo principale: provocare lo spettatore raccontandogli una piccola storia divertente. D'altronde sin dai primi fotogrammi de I mostri il "commento musicale" (così viene definito proprio sui titoli di testa), irrompe quasi a voler subito sancire l'importanza del suo ruolo, certamente non secondario nello svolgersi di tutte le vicende. L'agguato, l'episodio musicalmente più rilevante del film, conferma appieno questa prima impressione.
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