2012 PDF 
Emanuele Scansani   

Con il suo nuovo gigantesco kolossal, Roland Emmerich, maestro del cinema apocalittico, si cimenta con la sua opera finora più ambiziosa e totalizzante (costata circa 250 milioni di dollari), che va a completare una lunga serie di film da lui realizzati sulla stessa falsa riga.

2012 non è certamente una pellicola che deluderà gli spettatori che apprezzano Emmerich per il grande impatto scenico dei suoi film. Anche questo, infatti, lascerà lo spettatore inchiodato alla sedia e col fiato sospeso per le oltre due ore della sua durata. Per di più, seppur molto simile ad altri film catastrofico-apocalittici, qui il regista tedesco dimostra anche di sapersi spingere oltre. Oltre l'atteso, il già visto, il già provato. In un certo senso, infatti, 2012 è il film apocalittico più “completo” che sia mai stato girato, grazie alla sua capacità di includere nel plot tutti, ma proprio tutti gli stati mondiali nella crisi, e di far viaggiare i suoi protagonisti attraverso l’immenso spazio globale. L'idea del film non è molto originale, troppo vicina, nell’elaborazione dell'ennesima allarmante scoperta scientifica, al precedente The Day After Tomorrow. L'unica grande differenza sta nella portata apocalittica degli eventi, dai quali i protagonisti trovano scampo soltanto seguendo l'idea biblica della Grande Arca.

Come è lecito attendersi in ogni film di Emmerich, l'aspetto più divertente è dato dagli effetti speciali, alle cui delizie digitali il regista tedesco ci aveva già abituato, oltre che in The Day After Tomorrow, in 10000 BC, Godzilla e Independence Day. Nel caso di 2012, tuttavia, alcune scene sanno addirittura superare l'impatto indimenticabile della glaciazione di New York o delle impressionanti invasioni aliene, togliendo letteralmente il fiato: dallo sconvolgente "Big One" che distrugge la California mentre i protagonisti tentano una fuga in extremis, al Presidente degli Stati Uniti colpito a Washington da uno tsunami che scaraventa la USS John F. Kennedy contro la cupola della Casa Bianca. Ma c’è di più: Emmerich decide qui di sfidare anche il rispetto stesso verso qualsiasi forma di razza umana. In questo senso il film è fortemente totalizzante per la sua pienezza globale (con una storia che va da Yellowstone al Tibet, passando per le Hawaii, Parigi, Londra, Roma, Gerusalemme e New Delhi) e per l'estensione degli effetti della catastrofe. Emmerich sembra quasi peccare di onnipotenza distruggendo completamente ogni cosa realizzata dagli uomini e da Dio. Il mondo, riproposto in tutta la sua estensione e complessità, e con tutti i suoi legami trans-inter-nazionali, viene schiacciato e spremuto come un pompelmo. L'uso e abuso dei più innovativi effetti in CGI permette ad Emmerich di tentare il mai tentato, radendo al suolo ogni traccia di civiltà umana: dalla crosta terrestre, che si frantuma sotto i suo i piedi, ai casinò di Las Vegas, dalle autostrade di Los Angeles a piazza San Pietro, sfigurata dal crollo mastodontico del cupolone preceduto dallo sbriciolamento della Cappella Sistina, che si apre come una fetta di torta sopra ai cardinali e vescovi in preghiera.

Tuttavia, in 2012 è evidente l'intento puramente commerciale del regista tedesco, che non si limita a farcire il film di sontuosi e inauditi effetti speciali, ma specula anche sull'impatto calcolato che un film così “globale” può avere sui diversi mercati cinematografici. Non è un caso che, dopo mesi di bufera politica e gossippara sugli scandali immorali del premier italiano, l'unico capo di stato o governo dei paesi del G8 a decidere di non abbandonare il suo paese dandosi alla preghiera è proprio il nostro Presidente del Consiglio, dipinto niente meno che come uomo devoto e pio. Allo stesso modo, la Cina viene sorprendentemente rappresentata (per la prima volta in una produzione hollywoodiana) come una superpotenza che ospita e coordina il progetto segreto per la costruzione delle nuove arche di Noè, dimostrando tutto sommato una certa sensibilità nell'evacuare la popolazione tibetana, e dando un contributo decisivo al salvataggio della razza umana. Tutto questo conferma l'idea che la scelta sia una manovra strategica ben studiata da Emmerich per assicurarsi il visto delle autorità cinesi, e lanciarsi così alla conquista di un mercato di milioni di potenziali spettatori.

È quindi molto difficile trovare un intento positivo negli sforzi “artistici” di Emmerich (focus sui rischi del global warming o sull'assenza di un piano di emergenza per salvare le popolazioni del mondo da cataclismi globali), che preferisce concentrare ogni sua energia produttiva sulla spettacolarità degli effetti speciali piuttosto che sulla qualità delle spiegazioni scientifiche. Il film sicuramente intrattiene, e bene anche, ma il tentativo di legare le sue vicende a un ipotetico e imminente scenario apocalittico offrono materiale di riflessione più per l'eccellente strategia di marketing perseguita che per un autentica volontà di approfondire contenuti anche scomodi.

TITOLO ORIGINALE: 2012; REGIA: Roland Emmerich; SCENEGGIATURA: Roland Emmerich, Harald Kloser; FOTOGRAFIA: Dean Semler; MONTAGGIO: David Brenner, Peter S. Elliot; MUSICA: Harald Kloser; PRODUZIONE: Canada/USA; ANNO: 2009; DURATA: 158 min.

 


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