Un’altra giovinezza PDF 
Davide Morello   

ImageIl concetto di tempo, con una buona varietà di implicazioni filosofiche e metafisiche, nonché nella sua stessa articolazione narrativa, come elemento fondamentale della strutturazione del racconto, è senza dubbio il soggetto del film di Coppola. L’opera letteraria trova nel cinema, nella stessa natura del mezzo espressivo, nella stratificazione dell’inquadratura, e nella successione sintattica, lo strumento ideale per sondare le profondità e le diramazioni del tempo, supportate da una vasta gamma di figure del doppio che ad esso si relazionano.

ImageGià nell’incipit sono condensati numerosi elementi caratteristici della storia che sta per avere inizio. Dissolvenze e sovrimpressioni mostrano le lancette di un orologio che muovono freneticamente in senso antiorario, ingranaggi, il ricordo di un vecchio amore, Laura, un pennino che scrive caratteri orientali, la voce che pronuncia una lingua antica, un teschio trovato in una grotta: il tutto nella forma di una rappresentazione onirica. L’anziano protagonista si sveglia dal sonno, ossessionato dal fatto che non riesce a terminare l’opera della sua vita. Scende al Cafè Select, in pigiama, mentre sta nevicando, e un amico gli consiglia di tornare a casa a coprirsi; lui se ne va imprecando, dicendo che al momento giusto risolverà ogni suo problema lontano dalla sua cittadina, a Bucarest, nel periodo di Pasqua, con la sua busta azzurra. Dopo i titoli di testa, il protagonista, Dominic, è alla stazione della capitale, il giorno di Pasqua, con la sua busta stretta fra le braccia, mentre sta scoppiando un temporale e l’ombrello non si apre: attraversa la strada e un fulmine lo colpisce. Ha inizio un articolato meccanismo di mise en abîme che intreccia passato, presente e futuro, la morte e la rinascita, il sogno, la memoria e l’erotismo, il virtuale e il reale, il gioco delle identità. La condensazione onirica funziona da sommario sugli avvenimenti futuri: ricordi di un passato vissuto che si alternano ad un passato originario e che si manifesterà attraverso il fenomeno della metempsicosi e del sogno; l’ellissi permette il salto fra l’esposizione dei fatti e la loro fatale risoluzione.

ImageOrientalista, studioso di lingua antica e di storia delle religioni, Dominic nella vita non è riuscito a terminare la sua opera sull’origine del linguaggio, della coscienza e, ormai settantenne, in una Romania occupata dai nazisti nel 1938, decide di suicidarsi con la stricnina che ha conservato nella sua busta. Nel momento in cui sta per compiere il gesto estremo, la scarica elettrica provocata dal fulmine miracolosamente lo ringiovanisce: gli dona una sorta di ipertrofia cerebrale, amplificando all’eccesso la sua memoria e avviando una narrazione sempre più soggettiva che procederà per flashback, sdoppiamenti della personalità e della lineare sequenza temporale. Differenti piani di realtà e assi temporali, con le numerose rappresentazioni tradizionali del doppio, compongono il complesso tessuto narrativo e trovano la loro manifestazione attraverso specifiche figure. La storia oggettiva: il nazismo e la fuga verso un paese neutrale come la Svizzera; la Gestapo che uccide il medico curante di Dominic; le notti con la seducente spia inviata dalla polizia segreta, con il simbolo della svastica sulla biancheria e che nasconde sotto il letto Mein Kampf; il dottore al diretto servizio di Hitler e della scienza. Dal ‘38 agli anni Cinquanta ci si ritrova attraverso una sequenza di inserti che mostrano le prime pagine dei quotidiani, dall’occupazione dell’Africa da parte della Germania, al ritiro dalla campagna di Russia, a Pearl Harbor, alla bomba atomica. I ricordi del protagonista: il suo amore Laura, le sue ricerche e dei suoi studi. Una significativa inquadratura che rimanda ad un suo ricordo, in un locale di fine Ottocento vede Laura frontalmente sulla destra dello schermo, il volto di Dominic sulla sinistra riflesso in uno specchio, e il suo vecchio professore comparire fra i due, in sovrimpressione, che impartisce un’importante lezione sulla memoria e sulle ambizioni del giovane. Si accavallano e coesistono, nella stessa profondità dell’inquadratura, le diverse immagini/ricordo del protagonista. Sogni che restituiscono talvolta immagini rovesciate, simboli premonitori e contemporaneamente radicati in un passato non individuale.

ImageNegli anni Cinquanta incontra una giovane donna di nome Veronica, doppio di Laura ormai defunta e interpretata dalla stessa attrice, Alexandra Maria Lara, che lo conduce in India alla ricerca di un linguaggio arcaico. La donna traumatizzata da un incidente parla una lingua che non conosce, ma che Dominic capisce: il sanscrito. Gradualmente, tramite fenomeni di trance, avviene una regressione verbale che permette alla sua ricerca di proseguire fino alla scoperta della lingua egizia e babilonese. Le visioni di Shiva, i sogni della donna, che anche Dominic riesce a vedere ed interpretare, poggiano sulla scoperta di una tradizione che risale a quattordici secoli prima del periodo in cui è ambientata la storia: il Cinquecento, secolo della nascita e della diffusione della filosofia buddhista zen. Veronica incarna quella sorta di patto col diavolo che permette a Dominic di condurre la sua ricerca, ma che le fa subire un precoce invecchiamento, in una formula inversa rispetto a quella del protagonista, che a sua volta si vede spinto ad abbandonarla. Al ritorno nella sua città natale Dominic va in una pensione, chiede del vecchio locale che frequentava e vi si reca immediatamente. Come in un sogno incontra gli amici anziani che dovrebbero già essere morti. Le sue sembianze sono di un cinquantenne, ma quando si alza dalla sedia torna ad essere l’anziano settantenne del prologo: la memoria gli svanisce esce dal caffè e muore per strada, sotto la neve. Il tempo è ritornato al punto di partenza, si relativizza ed esibisce il carattere soggettivo della narrazione.

ImageQuattro dimensioni temporali corrispondenti ad altrettanti livelli narrativi che procedono parallelamente, che si compenetrano e si smentiscono intrecciando molteplici piani di realtà. E la compresenza di reale, immaginario e simbolico, si manifesta palesemente nell’impossibilità del protagonista di distinguere il sogno dalla vita reale e nelle altre numerose rappresentazioni del perturbante che intervengono. Il doppio che fa la sua prima comparsa nello specchio, e che si manifesta puntualmente avviando, in taluni casi, particolari dialoghi e forme della messa in scena. Come quando nella sua stanza dialoga con il suo riflesso che prende vita autonomamente, si siede e, in una serie di campi e controcampi, ha origine un intenso scambio di battute sulla tangibilità della sua stessa proiezione mentale. Subito, al suo fianco, compare il dottore che oggettivizza la scena, crea un brusco salto temporale e lo mette in guardia sulla gravità della situazione, non in riferimento alla salute, ma a causa delle persecuzioni naziste. Soluzione espressiva che permette di rovesciare i riferimenti spazio-temporali  e quindi il punto di vista.

Come tradizione vuole, la vecchiaia e la morte sopraggiungono quando, nella stanza della pensione, il protagonista rompe lo specchio uccidendo il proprio doppio. Altre numerose rappresentazioni del doppio, quali il tema del suicidio, la doppia identità, la trasmigrazione delle anime, il sosia, il sonnambulismo, si disseminano lungo l’intreccio insieme a quelle già citate e arricchiscono il testo filmico, che sperimenta soluzioni narrative e formali. L’attuale e il virtuale coesistono negli stessi piani di ripresa, così come il reale e l’immaginario, il tempo onirico, quello soggettivo del vissuto, della memoria personale e la memoria storica, mettendo in moto un sistema di strette relazioni e continue interferenze fra i diversi livelli della rappresentazione di cui la ricchezza delle figure tematiche e l’impiego calibrato di una varietà di  strategie discorsive costituiscono i punti di passaggio e transizione.

 

SCHEDA FILM

TITOLO ORIGINALE: Youth Without Youth REGIA: Francis Ford Coppola SCENEGGIATURA: Francis Ford Coppola FOTOGRAFIA: Mihai Malaimare Jr. MONTAGGIO: Walter Murch MUSICA: Osvaldo Golijov PRODUZIONE: USA ANNO: 2007 DURATA: 121 min.

 


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