Noi siamo infinito PDF 
Valentina Rossetto   

Stephen Chbosky, sceneggiatore e regista di The Perks of Being a Wallflower e autore dell'omonimo romanzo da cui è tratto il film, sintetizza così il tema centrale della sua opera "sul perché brave persone a volte vivano cose tremende e su come una famiglia di amici possa aiutarti a superare tutto". Queste parole descrivono essenzialmente la storia di Charlie, un solitario ragazzo di Pittsburgh che vive con molta ansia l'inizio della scuola superiore tanto da tenere il conto dei giorni che mancano alla fine dei cinque anni. A complicare la sua situazione c'è un trauma infantile mai superato e il recente suicidio di Michael, suo migliore e unico amico. Spesso preso in giro o isolato trova sostegno e comprensione prima da parte del suo professore di inglese, il sig. Anderson, e poi di due studenti dell'ultimo anno, Sam e il fratellastro Patrick. In particolare, la loro amicizia aiuterà il protagonista ad aprirsi al mondo e a superare molte delle sue paure.

Inevitabilmente Noi siamo infinito ha un legame strettissimo con il romanzo da cui è tratto, un'opera che a partire dalla sua pubblicazione, nel 1999, ha avuto un grande successo e un profondo impatto negli Stati Uniti. Il modo diretto con cui tratta dell'adolescenza affrontandone tematiche centrali come la scuola, il rapporto con i coetanei, il sesso, la famiglia, lo hanno reso in alcuni casi una lettura consigliata e in altri vietata. In molte interviste Chbosky dice che mentre lavorava al libro immaginava che la vicenda sarebbe diventata un film perché mentre scriveva aveva già in mente le immagini dei luoghi e i volti dei personaggi. Nei 13 anni che separano la pubblicazione del libro dalla realizzazione di Noi siamo infinito Chbosky ha lavorato intensamente come sceneggiatore per il cinema e per molte serie tv, un percorso che, come dice lui stesso, lo ha portato ad acquisire le competenze necessarie per poter finalmente trasporre la sua opera sul grande schermo. Il primo punto di forza di Noi siamo infinito è il personaggio di Charlie, protagonista e narratore in prima persona del film. Le sue parole indirizzate a un interlocutore anonimo (probabilmente l'amico morto suicida) rendono partecipe lo spettatore delle sue riflessioni, della sue insicurezze e delle sue paure legate a un'infanzia profondamente segnata dal rapporto con la zia Helen, fatto di adorazione (la definisce come l'essere umano più bello che abbia mai conosciuto), senso di colpa (Charlie si sente responsabile della morte della donna) e zone oscure sulle quali incombe lo spettro dell'abuso sessuale. Lo spettatore segue lo sviluppo del film dal suo punto di vista, ne condivide le immagini mentali che affiorano dal passato così come i frequenti vuoti di memoria.

Pur con tutte le differenze del caso, il principale riferimento per il personaggio di Charlie, reso esplicito e citato direttamente nel romanzo, è Holden Caulfield, protagonista del romanzo di J.D. Salinger. Lo stesso racconto in prima persona, lo stesso senso di isolamento, gli stessi rapporti problematici con la scuola e i coetanei, lo spettro del suicidio e la figura del professore come riferimento e della sorella come confidente. Anche se in Charlie c'è meno rabbia rispetto a Holden, il percorso dei due è per molti versi simile. L'interpretazione di Logan Lerman riesce a rendere perfettamente le caratteristiche del personaggio sospeso tra timidezza e voglia di scoprire, a volte sull'orlo di un tracollo psicologico, altre coraggioso e determinato. Il merito di Chbosky sta nell'aver caratterizzato il protagonista in maniera complessa e credibile gettando così una solida base sulla quale sviluppare il film. Pensiamo, per contrasto, al recente Un giorno questo dolore ti sarà utile di Roberto Faenza, che ha molti punti in comune con Noi siamo infinito, a partire dal racconto in prima persona di James diciottenne newyorkese in piena crisi fino all'inevitabile, e anche in questo caso esplicito, rapporto con il personaggio di Holden. Seppure tratto dall'omonimo e tutt'altro che superficiale best sellers di James Cameron, la debolezza della sceneggiatura (dello stesso Cameron) e dell'interpretazione di Toby Regbo danno vita un personaggio poco credibile, superficiale e a tratti irritante che compromette l'esito dell'intero film. Chbosky dimostra la stessa abilità nel caratterizzare Sam e Patrick (interpretati rispettivamente da Emma Watson e Ezra Miller), che prendendo sotto la loro ala protettrice Charlie e lo aiutano a superare le sue insicurezze. Essendo stati loro stessi isolati e continuamente giudicati (lei è considerata una ragazza "facile" e strana, lui è gay) capiscono bene la condizione dell'amico e, con il loro esempio, gli indicano una possibile via di uscita. Non solo, con loro Charlie impara ad apprezzare il presente, a viverlo intensamente e ad assaporarne ogni istante, a non pensare all'età che sta vivendo come qualcosa da far passare il più velocemente possibile. Infine, un altro personaggio importante è il professor Anderson che incoraggia l'amore di Charlie per la letteratura e la sua vocazione alla scrittura. Chbosky insiste molto sulla scrittura come mezzo per lo scambio di esperienze e di confronto: “avevo davvero bisogno di risposte per me stesso ed è stato come se Charlie mi toccasse sulla spalla e mi dicesse 'Sono pronto a raccontare la mia storia'”, dice il regista parlando della nascita del libro. Così Charlie elabora quanto gli accade ogni giorno e riflette sul suo rapporto con gli altri proprio attraverso la scrittura delle lettere che invia all'amico anonimo.

Se i personaggi sono il punto di forza di Noi siamo infinito, la principale debolezza sta nelle scelte registiche, in generale abbastanza tradizionali. Chbosky non si impegna nella ricerca di soluzioni linguistiche e visive originali e lo stesso si può dire anche per il montaggio e la fotografia. Ciò nonostante, Noi siamo infinito risulta essere nel complesso un film riuscito dove il regista riesce ad accompagnare i suoi personaggi dal libro al film mantenendone la complessità e credibilità e inserendoli in contesti allo stesso tempo riconoscibili (la scuola, il ballo, le feste, le partite di football) e mai banali. Un film che, pur essendo contestualizzato temporalmente, siamo nel 1991, riesce a rendere le tensioni tipiche dell'adolescenza senza retorica o facili moralismi.

 


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