C’è il Dio che verrà, anche se è solo un bambino, al centro di Io sono con te. E c’è soprattutto Maria, la madre di Dio. Una storia conosciuta, ma che Guido Chiesa, nel suo nuovo film, racconta da un’inedita prospettiva laica, lontana da qualsiasi misticismo. La storia, come detto, è arcinota: Maria è una giovane ragazza, figlia di pastori, promessa in sposa a Giuseppe, un vedovo con due figli, che abita a Nazareth nella Galilea di duemila anni fa. In una terra costretta dal dominio dei romani e dalle angherie del Re Erode, dove la violenza si propaga come un contagio, Maria dà alla luce Gesù, e il suo atteggiamento solare e determinato, protettivo nei confronti dei bambini, sembra far intravvedere una luce nuova.
Ed è una luce nuova quella in cui vengono visti Gesù e Maria. Niente stella cometa, né angeli o altre figure sacre ad accompagnarli. Guido Chiesa riporta tutto ad una dimensione terrena. Così, quando la famiglia si compone in una grotta a formare la scena del presepe, quelle che vediamo non sono statuine ma persone vere. E, quando il film finisce, negli occhi rimangono una donna che educa il figlio senza punizioni, assecondando la sua natura, e un uomo che non reagisce alla violenza e ragiona con la propria testa sui dogmi, facendone emergere le contraddizioni. Così sentiamo di voler bene a questa madre e a questo bambino non perché sono Maria e Gesù, ma perché sono due persone che in qualche modo sentiamo vicine. Così narrata, la storia, ispirata ai vangeli canonici, soprattutto quello di Luca (con qualche spunto dalla tradizione apocrifa), ma frutto anche della ricerca e in parte dell’invenzione, diventa qualcosa di universale: parla di nascita, crescita, di educazione dei figli, e di un ruolo centrale della donna che è quanto mai moderno.
È il Dio che verrà, Gesù. Un’espressione che ricorda, in parte, quella utilizzata da Giorgio Diritti per il suo L’uomo che verrà. Anche questo è un film che in qualche modo cerca di essere filologico, vicino il più possibile ad un realismo terreno e materico. Io sono con te è un film perennemente a contatto con la terra e con i luoghi: ci permette quasi di toccarli. È un film materico e organico. Assistiamo ad una pecora partorire, e poco dopo vediamo Maria allattare Gesù al proprio seno. Tutto in maniera naturale, vera. Anche la scelta della lingua va in questa direzione: il film è girato in Tunisia, in una terra simile alla Palestina dei tempi di Gesù, e gli attori, non professionisti, parlano il loro dialetto, che evoca quello dei luoghi sacri. In questo senso è una contraddizione far uscire nelle sale il film doppiato in italiano (al Festival di Roma, dove era in concorso, era stato presentato in lingua originale sottotitolato), facendo perdere gran parte del senso dell’operazione. Anche se si tratta di un film a tesi, che per gran parte della sua durata colpisce più la testa del cuore, alla fine riesce anche a conquistare. È un film che merita di essere visto. Se non altro perché, dopo averlo fatto, non guarderete più il presepe allo stesso modo.
TITOLO ORIGINALE: Io sono con te; REGIA: Guido Chiesa; SCENEGGIATURA: Guido Chiesa, Filippo Kalomenidis, Nicoletta Micheli; FOTOGRAFIA: Gherardo Gossi; MONTAGGIO: Luca Gasparini, Alberto Masi; MUSICA: Nicola Tescari; PRODUZIONE: Italia; ANNO: 2010; DURATA: 103 min.
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