Cosa voglio di più PDF 
Caterina Rossi   

I corpi di Anna e Domenico s’incontrano fortuitamente in una Milano periferica e realistica. Anna (Alba Rohrwacher) ha il posto fisso in un’agenzia di assicurazioni, convive con Alessio (Giuseppe Battiston), compagno accomodante e comprensivo, e progetta di avere un figlio. Domenico (Pierfrancesco Favino) è un cameriere di origini calabresi che si occupa di catering, è sposato con Miriam (Teresa Saponangelo) e ha due figli piccoli. Anna, Domenico, Alessio e Miriam sono dunque persone estremamente normali, che conducono una vita ordinaria e tranquilla.

Silvio Soldini, nel suo nuovo film Cosa voglio di più (presentato fuori concorso alla scorsa Berlinale nella sezione Berlinale Special Gala), sceglie di portare sullo schermo la storia di amor fou e passione che scuote la routine di Anna e Domenico, proseguendo idealmente quell’immersione nella quotidianità e nelle variazioni impercettibili dell’animo in grado di destabilizzare la consuetudine, già affrontate nelle opere precedenti. L’incontro casuale fra i due protagonisti sfocia in una passione travolgente che fa loro dimenticare i progetti familiari, infranti sugli specchi di un motel ad ore dove avvinghiare i propri corpi in amplessi che Soldini restituisce ossessivamente e ai limiti del voyeurismo. L’occhio del regista sembra invece funzionare molto meglio nella restituzione del quadro d’insieme quando, allontanandosi dai corpi, rende l’incedere quotidiano degli eventi, la pesantezza e il grigiore di un quartiere residenziale, il pendolarismo di Anna sempre sullo stesso treno per raggiungere il posto di lavoro, la vita di coppia di Domenico e la quotidiana difficoltà di doversi privare di qualcosa per fare felici i bambini. Soldini rende credibili gli spazi vissuti e calpestati dai protagonisti, la luce delle case dove abitano, il parchetto con l’erba ingiallita sotto casa dove passeggiare con i figli e la fatica (anche economica) di Anna e Domenico per riuscire a risparmiare quei 50 euro settimanali necessari per i loro incontri clandestini. La normalità, almeno estetica, si rivela anche nella scelta degli attori: Alba Rohrwacher e Pierfrancesco Favino hanno visi e corpi normali e non sono certo sex symbol hollywoodiani. Paradossalmente, però, ciò che all’inizio sembra un punto di forza, ovvero un solido e gradevole effetto di realtà, finisce poi per lavorare contro lo svolgersi degli eventi, soprattutto nella seconda parte del film. Le frizioni sono da ricercare nella sceneggiatura (scritta dal regista insieme alla fidata Doriana Leondeff e ad Angelo Carbone), che nel trasporre un tema logoro e forse ormai esaurito come il tradimento di quarantenni in crisi esistenziale − argomento che nutre il cinema italiano dell’ultimo decennio, da L’ultimo bacio in poi −, non è in grado di portare uno sguardo singolare ed efficace, così come lo è invece quello aperto sui luoghi e sugli spazi.

La storia si accartoccia così su se stessa e diventa ripetitiva, come nelle infinite sequenze degli amplessi nel motel o come la fuga degli amanti a Tunisi, che ha davvero scarse giustificazioni narrative. Negli ultimi venti minuti si possono scorgere almeno quattro falsi finali utili a concludere il film, per poi scoprire con rammarico che quello vero sarà invece il più scontato e convenzionale. La macchina da presa di Soldini, nella ricerca del reale e del quotidiano, tende a normalizzare il fluire del racconto, trasformando così l’intimismo in qualcosa che è solo accennato e sopraffatto da una storia già vista altrove.

TITOLO ORIGINALE: Cosa voglio di più; REGIA: Silvio Soldini; SCENEGGIATURA: Angelo Carbone, Doriana Leondeff, Silvio Soldini; FOTOGRAFIA: Ramiro Civita; MONTAGGIO: Carlotta Cristiani; MUSICA: Giovanni Venosta; PRODUZIONE: Italia/Svizzera; ANNO: 2009; DURATA: 126 min.

 


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