Disastro a Hollywood PDF 
Valentina Rossetto   

Disastro a Hollywood comincia quando Ben (Robert De Niro), produttore cinematografico e televisivo, deve essere fotografato con i suoi colleghi intorno a una grande scritta "Power" per la copertina di Vanity Fair. Il potere, ci dice il protagonista, è ciò che governa la vita a Hollywood, l'ansia di conquistarlo, la difficoltà di mantenerlo, la paura di perderlo. E il film ruota proprio intorno a questa idea di potere e su come il protagonista, in sole due settimane, abbia perso la sua posizione privilegiata all'interno dell'industria cinematografica hollywoodiana. Perdita che, simbolicamente, comporta lo scivolamento, all'interno della fotografia per il giornale, da una posizione centrale tra le lettere "o" e "w" a quella decisamente marginale di fianco alla "p".

Il potere a Hollywood è legato a due componenti che dipendono l'una dall'altra: conquistare il consenso del pubblico e guadagnare denaro. Non a caso sono due proiezioni cinematografiche di Fiercely, ultima opera di Ben, a segnare la sua caduta. La prima è una proiezione di prova, quella che precede la distribuzione vera e propria del film e che serve a testare le reazioni del pubblico. Gran parte dei presenti rimane sconvolto dalla scena finale in cui il protagonista (Sean Penn) viene ucciso insieme al suo cane, al quale viene sparato in testa con tanto di schizzi di sangue in primo piano. La seconda proiezione è quella al festival di Cannes, un pubblico diverso che però reagisce al film allo stesso modo visto che Jeremy, il regista, non ha rimontato il finale come gli era stato imposto dallo studio, decretandone così il fallimento definitivo. Emblematico è il momento in cui Jeremy guarda un manifesto anonimo nella sala d'aspetto dell’ufficio di Lou, executive senza scrupoli che ha finanziato il suo film, e Ben gli dice "alla fine nè regista, nè star, nè titolo, solo un numero", la cifra incassata dal film appunto.

Dopo una serie di film poco riusciti (l'ultimo è L'uomo dell'anno), Barry Levinson dirige Disastro a Hollywood affidandosi interamente al suo cast stellare: De Niro, Sean Penn, John Turturro, Bruce Willis, Robin Wright Penn, Stanley Tucci, Michael Wincott e Katherine Keener. Tutti interpreti di un campionario di figure umane molto comune nei film su Hollywood, caratterizzati dalla dipendenza da ansiolitici, droghe, alcol e da comportamenti nevrotici. Levinson ha dichiarato in diverse interviste che era nelle sue intenzioni lasciare spazio agli attori e al loro personale punto di vista sulle vicende, voleva che ognuno di loro potesse portare nel film la sua esperienza personale. Una scelta azzeccata, poiché sono proprio le loro interpretazioni a rappresentare il punto di forza del film. Solo in alcuni momenti il regista tradisce la discrezione della sua messa in scena, perdendosi nel riprendere le strade di Los Angeles percorse da Ben mentre ascolta la colonna sonora di Fiercely (un insieme di citazioni che vanno da Morricone a Nina Simone). Per il resto tutta l'attenzione è concentrata sugli attori.

In particolare sono Robert De Niro, Bruce Willis e John Turturro a tenere in piedi Disastro a Hollywood. De Niro è un produttore che deve continuamente lottare con gli studi, con la star del suo nuovo film, con gli agenti e con le aspettative del pubblico, e che allo stesso tempo deve gestire la sua vita privata con due ex mogli e tre figlie. Ben non è il prototipo del produttore hollywoodiano senza scrupoli (pensiamo ad esempio a quello interpretato da Tim Robins ne I protagonisti di Robert Altman), cerca di mediare tra le esigenze dello studio e quelle del regista, ha prodotto un film come Fiercely, che non si potrebbe certo definire un blockbuster, e ci tiene che possa venire proiettato a Cannes. Del resto Disastro a Hollywood è tratto dal libro autobiografico What Just Happened che Art Linson, produttore di film come Gli intoccabili, Fight Club e Into the Wild, ha scritto dopo il licenziamento dalla Twenty Century Fox. Il personaggio di De Niro è stato quindi ritagliato su una tipologia di produttore diverso, i cui collaboratori si distinguono per una certa sensibilità verso il cinema (il suo assistente paragona le ultime inquadrature di Fiercely ad alcune de Il terzo uomo) e per una mentalità meno legata al denaro e più alla produzione come processo creativo. Bruce Willis, dal canto suo, si autorappresenta in maniera molto ironica come un attore irascibile e nevrotico. Si rifiuta di tagliarsi la barba e di dimagrire per non piegarsi ancora una volta alle esigenze di copione dell'ennesimo action movie che ha accettato di interpretare. Si scontra con Ben facendo discorsi sull’integrità e sulla stupidità che lo circonda e non perde occsione per scagliarsi contro Hollywood, ma alla fine cede alle esigenze di copione piuttosto che perdere l'ingaggio. In mezzo allo scontro tra lo studio e la star c'è Dick, l'agente di Willis interpretato da John Turturro (già Burton Fink, un altro personaggio vittima di Hollywood). Tutte le pressioni che l'industria del cinema esercita sui suoi componenti, tutte le nevrosi e le paure che scatena, sono perfettamente esplicitate in questo personaggio che soffre di problemi gastrici e vive di psicofarmaci. In uno dei pochi momenti amari del film Dick ammette di aver paura non solo del suo cliente, ma di tutti quanti e della realtà che lo circonda. 

Disastro a Hollywood è un film a tratti divertente, ma che, nonostante il successo del libro da cui è stato tratto e il grande lavoro del cast, non convince completamente. Non ci sono momenti davvero memorabili, in cui la riflessione su Hollywood si fa davvero tagliente. In un'intervista Linson (anche sceneggiatore del film) ha confessato che molti amici e colleghi gli hanno detto di aver fatto una commedia troppo bonaria rispetto alla quotidianità feroce in cui vivono. E in effetti dal film non ci si deve aspettare l'amarezza delle riflessioni su Hollywood stile Wilder o l'ironia di Altman, e neanche la dissacrante parodia che ne ha fatto Ben Stiller nel recente Tropic Thunder. Gli attacchi verso l'industria del cinema di Bruce Willis o di Jeremy sono sempre contenuti nello stereotipo “sfogo da star viziata” o “sfogo del regista egocentrico”.  Anche nel corso del funerale di un agente morto suicida le perone sorridono alle parole di Willis contro Hollywood, le prendono come una realtà dei fatti, tutti sanno che è così, nessuna critica, nessuna amarezza. Levinson si limita a osservare superficialmente il mondo che mette in scena, sembra voler rendere conto solo di uno stato delle cose senza approfondirlo e senza giudicarlo troppo severamente. Un po’ come il personaggio di Ben, anche Levinson media tra i diversi punti di vista senza mai far emergere il suo o quello di nessuno altro. What just happened, appunto, solo quello che è successo.

TITOLO ORIGINALE: What Just Happened; REGIA: Barry Levinson; SCENEGGIATURA: Art Linson; FOTOGRAFIA: Stéphane Fontaine; MONTAGGIO: Hank Corwin; MUSICA: Marcelo Zarvos; PRODUZIONE: USA; ANNO: 2008; DURATA: 104 min.

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.