Juno PDF 
Tiziano Colombi   

ImageDunque, vediamo un po’. Juno, ovvero, Giunone, donna della mitologia famosa tra i più come la moglie del barbuto e fedigrafo Zeus. Nel film diretto da Jason Reitman (già autore del riuscito Thank You for Smoking) Juno ha sedici anni, vive nei sobborghi dell’America proletaria e rimane incinta dopo essere diventata “sessualmente attiva” una sera in cui, non essendoci nulla in tv, decide di occupare il tempo con il suo amico Paulie.

“Ecco a voi il nuovo piccolo film che ha conquistato il mondo”, recitano i cartelloni promozionali. Come a dire, piccolo è bello, Davide ha di nuovo sconfitto Golia, eravamo in pochi e pure sconosciuti ma guardate un po’ che vi abbiamo combinato. Mentre riflettete sulla fenomenale idea di marketing per cui le dimensioni/budget continuano a essere ritenute valide promozioni per spingere la gente al cinema, torna alla mente che la ciclica comparsa di chicche in transito dal nuovo mondo è una novità da uovo di Colombo: Little Miss Sunshine docet. Reitman figlio, il padre Ivan era quello che mandava Bill Murray a cercare fantasmi per tutta New York (Ghostbusters), confeziona una polaroid satura di colori caldi, recitata con attenzione e parlata con piglio brillante (certo se al doppiaggio avessero evitato di mettere “cioè” in bocca a tutti quelli sotto i vent’anni avrebbero fatto cosa buona e giusta) e, come nel film d’esordio, gioca a rivoltare la frittata. Gravidanza a sedici anni? Nessun problema, la calma olimpica di Juno e l’allegra rassegnazione della sua famiglia rattoppata saranno in grado di trovare un rimedio. Nove mesi di maternità spesi tra i banchi di scuola e una coppia bella e ricca a cui affidare il fagiolo. Manifesto pro-life con poche lacrime e tassi di Giuliano Ferrara/Binetti/Santo Padre con scarpette rosse e berrettino corredato ridotti al minimo. Juno pensa anche di abortire, ma poi rinuncia perché davanti alla clinica, al posto dell’italico e luciferino ciccione, ci trova una compagna attivista che le fa notare  come il feto che porta in grembo sia già provvisto di unghie. Vuoi mettere la portata filosofica di una tale rivelazione messa a confronto con i rutti teologici dei predicatori senza utero della crociata cattolica? Come dite? La Binetti è una donna? Dai su non scherziamo gente. E va bene!! Ok…lo dico. La vicenda manca di profondità, le contraddizioni e i dolori li hanno lasciati nel cassetto: mettere il marcio nella coppia borghese che finisce in pezzi posta davanti alla nuova responsabilità è stratagemma banaluccio e, tanto per non farsi mancare nulla, la scelta di fare della piccola Juno la detentrice della saggezza eterna sa di sit-com del pomeriggio (vedi le perle di razionalità snocciolate dai fratelli minori nei vari Robinson, Otto sotto un tetto e middle class discorrendo). La ragazza però ha dalla sua un buon gusto musicale, vedi Stooges e Patty Smith, e la sequenza iniziale contaminata dai cartoons e musicata da Barry Luis Polisar con la sua All I Want Is You fa dondolare le teste in sala.

Mettiamola così, se foste genitori e vostro figlio/a venisse a chiedervi delucidazioni sulle questioni maternità, responsabilità, rischi e doveri dell’essere uomini e donne, vorrete mica lasciarlo solo in camera sua con una copia di Lettera a un bambino mai nato? Sarà anche vero che la vita è dura e bisogna imparare da subito che là fuori è pieno di gentaglia, ma soffocare da subito le speranze sarebbe come insegnare loro ad andare in bicicletta facendogli scalare la cima Coppi.


TITOLO ORIGINALE: Juno; REGIA: Jason Reitman; SCENEGGIATURA: Diablo Cody; FOTOGRAFIA: Eric Steelberg; MONTAGGIO: Dana E. Glauberman; MUSICA: Kimya Dawson, Matt Messina; PRODUZIONE: USA; ANNO: 2007; DURATA: 92 min.

 


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