La stagione dell’amore PDF 
Paolo Fossati   

Mentre nel nostro Paese si dibatte ormai da mesi riguardo la condotta morale e sessuale di alcuni fra i più alti esponenti della vita politica, Fandango pubblica un cofanetto d’indagine sui modi d’intendere l’amore e il sesso in Italia. Si tratta di un documentario del regista Lorenzo Scurati che segue il viaggio dello scrittore Antonio Scurati attraverso la penisola per raccogliere interviste sui sentimenti e sui costumi del nostro tempo. Una ricerca sul campo per ricomporre il quadro d’insieme di un momento storico, sulle orme dei Comizi d’amore di Pier Paolo Pasolini. Il film è accompagnato da una breve raccolta di racconti inediti del romanziere, da sempre attento alle mutazioni della società in relazione al panorama culturale di massa disegnato dai media.

Se già la presenza in campo di un intellettuale che pone domande al proprio popolo non fosse un’analogia sufficiente con il citato lavoro di Pasolini dei primi anni Sessanta, si pensi al controcanto costruito tra le voci dei cittadini comuni e quelle di personaggi noti, tra i quali c’è spazio per Mons. Rino Fisichella, Rettore della Pontificia Università Lateranense. È poi inevitabile il confronto suggerito agli spettatori con un modo diverso di vestire l’abito sacerdotale, dando voce a Fra Agnello Stoia del Convento di San Francesco a Folloni. Ma ecco, quindi, rivelarsi quella che pare la vera differenza rispetto ai Comizi (che comunque restano un orizzonte di riferimento necessario al documentario più recente), un’importante variante nell’approccio. Scurati non tenta di pedinare solo “l’uomo della strada”, ma sceglie di intervistare singoli soggetti in rappresentanza di gruppi coesi da un’ideologia. L’apertura del film con interviste rilasciate dai partecipanti al Family Day è una nitida dichiarazione d’intenti.

Lo spunto più interessante e forse originale de La stagione dell’amore è proprio la capacità di mostrare un’Italia frammentata in piccoli mondi d’appartenenza, ognuno con il proprio credo, le proprie regole e, talvolta, i proprio dibattiti interni. Giunto nella sede romana di Casapound, Antonio Scurati riesce a porre in modo discreto e diretto alcune domande semplici, ma capaci di obbligare i soggetti intervistati a mettere in discussione le proprie scelte, argomentandone un’evidenza di bandiera, che spesso blocca ogni possibilità di approfondimento e ogni ricerca di spiegazione. L’intellettuale assolve, così, la sua funzione fondamentale: ricordare ai propri connazionali (e non solo) di porsi dei quesiti, di scegliere dopo essersi interrogati, di fondare la propria libertà sulla consapevolezza di essere in grado di fornire risposte per motivare la propria condotta di vita. In un paese sempre più popolato e rappresentato sulla scena pubblica da opinionisti, tuttologi e celebrità divenute tali per investitura (di una tv autoreferenziale che crea e modella l’immaginario collettivo) è fondamentale il ruolo critico dell’artista capace di svelare il meccanismo della rappresentazione, di riconoscere e denunciare la perdita di un’innocenza mediatica diagnosticata da Antonio Scurati, che nella prefazione dell’allegato La reinvenzione dell’amore ne definisce la causa: “la consuetudine, la familiarità con il medium visivo introdotta nella vita quotidiana degli italiani dall’avvento della televisione (mezzo domestico, quotidiano e pervasivo per antonomasia) aveva fatto della mediaticità una seconda natura, aveva naturalizzato quegli atteggiamenti di posa, di recita, di autocondizionamento che tutti noi adottiamo oramai spontaneamente di fronte (e anche, davanti, purtroppo) alla tv”.

L’ostentazione nel finale di una chiusa in vera e propria sovrimpressione con il film di Pier Paolo Pasolini, con la citazione dell’audio originale di Comizi d’amore che illustra scene di un matrimonio celebrato ai giorni nostri, è utile a svelare un’estrema distanza tra la coppia di sposi filmata negli anni Sessanta e quella attuale, che pare composta da icononauti attenti più alla regia dell’evento che ad altro. Persa, dunque, per sempre l’innocenza mediatica, sostituita da un’ansia di protagonismo che per un giorno può illuderci di provare le sensazioni che immaginiamo tipiche del divismo hollywoodiano, dopo cinquant’anni abbondanti di televisione (dei quali quasi trenta di tv commerciale) noi italiani restiamo in fondo, nell’intimo, quelli descritti da Pasolini, desiderosi di rivendicare e vivere le esperienze che sentiamo ci spettino. E il miglior augurio, al termine del viaggio e dell’indagine, resta il pasoliniano “che al vostro amore si unisca la coscienza del vostro amore”.

TITOLO: La stagione dell’amore; AUTORE: Antonio Scurati, Lorenzo Scurati; EDITORE: Fandango; ANNO: 2010; PREZZO: 20,00€

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.