Gli infedeli PDF 
Elena Ciofalo   

Michel Hazanavicus e Jean Dujardin non tardano molto a (cercare di) raccogliere i frutti del successo ottenuto con The Artist, da loro rispettivamente diretto e interpretato. E lo fanno un po' con la stessa idea della pellicola pluripremiata, omaggiando, dopo il cinema muto, la commedia italiana (ma non solo) a episodi. Il risultato di quest'operazione commerciale è Gli infedeli, un film a otto episodi su storie di infedeltà maschile nella borghesia della Francia moderna, diretto da sei registi e una regista, tutti rigorosamente francesi: Emmanuelle Bercot, Fred Cavayé, Alexandre Courtes, Jean Dujardin, Michel Hazanavicius, Eric Lartigau, Gilles Lellouche.

Interessante innanzitutto cogliere i diversi stili di regia. Nonostante gli episodi siano interpretati quasi sempre dagli stessi attori (scelta che genera presto non poca confusione nello spettatore), le differenze risiedono soprattutto nella temporalità della narrazione e nella scelta delle inquadrature. In alcuni episodi il ritmo è incalzante e sincopato (“Prologo”, “Las Vegas”), altre volte, invece, si fa triste e malinconico (“Coscienza pulita”, “Lolita”). Gli episodi più riusciti sono forse quelli in cui la durata è inversamente proporzionale al livello di cinismo della morale, quindi “Thibault”, dove un uomo si sbarazza delle prove della sua notte brava lanciando il cagnolino di casa dalla finestra, e “Bernard”, dove un uomo si trova dal medico in una situazione piuttosto imbarazzante (e mortificante per la ragazza coinvolta, che però non sembra curarsene). Ma, senza soffermarsi troppo sui singoli episodi, la visione del mondo proposta dalla pellicola francese è, non troppo velatamente, falsata e stereotipata. Le donne? O giovani vogliose o mogli frigide. Gli uomini? Ricchi e fascinosi signori di mezza età, goliardici e arrapati. I rapporti di coppia? Le donne isteriche a casa con i bambini, gli uomini a caccia di bombe sexy. La società sullo sfondo di questa commedia, che dovrebbe parodiare la tipica famiglia borghese occidentale? Manco a dirlo, stereotipata. I protagonisti sono ricchi e girano per strada in suv e cabriolet, rientrano a casa tardi litigando con la moglie nella cucina superaccessoriata, o tradiscono in casa tra le costose lenzuola di raso del talamo nuziale.

Nel complesso si tratta di un film superficiale e sessista. Niente moralismi o condanne etiche, per carità, queste caratteristiche vanno anche bene in un film. O meglio, andrebbero bene, se solo il film fosse onesto fino in fondo, puntando schiettamente su toni smaliziati e coraggiosamente provocatori, capaci di ironizzare su temi controversi come il ruolo della donna o la condizione della moderna famiglia borghese. Infatti, se la struttura episodica ricorda quella de I mostri o, forse, più precisamente, del successivo I nuovi mostri, diretto dai maestri Dino Risi, Mario Monicelli ed Ettore Scola, la timida satira di Gli infedeli non ricorda certamente quella caustica e sfacciata delle storiche pellicole della commedia italiana. Infatti, nella pellicola francese, il politically correct fa capolino di tanto in tanto, giusto per non fare indispettire nessuno: ed è così che in alcuni episodi figurano mogli mature e comprensive, o psicologhe sui generis che aiutano gli uomini a guarire dalla malattia dell'infedeltà. Gli infedeli è dunque una pellicola stilisticamente confusa, che, se proprio volesse giocare sulla goliardia maschile zeppa di luoghi comuni, lo dovrebbe fare fino in fondo, senza cercare di salvare capra e cavoli inserendo tra i vari episodi qualche donna che tiene alta la bandiera di genere senza accorgersi che in realtà è un altro panno sporco da lavare (o meglio, che lei dovrà lavare) in famiglia.

Titolo originale: Les infidèles; Regia: Emmanuelle Bercot, Fred Cavayé, Alexandre Courtès, Jean Dujardin, Michel Hazanavicius, Eric Lartigau, Gilles Lellouche; Sceneggiatura: Nicolas Bedos, Philippe Caverivière, Jean Dujardin, Stéphane Joly, Gilles Lellouche; Fotografia: Guillaume Schiffman; Montaggio: Julien Leloup; Scenografia: Maamar Ech-Cheikh; Costumi: Carine Sarfati; Musiche: Pino D'Angiò, Evgueni Galperine; Produzione: JD Prod, Black Dynamite Films, Mars Distribution, M6 Films, Cool Industrie, Canal+, M6, W9, Ciné+, Sofica Manon 2, Wild Bunch, Tordjman Levy Bros; Distribuzione: BIM; Durata: 109 min.; Origine: Francia, 2012

 


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