Prime disillusioni - Cinema, evoluzioni apparenti? PDF 
di Gianni Nicolai   

Ogni volta che si approccia con convinzione un'opera omnia, e poi ce ne si distacca, le sensazioni passano da un forte coinvolgimento, quasi da esploratore ("solo io ho visto questo film"), a una onnicomprensione da guru odioso ("voi non capirete mai"), fino ad una serena introduzione dell'opera stessa nel mosaico della nostra più o meno limitata cultura personale. Sono inevitabili ripensamenti e ridimensionamenti: non credo esistano registi senza macchia, per quello che vedo. Nei casi migliori, si può discernere un percorso che risponde al canone classico: inizio incerto (o scintillante, anche se tecnicamente immaturo), una serie di lavori che portano a un periodo aureo, poi la maturità, spesso intrisa di autocitazioni e nostalgie. Non vorrei sembrare freddo: questo per me è comunque l'UNICO vero percorso, fatto di errori, sperimentazione, sconfitta, accettazione, fatica. Percorso che può sembrare (ed effettivamente è, quando amiamo un artista) un viaggio evolutivo a sé, assolutamente estraneo a un presunto generale progresso cinematografico (altrimenti non avrebbero senso il mare di plastica di Fellini e la Durango 95 di Kubrick).

Per ogni artista esiste una evoluzione, tanto più importante quando appare evidente la natura autofagocitante del cinema, arte nella quale forse più precocemente di ogni altra si sono inserite di prepotenza citazioni del passato. Quando entriamo in sala, lo schermo cancella tutto: nel buio (e l'illusione è: in tutto l'universo) esiste solo UN film; non siamo in una galleria d'arte con tanti quadri di diversi artisti uno vicino all'altro; qui, gli altri quadri sono DIETRO. Il regista può farli emergere ogni tanto, ma saranno nel SUO film, e non è detto che tutti capiscano che non sono suoi. Lo stesso effetto lo fanno le colonne sonore, spesso riciclate (Morricone docet…si scusi l'ardire, ma uno studio accurato dimostrerebbe di sicuro che Ennio si è autocopiato al 90%). Non esiste altra musica nella sala: quella E' la musica. La melodia dell'oboe in Mission, fatta ascoltare a un musicologo, sarà "un abile pastiche barocco", ma per quasi tutti gli altri è "una bella musica": il cinema appare così un'arte da fruitori medi, che lasciano passare senza saperlo qualunque incongruenza o faciloneria stilistica. O forse è un mezzo per riscrivere di prepotenza la storia della musica, della pittura, del cinema stesso.

Infatti: nel cinema NON C'È un'evoluzione, non prendiamoci in giro. Dumbo è venuto dopo Metropolis, mi pare, ma questo non importa: Dumbo è carino. L'unica, a questo punto, è considerare l'opera tutta del singolo artista, sempre che ne abbiamo voglia, per crearci una NOSTRA storia del cinema, ma nostra uno per uno: mia, tua, sua. Se per me la Nouvelle Vague non conta nulla, riuscirò comunque a vedere un buon film: anzi, ci sarà più probabilità che mi piaccia, proprio perché non ho visto film della Nouvelle Vague. Col cinema si è rovesciato il concetto propedeutico dell'arte: prima era bene conoscere Cézanne per capire Picasso, ora è meglio non aver visto Woody Allen per apprezzare il lettino da analista nell'ultimo di Moretti. Le famose "opinioni contrastanti" (non so se andare a vederlo, Enza ha detto che fa schifo, invece Cinzia ha pianto) sono valide tutte perché è valida la storia di tutti, e non tutti hanno visto gli stessi film. Ma è proprio questo che il cinema vuole, allora?

Il cinema odia la storicizzazione, perché la storicizzazione crea giudizio. Altman ha da poco affermato di voler fare film per un pubblico adulto, forse perché si sente in grado di confrontarsi con la Storia. Sembrerebbe più onesto di tanti "giovani" che per vestire in modo "giovane" le proprie opere schiaffano nella colonna sonora il solito pezzo minimalista alla Wim Mertens, già sentito 800 volte nella pubblicità della Merit con le barche a vela.
Devo essere sempre più indulgente, ora, quando entro in sala: perché? E' troppa chiusura mentale, o troppa apertura? "Devi essere più aperto". Perfetto, vai col rullo; film nuovo, regista emergente: BELLI QUESTI COSACCHI CHE SCENDONO LE SCALE SPARANDO! Va bene, così?

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.