Spring Breakers PDF 
Simone Dotto   

Alla lettera, lo spring break è la pausa primaverile dalle lezioni universitarie: studenti da ogni angolo degli Stati Uniti d’America abbandonano i libri per riversarsi nelle strade della Florida e partecipare a festeggiamenti che durano settimane, opportunamente conditi da alcool, droghe e sesso. Lo sanno bene Candy, Cotty e Brit, frequentatrici sorprendentemente giovani delle aule universitarie, che nel pieno di una lezione sui movimenti per i diritti civili degli anni Sessanta ingannano il tempo scambiandosi disegni osceni. Lo spring break è infatti anche una versione aggiornata delle cosiddette sagre di primavera, rituali pagani che con l’arrivo della bella stagione usavano celebrare anche la fecondità e il tempo degli accoppiamenti.

Lo sa meno bene una quarta ragazza, giovane componente di un gruppo di preghiera che porta il significativo nome di Faith. Sarà lei la prima ad abbandonare la causa e a voler rincasare quando il gioco comincerà a farsi duro, mostrandosi peraltro curiosamente più sensibile all’eventualità di un reato che non alla certezza di un peccato. Sì, perché la strada per lo spring break non è lastricata solo di cattive intenzioni e atti impuri, ma inizia e finisce con due incursioni da parte delle bad girls in bikini e passamontagna: dal (bel) pianosequenza che immortala la rapina a pistole d’acqua in un fast-food - necessaria a procurarsi il budget della vacanza - fino alla conclusiva irruzione nella villa di un pappone, questa volta brandendo armi vere. Nel frattempo la festa avrà visto rastrellamenti della polizia e sparatorie, lo spacciatore Alien si sarà unito alla compagnia e due delle quattro ragazze si saranno già arrese e avviate sulla strada del ritorno. Di tutti quanti, soltanto Candy e Brit riusciranno a vivere fino in fondo il sogno che le spiagge chiamano a gran voce, dello “spring break forever”, dove il sovvertimento delle regole di un periodo sabbatico diventa la costante di una vita intera.

A un cineasta estremamente consapevole dei suoi mezzi quale è Harmony Korine va riconosciuta almeno un’attenuante: non è possibile raccontare l’atmosfera carnascialesca del break di primavera con un’estetica troppo diversa da questa, fatta di luci al neon, forme femminili in bella vista sotto il sole, un montaggio sconnesso e ripetitivo che qualcuno ha già definito “godardiano”, e un uso indiscriminato delle luci e del ralenti, omaggio quantomai scontato ai videoclip di MTV. Impossibile insomma restituire un racconto credibile di questa gioventù scatenata senza apparire bigotti e bacchettoni, a meno che non ci si faccia catturare almeno in parte dal suo fascino smaliziato. Qualche obiezione in più si potrebbe sollevare dal momento in cui il film abbandona l’affresco “primaverile” per disegnare il percorso di (de)formazione delle giovanissime protagoniste: qui l’impatto visivo da solo non può bastare più, e per essere efficace deve fare affidamento sulle conoscenze paratestuali dello spettatore. Non si potrebbe apprezzare altrimenti la scena madre, dove il personaggio di James Franco suona una canzone di Britney Spears al pianoforte mentre le sue angels danzano impugnando i mitra; né si darebbe il giusto peso all’oculatezza del casting se non si fosse al corrente che tutte le attrici sono in realtà rubate alle riserve di bambini della Disney.

Anche alleviando la pellicola da pretese da spaccato sociologico o generazionale che non ha, quest’ultima parte pone una questione fondamentale. Chi cerca di provocare, esattamente, un film come questo? Per ragioni di probabilità escludiamo la presenza di benpensanti materializzatisi in sala direttamente dal secolo scorso o di educatori vecchia maniera interessati ad approfondire l’argomento “vacanze di primavera negli Stati Uniti”. Rimarrà qualche gruppo di amici più o meno giovani, bendisposti verso le grazie acerbe di Selena Gomez e Vanessa Hudgens e molto meno rispetto agli indugi artisticheggianti del regista; tutto il resto, trafficanti e protettori che sostengono di vivere il “sogno americano”, ragazzine sessualmente precoci che mimano una fellatio con le pistole o che si eccitano ricoprendosi di soldi, va a cercare lo scandalo facile, autocompiacimento a uso e consumo di chi è già innamorato del genio visionario dell’autore. Quanto a noi, proprio per aver condiviso un assioma secondo il quale in fondo tutto vale perché più nulla ha valore, da un narratore riterremmo di poterci attendere qualche sforzo di costruzione in più.

 


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