Cover Boy - L'ultima rivoluzione PDF 
Viviana Eramo   

ImageCuriose, alle volte, le coincidenze distributive. In questi giorni, nelle sale del nostro Belpaese, sono in programmazione due film italiani molto diversi per toni e storia produttiva, ma che affondano le loro ispirazioni nello stesso identico tema d’attualità. Come Tutta la vita davanti di Virzì, Cover Boy - L’ultima rivoluzione di Carmine Amoroso racconta l’odierna Italia del giovane (e meno giovane) precariato. Il film di Amoroso sviluppa il tema intorno alla storia di amicizia tra Michele (il Luca Lionello de La passione di Mel Gibson e di Sangue di De Rienzo), quarantenne impiegato a tempo determinato in una ditta di pulizie, e Ioan (Eduard Gabia), giovane rumeno immigrato in Italia in cerca di un futuro. I due si incontrano per caso, nei bagni riservati al personale della Stazione Termini, dove il povero Ioan cerca rifugio e dove invece Michele lavora ed è tenuto a mandarlo via. Michele decide allora di ospitare il rumeno nel suo monolocale adibito ad appartamento nel quartiere del Mandrione. Accumunati dallo stesso destino di precari nel lavoro e negli affetti, stringono un rapporto di amicizia e sognano di aprire insieme un ristorante sul delta del Danubio. Ma le cose sono destinate a precipitare quando entrambi perdono il lavoro e Ioan parte per andare a Milano, ingaggiato da una fotografa (Chiara Caselli) che cercava proprio una faccia pulita come la sua.

Il regista, anche autore del soggetto e della sceneggiatura, si tiene ben lontano da facili pietismi e moralismi e gira il tutto con la leggerezza dell’hdv. Il risultato è un film ben diretto nella Roma periferica amata da Rossellini e Pasolini, nella quale si muovono questi personaggi scontenti del proprio presente, arresi e insoluti di fronte alle scarse prospettive che la vita e la città sembrano volergli offrire. Li attanaglia il dramma della precarietà economica e sociale, di cui si vergognano fino a mentire pure a se stessi. Così Luca Lionello (bravo a non trasformare il suo bel personaggio in una sterile macchietta dalla pesante parlata romana) asserisce di non avere la fidanzata per “sentirsi libero”, nutrendo invece un’attrazione sessuale mai esteriorizzata per l’amico Ioan, e spaccia per suo il numero di telefono della vicina, perché lui non può permettersi di averlo un telefono. E la vicina, nonché locataria dell’appartamento (una Littizzetto credibile), è la classica attrice costretta a rimanere in eterno comparsa/figurante con scarsa rendita economica e tanto tempo libero da impiegare in sentite recitazioni di poesie catulliane sul terrazzo ammuffito del suo palazzo. Interessante che il regista riesca a parlare di tutto ciò innestandovi il tema dell’immigrazione, sottolineando come la condizione di un italiano che lavora con un contratto a tempo determinato non si trovi in una posizione poi tanto diversa da quella di un ragazzo rumeno che, con pochissimi soldi in tasca, si mette a lavorare in nero.

“Io ci vengo a rompe' il cazzo a casa vostra?”, “Tu bene, io no”, “Io bene?!”: sono le prime battute che si scambiano i protagonisti, e che sintetizzano con efficacia la situazione. Il rapporto di amicizia tra Ioan e Michele si instaura perché si scoprono così simili (anche Michele ha lasciato la sua famiglia in Abruzzo per studiare nella Capitale) e si fidano l’uno dell’altro, come ben dimostra la scena, diretta e montata egregiamente, in cui Michele insegna a Ioan a nuotare. E il loro legame si rompe proprio quando Luca Lionello nasconde al suo amico di aver perso il lavoro. Subito dopo, con la partenza del ragazzo per Milano ammaliato da Chiara Caselli e dal progetto di diventare fotomodello, la sceneggiatura si rilassa e perde in tensione narrativa, conservando tuttavia alcune finezze. La fotografa è un ex reporter di guerra che ha scelto il campo della pubblicità perché più redditizio. Ovvio quindi che immortali Ioan in una foto che è il diretto prodotto di una politica (pubblicitaria) puramente consumistica, che riporta Ioan al trauma di suo padre morto ammazzato durante la rivoluzione contro Ceauşescu. E mentre alla tv trasmettono i discorsi del Papa e poi di Berlusconi, silenziosamente si muore di disperazione.


TITOLO ORIGINALE: Cover Boy – L'ultima rivoluzione; REGIA: Carmine Amoroso; SCENEGGIATURA: Carmine Amoroso, Filippo Ascione; FOTOGRAFIA: Paolo Ferrari; MONTAGGIO: Luca Manes; MUSICA: Marco Falagiani Okapi; PRODUZIONE: Italia; ANNO: 2006; DURATA: 93 min.

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.