Anija - La nave PDF 
Pietro Sannino   

Il mare, la notte e il carico di zucchero sotto i piedi. Anija - La nave si basa sulle espressioni dei visi e sulle parole delle persone che hanno vissuto sulla propria pelle l’esperienza dell’emigrazione via nave dall’Albania verso l’Italia. “Si calcola che dal 1991 ad oggi, un albanese su quattro vive all'estero, cioè una cifra enorme, pari a un milione e 200mila, di cui 500mila in Italia. Il rientro per queste persone è molto difficile, perché ora hanno creato una famiglia, i figli vanno a scuola, siamo già quasi alla terza generazione. Il legame con il paese d'origine rimane, ma purtroppo scemerà via via con le nuove generazioni”. Queste le parole del regista, Roland Sejko (cineasta semisconosciuto, alla sua prima opera di un certo spessore), per dare una dimensione al fenomeno migratorio albanese.

Interviste, racconti di coloro che hanno vissuto in prima persona un'esperienza carica di significato e anche, per così dire, di rivoluzione: perseguitati politici, cittadini stremati dagli anni del comunismo feroce (tipico delle dittature dell'Europa centro-orientale, come la Romania e, appunto, il paese col grifone sulla bandiera). Brevi scorci di servizi giornalistici delle maggiori emittenti nazionali, fotografie talvolta dure, talvolta cariche di quella immensa speranza che solo un popolo in viaggio verso una vita ideale può esprimere, video tratti dall’immenso repertorio di quegli anni, rendono estremamente forte e reale il dramma rappresentato da questa pellicola, in un misto di cupa tragedia umana e, contemporaneamente, enorme forza vitale, in quello che è stato visto come uno dei più grandi fenomeni di emigrazione di massa del secolo scorso. Nelle scene numerosi sono i sorrisi, i volti segnati dalla fatica ma illuminati dalla gioia, i gesti di vittoria fatti con le due dita da tutti, uomini, donne, bambini. Il tutto si rivive nel racconto di coloro che hanno preso parte a quei viaggi massacranti, fatti gli uni addosso agli altri su navi mercantili (le famose Vlora, Tirana Lirija, Legend, Apollonia), oppure tramite la draga Kallmi, su traghetti come l’Appia e su motosiluranti. Questo documentario prova a ricostruire un tragitto prima che lo stesso si protragga per mare, perché il tutto ha radici nella situazione politica e sociale che ha cambiato la vita di centinaia di migliaia di albanesi, soprattutto giovani, che fremevano per potersi scrollare di dosso l’immane stato di miseria nel quale si trovavano, unito alle imposizioni del regime di Enver Hoxha, come le restrizioni alla libertà d'espressione, la caccia alle streghe ai danni dei presunti traditori politici, spesso condannati a morte, e lo schiacciamento progressivo e inesorabile delle minoranze etniche e religiose, nonchè l’accettazione, pena quanto accennato in caso di rinuncia, di tutti i dettami e le decisioni del discusso leader politico della nazione per più di un trentennio.

Questa moltitudine di persone decide di riversarsi in massa verso le coste del vicino stivale, sin dai primi anni Novanta, quel paese che ai loro occhi era il paradiso, la cui tv entrava nelle loro case con le famose “paraboliche fabbricate con le padelle e con gli ombrelli”, e luccicava di soubrette, ballerine, presentatori sempre in tiro e tanti premi per i partecipanti… Un gigantesco “Exodus d’Europa” (all’ombra di quegli anni intrisi della sconfitta dell’ideologia comunista, che tanto aveva orientato, indirizzato e obbligato le vite di intere popolazioni) che ha dato il via all’ondata migratoria che ha caratterizzato anni della nostra storia. Una storia che ha visto apparire all’orizzonte i sogni e la speranza dei popoli, ma che ha poi visto materializzarsi situazioni di incontrollabile disordine, di picchi di criminalità organizzata da coloro che, ovviamente, rappresentavano la minoranza di queste genti. Un pezzo della storia del popolo albanese, ma forse un pezzo anche della nostra storia.

 


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