Angel - La vita, il romanzo PDF 
Marianna Marino   

ImageL'eclettico Ozon non perde il gusto del pastiche (dopo 8 Femmes del 2001), e in questa sua ultima opera, Angel, ritroviamo l'atmosfera di certa cinematografia inglese (cromatismi ispirati alla coppia Powell/Pressburger), dei film di ambientazione vittoriana e, naturalmente, del mélo hollywoodiano classico. Grazie, soprattutto, ai tioli di testa vagamente kitsch, alla fotografia di Denis Lenoir, alle musiche di Philippe Rombi, ai fondali posticci, ai nomi che sanno di antico. Un'operazione che presenta qualche analogia con quella che Todd Haynes aveva realizzato nel 2002 in Lontano dal paradiso.

Ancora una volta il regista sceglie come protagonista una romanziera, dopo la Charlotte Rampling giallista di Swimming Pool. L’attrice del resto è presente anche qui, interpretando “la moglie dell’editore” (come si presenta lei stessa), l’altera e algida Hermione (nome che appunto proviene dal Racconto d’inverno shakespeariano). Stavolta Ozon si ispira a un racconto di Elizabeth Taylor risalente agli anni ’50, a sua volta ispirato alla figura reale della scrittrice Marie Corelli. La protagonista, Angel Deverell, è una giovane donna malata di scrittura che si inventa continuamente, arrivando a inventare anche le vite degli altri (così trasforma la madre da droghiera in una concertista eccelsa ma repressa; mentre all’amato ma sfuggente Esmé si attribuiscono dolcezze imprevedibili). Ciò nonostante, parlare di bovarismo sembra in questo caso improprio, poiché la mente di Angel non è inquinata da letture di bassa lega: la sua pulsione scrittoria è l’unico contatto con la realtà (editori, presentazioni, celebrazioni) che si degna di avere, dimenticando che questa non è intangibile come una sua pagina scritta (si veda il suo divieto di modifica all’editore). Angel non si rende conto della fragilità della scrittura, così come di quella del desiderio e, più in generale, dei sentimenti: il suo equivoco sta nell’attribuire ad essa e al sogno una sacralità e un potere che sono soltanto illusori. Il “Paradiso” (nome della ricca dimora che invidia fin da bambina e che conquista una volta divenuta ricca scrittrice) delle sue ambizioni si prenderà alla fine gioco di lei, rivelandosi luogo di morte e dolore. Lo stesso aborto spontaneo di cui è vittima sembra un tenace segnaleImage di rifiuto del reale.

La duplice tensione tra finzione e realtà genera anche un’altra forma di sdoppiamento: Angel si riflette per contrasto in Angelica, ricca bambina solamente intravista all’inizio, attraverso i cancelli del “Paradiso”. I loro destini, più che correre paralleli, si incrociano, formano strane e fatali strutture chiasmatiche: dinanzi ad una Angel ormai dark lady (come se avesse assorbito il cromatismo “limitato” del marito pittore per effetto di un transfert luttuoso), si erge, bionda e rosacea, emblema di un tepore domestico post-bellico, l’Angelica caduta in disgrazia, mentre la prima sfondava coi suoi best-seller appassionati. Se Angel, con il suo nome androgino, sfugge continuamente alla realtà sino a morirne, Angelica, guerriera suo malgrado, ha superato il conflitto, guadagnato un figlio e un marito presentabile. Angelica vive, inoltre, in una casa moderna e non in una magione da fiaba appassita quale è appunto il “Paradiso” in rovina della scrittrice. Angel è anche, infatti, uno di quei film dove le dimore sono prepotentemente protagoniste: e questo non può non richiamare alla mente illustri predecessori quali Psycho, ma soprattutto Rebecca. Potremmo dire che il “Paradiso” del film è una sorta di Manderlay senza fantasmi: neanche per loro c’è posto nel ritiro di Angel, così saturo delle sue fantasie.

ImageLa regia "emotiva" di Ozon abbonda in primi piani, soffermandosi spesso sul volto di Romola Garai, intensissima e metamorfica: dalla "piccola donna" della prima parte, ad autrice elegante e di successo, per concludere infine nelle vesti di una dama gotica, livida e malata. Abbondano, inoltre, come spesso nei film del regista francese, echi fassbinderiani (il rapporto tra Angel e Nora, soprattutto nelle scene ambientate nella barocca camera da letto, sembrano omaggiare Le lacrime amare di Petra Von Kant). Angel morirà sola e quasi del tutto dimenticata: la sua è stata solo, per citare un titolo di Douglas Sirk, una splendida Imitation of Life.

 

SCHEDA FILM

TITOLO ORIGINALE: Angel REGIA: François Ozon SCENEGGIATURA: François Ozon FOTOGRAFIA: Denis Lenoir MONTAGGIO: Muriel Breton MUSICA: Philippe Rombi PRODUZIONE: Gran Bretagna/Belgio/Francia ANNO: 2007 DURATA: 137 min.
 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.