Cenere dal cielo PDF 
Davide Vanni   

Lo scrittore di guide turistiche Pol Ferguson (Gary Piquer), in seguito ad un guasto della sua roulotte, si trova costretto a passare la notte nel territorio della Val Negron, in Asturia, una valle dove i suoi abitanti convivono ormai da anni con la presenza ravvicinata di una centrale termica. Lì conoscerà Federico (Celso Bugallo), un uomo che odia la centrale e che crede nella bontà del compromesso di Kioto, Cristina, un'attraente donna abbandonata dal marito e con due figli a carico, e una coppia di giovani sposi fermamente convinta dell’impossibilità di procreare a causa delle ceneri della centrale. Pol deciderà di fermarsi nella valle per scrivere la sua guida entrando nello stesso tempo nella vita dei suoi abitanti e partecipando alla loro lotta contro la contaminazione.

Vincitore del premio Toyota Earth Grand Prix della sezione “Natura” del Festival Internazionale del cinema di Tokio 2008 (premio nato espressamente per riconoscere un cinema che sia in grado di promuovere un'attenzione per la problematica ambientale), Cenizas del cielo è il secondo lungometraggio di finzione del regista spagnolo José Antonio Quiros, che già nel 2000, con Chiedine conto al re!, aveva affrontato la tematica della denuncia sociale nei confronti del progresso. Potremo definire questo come l'ennesimo tentativo di sensibilizzazione dell’uomo nei confronti di se stesso e dell’eterna contrapposizione natura-progresso, nature-nurture. La semplicità dell’impianto narrativo e la prevedibilità degli eventi che si susseguono rappresentano, infatti, una inevitabile conseguenza e una necessità narrativa dovuta al punto di partenza scelto dall’autore. Ci troviamo nella regione spagnola dell’Asturia, in una valle dalla natura rigogliosa, solitaria e tranquilla, ma presto trasformata da decisioni umane irrazionali in un habitat dalla vita impossibile, in cui l’uomo è separato soltanto da pochi metri dalle ciminiere interrottamente fumanti di una centrale termica.

Lo spazio prima di tutto (secondo quanto dichiarato dal regista): ”Mi piace girare una pellicola in funzione dello spazio e non viceversa. Non mi piace inventare una storia e poi cercare uno spazio”. Già, lo spazio prima di tutto, però la scelta di questo spazio implica una storia con degli antecedenti e con uno sviluppo poco malleabile, nel senso che l’autore, a meno di geniali invenzioni, poco ha da creare, con il pericolo di scadere nella consuetudine della banalità e della prevedibile denuncia utopica dell’ingiustizia. Altra strada sarebbe stata quella di generare attraverso il linguaggio cinematografico quel senso profondo e religioso di umanità che sta alla base, ad esempio, di un Dersu Uzala. Ciò che rimane, una volta terminata la pellicola, è la solita sensazione che accompagna le storie in cui si fronteggiano Davide e Golia, dove però è sempre Golia ad averla vinta. Resta un vuoto considerevole che la sceneggiatura non è stata in grado di riempire perché troppo scontata anche nel suo tentativo di inserire il fantastico nella realtà (i buffi e sconclusionati esperimenti dei due amanti che cercano in tutti i modi di procreare un discendente). Una sceneggiatura non certo innovativa, in cui la storia è presentata allo spettatore attraverso il punto di vista di uno straniero che si trova di passaggio e che inevitabilmente finirà con il fermare il proprio cammino nel bel mezzo della storia stessa. Una storia che ha rinunciato alla profondità, ai toni grigi, preferendo rappresentare personaggi assoluti, o bianchi o neri.

Le buone intenzioni dell’autore, sempre impegnato nella volontà di far coincidere il fare cinema con un forte impegno d carattere sociale, sufficienti a stimolare una riflessione personale anche plurigenerazionale sul particolare stato delle cose nella Val Negron, non lo sono d’altro canto a generare una profonda e umana empatia.

TITOLO ORIGINALE: Cenizas del cielo; REGIA: José Antonio Quiros; SCENEGGIATURA: Dionisio Perez, José Antonio Quiros; FOTOGRAFIA: Alvaro Gutierrez; MONTAGGIO: Fernando Pardo; PRODUZIONE: Spagna; ANNO: 2008; DURATA: 96 min.

 


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