Geometrie ludiche: Yesterday Once More PDF 
Davide Morello   

La commedia nella produzione di Johnnie To rappresenta un terreno di sperimentazione, un punto saldo della sua poetica e della sua personale visione, tanto che anche nelle sue pellicole più noir la leggerezza del gioco, il distacco ludico, la casualità, le coincidenze e il fatalismo ironico incombono come leggi inviolabili che governano il sistema di relazioni fra eventi e personaggi, strutturano sviluppi narrativi che funzionano come rigide simmetrie. In modo ancora più palese in alcune delle più note e recenti commedie questo aspetto è decisamente criterio compositivo di rilievo.

Yesterday Once More (2004) non solo non si sottrae a questo principio, ma, come in altre commedie quali la precedente Turn left, turn right (2003), esplicitamente, il destino gioca con i personaggi, li manipola, ne mette in evidenza le scherzose contraddizioni, ma soprattutto avvia una storia che si biforca, s'intreccia, vede i punti forti della narrazione gravitare intorno all'alternanza e ai parallelismi. L'ironia così scaturisce non dalla gag isolata che fa irruzione nel tessuto narrativo in quanto elemento straniante, ma ruota intorno al raddoppiamento delle situazioni, ad una diramazione del racconto che esalta uno scherzoso gioco di sotterfugi, rime e contrasti. Le prime tre sequenze introduttive che anticipano i titoli di testa mettono da subito in evidenza il rapporto giocoso che i protagonisti intrattengono fra loro e con il mondo fenomenico. Il furto dei diamanti per mezzo di modellini telecomandati di motoscafo, la spartizione del bottino tramite la sfida con le biglie, la separazione annunciata che innesca la loro vitale competizione, la quale in realtà sfrutta la materialità dei beni e la ricchezza come giustificazione e mascheramento di un più sottile legame simbiotico. L'intreccio è avviato e vede i protagonisti attuare medesime strategie, pedinarsi, nascondersi, osservarsi a distanza, cercarsi e abbandonarsi. La sensibilità di To e del co-regista e sceneggiatore Wai Ka Fai mira a smorzare gli eccessi melodrammatici evitando nel contempo di rifuggire in una visione di superficie o di facile stilizzazione: al centro vi è una complicità colta nei suoi plurimi risvolti di ammiccamenti e ritrosie. 

La vicenda si articola intorno ai due personaggi ed esibisce una narrazione dalla struttura binaria: dipana percorsi paralleli in un uso continuo del montaggio alternato, in uno spostamento equilibrato di un punto di vista esterno che ritrae l'agire dell'una come dell'altro. Il filo conduttore, l'oggetto valore comune ai due, è un vero e proprio gioiello, un anello, una collana, che finisce spesso per essere rubato dal complice. Il sistema di rifrazioni e sdoppiamenti dispone Mrs. Allen come ulteriore personaggio che interagisce con la storia principale: incarna un doppio e un rivale, ma anche adiuvante dei protagonisti. Anche lei ladra, separata più volte, indaga sulla coppia ingaggiando improbabili e buffi investigatori, ma finirà col favorire le intenzioni del marito e agire per il bene della donna. Un tale intreccio è reso dalle accentuate simmetrie e rime a cui dà origine, nella composizione geometrica, il suo medesimo sviluppo e che si riflette sulle stesse modalità del racconto. Il furto di una prima collana prevede l'arruolamento di atleti che contemporaneamente s'incontreranno per sottrarre la refurtiva al ricco e scapolo figlio della signora Allen, a sua volta perseguitata dall'agente assicurativo che l'accusa di truffa. La dinamica della preparazione del furto è data da un montaggio parallelo che gradualmente confluirà in un'alternanza che farà incontrare i due protagonisti per poi far loro intraprendere altre strade parallele che nuovamente si scontreranno. Raddoppiano le collane e così le medesime strategie di borseggio, mentre il nascondiglio della refurtiva in cima ad una altura rimane sempre identico, con il medesimo stratagemma utilizzato dal marito per sottrarre la collana alla moglie. Per due volte lei ritroverà i preziosi in una cassetta di sicurezza al bowling. La collana si dimostrerà un falso permettendo così al tema della copia di rafforzare un tale sistema di doppi e ripetizioni. Lei simula una malattia incurabile, nel letto d'ospedale, quando lui andrà dal reticente dottore per informarsi sulla sua salute ma, con un rapido stacco, ora è lui a letto, in ospedale, con lei che cercherà di ottenere chiarimenti sulla condizioni del marito.

La prevedibilità di un tale sviluppo lineare si smentisce quando è il tragico destino a incombere e cambiare le regole del gioco, come spesso avviene in To, che con la stessa leggerezza con cui ha condotto una sofisticata commedia, ne ribalta i canoni in un epilogo sfuggente. L'apparente semplicità dell'organizzazione narrativa è in realtà terreno di sperimentazione di forme e di un linguaggio tutt'altro che casuale. Anzi il rigore espressivo e il gusto per le geometrie concerne l'intero impianto strutturale quanto la costruzione di singoli sintagmi narrativi. Alle scommesse durante la corsa dei cavalli, nuovamente i due si incontrano in postazioni confinanti. Compiono le stesse azioni e le modalità di ripresa sono identiche e simmetriche per i due visti separatamente, escono entrambi con il sigaro e il bicchiere di vino, si salutano ed insieme compaiono nella stessa inquadratura frontale. Fanno acquisti in un'enoteca e all'uscita le loro strade si separano ad un bivio, ma subito dopo sono insieme al ristorante. Nelle loro case, in successione, simulano la presenza di un rispettivo amante. In particolare nell'alloggio di lui, un piano sequenza mette il luce i loro spostamenti, le loro distanze, il loro incontrarsi e separarsi, in un unica inquadratura che culmina fissa e geometrica anche per quanto riguarda l'aspetto figurativo, quando si dispongono di profilo alle due opposte estremità guardandosi frontalmente con altre linee verticali della scenografia al centro del quadro e con ricercati effetti di profondità. Nella proliferazione di rime e parallelismi, i due investigatori litigano e si separano. La scena che vede entrare Mrs. Allen struttura simmetricamente lo spazio nella sala del ristorante, quando i due si danno la schiena e la donna si pone in una posizione centrale. Si rivolge prima ad uno a sinistra e poi all'altro a destra per avere un resoconto completo dell'indagine.

Il gioco quindi non è solo elemento tematico su cui è impostata la relazione fra i personaggi, che dissemina ovunque pretesti per la loro eterna competizione, il gioco è anche quello di To che sfrutta la vicenda narrata in quanto pretesto per sperimentare soluzioni di rime, richiami, simmetrie e ripetizioni che riguardano oltre lo sviluppo narrativo e le sue diramazioni sempre eccessive,  la composizione figurativa dei quadri, la tracciabilità dello spazio con fluidi e privilegiati spostamenti di macchina e una sua specifica propensione a suggerire la tensione drammatica dosando il piano sequenza e l'accumulazione del dettaglio. L'artificiosità tematica corrisponde quindi all'esibita artificiosità della scrittura filmica, al suo stesso raddoppiamento. Elementi che appartengono alla sua poetica più matura, la quale tende a valorizzare l'elemento stilistico enfatizzandolo e che accentua simultaneamente il gusto per l'artificio, il piacere dall'affabulazione e della simulazione, che mette in mostra i suoi stessi principi costitutivi, le figure retoriche di cui fa ampio uso amplificando il senso della finzione e del potenziale immaginifico di cui l'autore dispone con il suo fidato collaboratore.

TITOLO ORIGINALE: Lung fung dao; REGIA: Johnnie To, Wai Ka Fai; SCENEGGIATURA: The Hermit, Au Kin Yee; FOTOGRAFIA: Cheng Siu Keung; MONTAGGIO: Law Wing Cheong, David Richardson; MUSICA: Ben Cheung, Chung Chi Wing; PRODUZIONE: Hong Kong; ANNO: 2004; DURATA: 98 min.

 


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