J. Baxter - Kubrick: la biografia V. LoBrutto - Kubrick: l'uomo dietro la leggenda PDF 
di Giuseppe Verlucca   

Strano caso di "doppio" letterario in cui la presenza di due autori, che riferiscono pressoché le stesse notizie, garantisce l'attendibilità delle notizie. Un Kubrick raccontato per filo e per segno, magari l'ennesima beffa del regista stesso, vertice perfetto del suo desiderio di controllo.

Una volta superati l'imbarazzo o la diffidenza che reca in sé il termine "genio", ancor più se ad esso si accompagna l'attributo "cinematografico" (e Kubrick dimostra di esserlo a pieno titolo), ci si può domandare se abbia senso parlare della vita del regista come di un 'a parte' rispetto all'opera, poiché essere Stanley Kubrick ha significato dedizione totale nel costruire cinema, orizzontalmente e verticalmente, in ogni attimo che non fosse dominato dal sonno o da qualche telefonata transoceanica.

A vantaggio dei due biografi c'è una cosa certa: il genio e' morto, non può più filmare e quindi neanche vivere.

La morte è l'unica alterità davvero interessante, ma non e' documentabile. L'eremitaggio di Kubrick - fisico, ma non comunicativo (i film, le telefonate, il computer) - e il controllo esercitato su dichiarazioni e interviste hanno fatto in modo che le informazioni fossero sufficienti a soddisfare fans e curiosi, mantenendo allo stesso tempo un carattere fuorviante. Leggere le azioni del regista è probabilmente molto più complesso che individuarle e collocarle storicamente.

Baxter e Lo Brutto si crucciano di tali difficoltà e si vantano di aver lottato contro esse; l'immagine del regista che viene a delinearsi è molto simile: collerico, cattivo, scorretto, determinato, ossessivo e, a volte, ma solo a volte, inspiegabilmente tenero. Stilisticamente le biografie non sono l'una il clone dell'altra e, a parte alcune similitudini d'impostazione (la scansione dei capitoli segue inevitabilmente la cadenza dei film), di contenuti e di inevitabili mancanze (nessuna notizia sull'ultimo lungometraggio), affrontano Kubrick con approcci diversi: Baxter un po' più tagliente e diretto, facilmente digeribile, mentre Lo Brutto scava a fondo e informa adeguatamente anche sull'infanzia e sul periodo in qualità di fotografo per la rivista "Look", insieme ad alcune interessanti digressioni come quella sulla moglie Christiane e considerazioni su accorgimenti tecnici (gli obiettivi, per esempio).

Il materiale fotografico è scarso in ambedue, benché sia più intrigante quello nell'edizione de Il Castoro.

Se da una parte Baxter è più essenziale, dall'altra Lo Brutto vanta una maggiore completezza, anche se questa tende a ripercuotersi sull'eccessiva lunghezza che conferisce un carattere un poco dispersivo.

 


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