La sorgente dell'amore PDF 
Monica Pentenero   

Il nuovo film di Radu Mihaeileanu, regista dell'apprezzatissimo Train de Vie, è una stimolante favola al femminile. La protagonista è la bella Leila (Leila Bekhti), che ha un nome da principessa e un "principe" altrettanto bello, leale e illuminato per marito (Saleh Bakri), alla cui madre (Hiam Abbass) tocca la parte della matrigna cattiva. A fare da nutrito contorno alla fiabesca avventura pensano il saggio padre del principe (Mohamed Majd), un'astuta strega, detta "vecchia lupa" (Biyouna), un gineceo piuttosto variegato, e un branco di ignavi orchi. Della favola, La sorgente dell'amore adotta anche l'insistenza sugli stereotipi, unica nota che può risultare a tratti fastidiosa, ma che ben si inserisce nello stile del film, con una motivazione quasi didascalica.

I protagonisti vivono in un villaggio che di fiabesco ha ben poco e l'azione prende le mosse proprio dalla scomodità principale che assilla le abitanti, costrette ogni giorno ad arrampicarsi a piedi sul sentiero che porta alla sorgente più vicina, nascosta sulle inospitali montagne che circondano le misere case del villaggio, mettendo in pericolo le loro vite e quelle che portano in grembo, come testimoniato dal triste incipit e dallo scioccante bilancio di morte recitato dalla vecchia lupa nell'hammam. Oltre alla questione dell'acqua, Mihaileanu porta alla ribalta una quantità di altri problemi, anche questi poco fiabeschi, che affliggono ancora oggi molte civiltà, soprattutto mediorientali: la povertà, l'arretratezza, la violenza sulle donne, il confinarle di preferenza nell'ignoranza, l'obbligo per le fanciulle di mantenersi intatte sino al matrimonio, la pavida ottusità di quelle donne che disapprovano qualsiasi tentativo di ribellione al rigido sistema di regole dettate da una tradizione maschile, più che dal Corano. La scelta coraggiosa dello sciopero dell'amore per ottenere l'acqua corrente è certamente un argomento atipico per una favola, ma non per il testo profano che La sorgente dell'amore affianca idealmente alla sacralità del Corano: Le mille e una notte, celeberrima raccolta di novelle orientali che tratta di amore e di sesso. Un accostamento riuscito che fa il paio con quello fra il libro e le telenovelas messicane che le donne del villaggio si riuniscono per guardare, e che costituisce una delle spie della commistione fra costumi orientali e occidentali che si realizza non solo nel villaggio teatro della favola, ma anche nel resto dei territori arabi e nordafricani che si affacciano sul Mar Mediterraneo.

Trattandosi di una favola che narra delle tradizioni di un popolo che vive tra il Maghreb e il Medio Oriente, il canto ricopre un ruolo importante, tanto da richiamare alla mente, con le sue sequenze di ballo e canto in lingua araba, i più famosi musical americani. È attraverso la danza e le canzoni, infatti, che le donne protagoniste possono esprimere se stesse, gioire per una nascita, sfogarsi per una morte, cercare di rivendicare i propri diritti. Ma a colpire è anche l'irritante ballo dei mariti-orchi che pensano, a torto, di aver gabbato le avvedute mogli. La favola parla dunque di tradizioni antiche e probabilmente ingiuste, di amore e di rispetto, di immobilismo e di ribellione e lo fa in maniera gradevole e convincente, con interpreti che sanno dar vita a personaggi di fronte ai quali non si può restare indifferenti. La narrazione è punteggiata da esempi di un simbolismo relativamente spiccio che ne sottolinean0 le tematiche salienti, quali la necessità dell'acqua per la vita, la lettura e la scrittura come riscatto e possibilità di apertura, l'infinitamente piccolo, gli insetti e le donne, l'aridità della terra e del cuore, l'uso studiato dei colori. Tutti elementi che contribuiscono alla riuscita di questa favola, al termine della quale, come legittimamente ci si aspetta, arriva il lieto fine.

Ma vissero davvero per sempre felici e contenti? Non è dato saperlo, e perciò su questo lieto fine occorre forse spendere qualche parola in più. La sorgente dell'amore, infatti, si guarda bene dal lasciar credere che tutto si sia risolto nel migliore dei modi, dal momento che il governo di questo paese delle fiabe assomiglia un po' troppo a quello di numerosi paesi reali e la richiesta delle scioperanti viene accolta unicamente per paura che possa originare rivendicazioni da parte di altre donne. Il film inizia e si conclude con un gruppo di donne in festa, una circolarità che rende difficile credere che la situazione sia realmente cambiata. Durante i gioiosi canti finali, una di loro prende la parola e intona un canto che pare esprimere il parere di tutte: la sorgente della donna è il suo uomo, frase che getta un'ombra di ambiguità sul significato di questa favola. Dunque, La sorgente dell'amore propone personaggi, stereotipi, bene contro male e lieto fine, proprio come accade nelle fiabe, ma qual è la sua morale? Se la morale non c'è, è perché Mihaileanu non vuole raccontare una favola, ma parlare di una realtà che la morale l'ha persa di vista.

Titolo originale: La source des femmes; Regia: Radu Mihaileanu; Sceneggiatura: Alain-Michel Blanc, Radu Mihaileanu; Fotografia: Glynn Speeckaert; Montaggio: Ludo Troch; Scenografia: Christian Niculescu; Costumi: Viorica Petrovici; Musiche: Armand Amar; Produzione: Elzévir Films, Oï Oï Oï Productions, Europa Corp., France 3 Cinéma, Compagnie Cinématographique Européenne, Panache Productions, Radio Télévision Belge Francophone, BIM Distribuzione, Indigo Film, Agora Films; Distribuzione: BIM; Durata: 135 min.; Origine: Belgio/Francia/Italia, 2011

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.