Dietro i nostri occhi PDF 
Paolo Fossati   

Un diario e tre sceneggiature. Due tipi di scrittura antitetici: l’uno immediato per cogliere le idee, l’altro – inevitabilmente riflessivo – per svilupparle e costruire con cura un meccanismo narrativo. Le pagine di Luc Dardenne testimoniano il processo creativo cinematografico che l’autore condivide con il fratello Jean-Pierre, coprendo un arco temporale di quattordici anni, dal 1991 al 2005. Un cinema che parte da dati concreti, ma afferma di voler solo essere un testimone oculare di storie umane, un racconto che si interroga sul presente dimenticando le idee di partenza.

Promemoria, regole d’autodisciplina, dichiarazioni programmatiche, aforismi, domande sui massimi sistemi, confessioni e riflessioni si susseguono in un flusso di coscienza regolato solo dal ritmo delle date poste in calce ad ogni pensiero. Edito in Francia da Éditions du Seuil, il libro è pubblicato in Italia da ISBN Edizioni e, oltre al memorabilia diaristico, offre al lettore le sceneggiature complete de Il figlio, L’Enfant e Il matrimonio di Lorna. Leggendo il diario si scoprono un rispetto e un’attenzione spasmodica nei confronti delle esigenze dello spettatore, che i Dardenne (additati dal pubblico medio come autori criptici, se non addirittura snob) manifestano sullo schermo cercando di offrire l’incanto reso possibile quando ci si trova dinanzi alla sincerità. Le parole talvolta sono tracce più nitide dei pensieri, rispetto ai fotogrammi: “Uscire da una sala cinematografica rassicurato, guarito… puro sentimento di essere uomo tra gli uomini. Più tardi il ricordo di questo istante come un istante di felicità”. Con le immagini è molto più complesso esprimere determinati sentimenti senza retorica.

Lontani dal voler tracciare una linea di demarcazione tra parola ed immagine, quello che ci preme rilevare è che leggere questo diario dà l’impressione di essere di fronte alla bacheca d’indizi di un investigatore che abbia indagato su Luc Dardenne raccogliendone i pensieri ricorrenti. Indizi che ci parlano di quella parte di mondo che non ha accesso all’interno delle inquadrature dei film dei due registi, ma che ne rappresentano un fuoricampo pulsante ed universale che fa da contrappeso alle vicende dei personaggi sullo schermo. Come un ronzio invisibile di riflessioni sulla cronaca, sulla televisione, sulle narrazioni quotidiane che permeano la società. (R)umori di fondo che ci vengono svelati in sede letteraria come corollario alle opere filmiche. La forza di questo diario risiede, poi, nell’assenza di una struttura formale di riferimento, nella natura libera di una scrittura senza schemi o regole. Insomma, nell’essere l’esercizio più lontano possibile dalla stesura di una sceneggiatura. Nel manifestarsi come testo fedele solo alla cronologia dei pensieri. Un’autentica confessione, stenografia di un monologo interiore. Le due parti del libro si bilanciano in questo modo, facendosi a vicenda da contrappeso. Se la pratica della sceneggiatura a posteriori rappresenta il più significativo ed efficace esercizio d’analisi del film, attuandola nei confronti delle opere dei Dardenne risulta spesso uno strumento alquanto impreciso per cogliere l’essenziale. L’ampio uso del piano-sequenza messo in atto dai due registi dilata sia i tempi del racconto, sia il ritmo del critico-analista troppo spesso abituato a nutrirsi degli stacchi di montaggio.

In questo scenario il volume d’appunti di Luc Dardenne diventa un viatico per la comprensione più profonda di un cinema votato alla rappresentazione dell’essenziale attraverso una complessità della messa in scena estremamente vicina a quella spontaneità sfuggente della vita, tanto difficile da riprodurre.

TITOLO: Dietro i nostri occhi; AUTORE: Luc Dardenne; EDITORE: ISBN; ANNO: 2009; PAGINE: 336; PREZZO: 16,50 €

 


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