La mosca PDF 
Andrea Mattacheo   

La mosca si inserisce in quel momento del “percorso autoriale” di David Cronenberg - il primo, dopo lo straniante e insolito esordio avvenuto con Stereo - nella quale le tensioni disturbanti che abitano tutto il suo cinema affiorano in maniera esibita e barocca alla superficie del visuale. Un cinema spesso horror nella misura in cui mette in scena orrori e punta sullo shock epidermico causato da un’immagine perturbante e molte volte disgustosa; immagine contaminata geneticamente con l’effetto speciale senza mai però lasciarsene dominare. L’artificio e il trucco, per quanto funzionali nel loro provocare reazioni immediate e istintuali, non sono sterili esibizioni di tecnica; la loro potenza e anche la loro efficacia risiedono nell’essere esplosioni di forze oscure che abitano sotto la pelle dei personaggi.

Forse però, pur essendo il film del regista canadese in cui l’elemento orrorifico trova la sua forma più estrema - nelle tante mostruose trasmutazioni della creatura ideata da Chris Walas - si tratta proprio del punto di partenza di quella lenta e complessa svolta estetica che lo ha portato al suo fare cinema di oggi. Ci sono ne La mosca già molte tracce dell’attuale uso del linguaggio “cronenberghiano”, un esprimersi fondato sulla sottrazione, sempre più teso e asciutto, film dopo film, mantenendo tuttavia, sepolte sotto la composta freddezza delle sue immagini, le medesime pulsioni, che così nascoste sembrano talvolta ancora più forti e turbanti. C’è infatti ne La mosca una economia stilistica e narrativa di assoluta limpidezza che passa inosservata tra i suoi sovrabbondanti eccessi visivi, ma che agisce in profondità e contribuisce a creare il senso di opprimente inquietudine che pervade il film. Nella serie di piani statici e algidi, pensati da Cronenberg per dare forma alle trasformazioni di una carne corrotta dalla macchina, c’è lo stesso orrore che rivela il volto purulento della uomo-mosca. E la geometria asettica degli spazi, enfatizzata dalla messa in scena, ha il medesimo effetto perturbante della bava viscida che corrode le ossa fino a farle sparire. Ci sono nella precisione degli scambi di battute  tra i personaggi altrettanto, e forse più, sangue e violenza che nelle mutazioni del mostro. C’è un cinema che anche nella sua sovrabbondanza e nei suoi eccessi è sempre stato di un rigore stilistico, riflesso di quello etico, assolutamente cristallino.

 


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