Ernest & Celestine PDF 
Pietro Sannino   

Quanti modi conosce il cinema d’animazione per raccontare una fiaba di quelle “all’antica”? Osserviamo adoranti la magia di questo lungometraggio tratto dai libri della scrittrice/disegnatrice Gabrielle Vincent (tradotti quasi ovunque nel mondo), e divertiamoci a descrivere l’incanto che ci suggerisce il quesito iniziale. Al lavoro degli autori Benjamin Renner (al primo film d’animazione), Vincent Patar e Stephane Aubier, si affianca l’opera del mostro sacro della letteratura teatrale d’oltralpe Daniel Pennac, che redige per loro la sceneggiatura di questo “moderno salto nel passato”. Ritroviamo il gusto di un raffinato acquerello, nell’impatto grafico tenue della pellicola in questione, le forme sono rotonde, i colori e la fotografia non tendono mai all’estremo: anche un adulto può sedersi coi suoi figli a vedere qualcosa che colpirà prima l’animo e poi gli occhi, prima il cuore e poi l’intelletto.

La storia dell’orso Ernest e della topolina Celestine, nel suo commovente e toccante dipanarsi, affascina per semplicità e per la sua capacità di rendere leggero tutto: la struttura narrativa, i personaggi, il significato. Per quest’ultimo, tuttavia, non va intesa una leggerezza nel senso stretto del termine (poiché l’insegnamento teso ad abbattere le barriere e le diversità è alto), ma in un uno più ampio: se è il cuore stesso ad essere leggero mentre si ammira il complesso dell’opera, qualsiasi cosa è resa lieve, delicata ed entra in profondità. L’artista di strada Ernest (l’orso doppiato da Claudio Bisio per le sale italiane) incontra l’aspirante pittrice Celestine (la topolina, che alle nostre orecchie ha la voce delicata di Alba Rohrwacher), due realtà che non hanno quasi nulla in comune, eppure la magia rompe gli schemi, ribalta le impressioni, e la fantasia viaggia insieme a tutto il resto. Si racconta che lo stesso Pennac leggesse alla sua bambina, tanti anni fa, i libri della Vincent, e di sicuro uno dei suoi meriti è quello di non perdere mai di vista le origini di questi personaggi. Due mondi (quello di sotto di Celestine, riservato ai topo, e quello di sopra di Ernest) vengono a contatto, e i protagonisti decidono di convivere nella cornice delle proprie passioni, la pittura e la musica. Presto le cose si complicheranno, verranno scoperti e giudicati perché non avrebbero dovuto stare insieme, loro, così diversi: ma il sentimento che li lega travalicherà i confini di leggi che non tengono conto di quanto siamo, invece, indissolubilmente legati gli uni agli altri, in quanto esseri viventi.

A volerne trarre una morale, in modo semplicistico, si farebbe presto a giudicare i temi di questo film già sfruttati, eppure è la stessa raffinatezza di cui parlavamo prima a proiettare tutto molto oltre. Un plauso, in definitiva, alla ventata che questa pellicola porta nel panorama del cinema di animazione europeo ed internazionale, e che speriamo non sia un caso isolato.

Titolo originale: Ernest et Célestine; Regia: Stéphane Aubier, Vincent Patar, Benjamin Renner; Sceneggiatura: Daniel Pennac; Montaggio: Fabienne Alvarez-Giro; Musiche: Vincent Courtois; Produzione: La Parti Productions, Les Armateurs, Maybe Movies, Mélusine Productions, Studio Canal International; Distribuzione: Sacher; Durata: 80 min.; Origine: Francia, 2012

 


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