Se il cinema svela da sempre ai nostri occhi un grande panorama di storie e suggerisce uno sguardo ulteriore sui loro sviluppi, un documentario come Terra Madre rappresenta una vera fucina di ipotesi su scenari futuri possibili. Proseguire con i ragionamenti stimolati dal film e mettere a frutto le idee promosse dalle diverse comunità del cibo durante gli incontri organizzati da Slow Food si impone quindi come una necessità, dopo aver assistito alla visione. Per consentire la prosecuzione di questo percorso critico, Terra Madre, il lavoro dedicato da Ermanno Olmi agli incontri, esce in DVD edito da Feltrinelli Real Cinema corredato da un libro di approfondimento ricco di interventi: Ortolani di civiltà. Quasi a comporre una polifonia di voci si susseguono pagine critiche e testi che consentono agli spettatori di arricchire gli spunti dati dalla visione del film.

Diviso in tre parti (una dedicata al film, un’altra al progetto Terra Madre e l’ultima ad approfondimenti tematici), il libro è introdotto da Carlo Petrini, che racconta la genesi del progetto e l’entusiasmo di Olmi nell’affrontarne la sfida, dapprima realizzando oltre trecento ore di girato durante gli incontri di Torino del 2006, poi prendendosi due anni per comporre il film arricchendolo con altre riprese che ne incrementano il valore. Il prodotto finito non è solo un reportage, ma affronta i temi anche attraverso un livello poetico, per il quale l’apporto del regista Franco Piavoli è stato fondamentale, e si avventura in un livello di pura esplorazione e indagine attraverso le riprese realizzate all’arcipelago delle Svalbard, dove sotto i ghiacci perenni è stata creata una banca delle sementi per preservare la biodiversità o quelle girate da Maurizio Zaccaro in India, al seguito di Vandana Shiva.

A proposito delle Svalbard il libro consente al lettore di venire a conoscenza di alcuni particolari spesso poco ricordati dai media, che tendono a sottolineare sempre il lato affascinante e l’appeal fantascientifico della banca delle sementi, senza soffermarsi su dati significativi, come “chi ha investito in questa cassaforte dell’apocalisse: la fondazione Bill Gates, i giganti dell’agrochimica Monsanto e Syngenta, la fondazione Rockfeller”. O su quesiti fondamentali: “bisognerebbe chiedersi chi avrà le chiavi della sala del tesoro? Il governo svedese, che ha costruito il sotterraneo per la modica cifra di sei miliardi di euro sarà il garante? E che ruolo avrà il Global Crop Diversity Trust, entità privata incaricata dell’inoltro dei semi?”. “L’arca di Noè verde”, nonostante l’idea abbia un’aura attraente, nasconde infatti contraddizioni di base, come l’aver scelto un posto freddo, ma aver scavato un caveau nella roccia dove la temperatura si alza rispetto all’esterno e obbliga all’uso di refrigeratori, o il fatto che il miglior modo di preservare le sementi sia coltivarle, non archiviarle. Insomma, il progetto potrebbe rivelarsi una sorta di scudo dietro il quale nascondersi per compiere altri scempi contro il pianeta, assicurandosi un set completo di antidoti.

Vedrai! finirà che ci scambieremo le sementi di nascosto come i libri proibiti. Sarà il modo di frantumare il loro potere. Non vedo altra rivolta possibile. Guarda questo alberello che nasce. È un melo. Viene dal seme di una mela regalatami da un bambino di una scuola lombarda che faceva l’orto in classe. L’ho piantato e ora cresce. Può esserci segno più bello?
(Ermanno Olmi).

TITOLO: Terra Madre; AUTORE: Ermanno Olmi; EDITORE: Feltrinelli; ANNO: 2010; PAGINE: 160; PREZZO: 18,90 €