Mostra del Cinema di Venezia 2003 - Panoramica PDF 
di Lorenzo De Nicola   

A 60 anni, anche se siamo il più vecchio festival del mondo, siamo ancora giovani!

Da queste parole si può ben comprendere quale fosse l'atteggiamento del nuovo direttore della Mostra del Cinema di Venezia - al secondo mandato e con più tempo a disposizione - nell'organizzare l'ennesima edizione di questo storico festival. Scegliendo tra oltre 1600 film di lungo, medio e corto metraggio Moritz de Hadeln e i suoi collaboratori sono stati in grado di offrire, sia al pubblico sia alla gran quantità di addetti ai lavori che ogni anno invadono il Lido, uno spaccato della cinematografia contemporanea eclettico, schizofrenico e ricco di fertili contraddizioni. Ma, soprattutto, ha garantito una qualità delle opere selezionate che sembra aver superato addirittura il festival di Cannes di qualche mese addietro.

Mantenendo le medesime sezioni quali Concorso, Controcorrente, Settimana della critica, Fuori concorso, Nuovi territori (a cui si devono aggiungere gli Eventi collaterali, le Proiezioni speciali e la retrospettiva), non sono certo mancate le occasioni di vedere proiettati gli sforzi produttivi di grandi maestri del cinema come quello di Manoel de Oliveira che alla veneranda età di novantacinque anni decide ancora di affrontare l'emozione di un concorso con Um filme falado, o di giovani esordienti tra cui il fortunato Andrei Zvyagintsev che, con il suo The Return, ha saputo conquistare la giuria.

Quindi grandi nomi accanto ad altri minori che comporranno il firmamento del cinema del futuro. E a questo proposito come non citare Marco Bellocchio, insoddisfatto vincitore del Premio per un contributo individuale di particolare rilievo per la sceneggiatura, che con Buongiorno, notte racconta in maniera acuta ed elegante un drammatico evento della storia del nostro paese. Sofia Coppola che, con Lost in translation, fuga qualsiasi dubbio in merito alle sue capacità. Il bellissimo Schultze get the blues, vincitore del Premio Speciale per la Regia della sezione Controcorrente, che regala una commuovente "straight story" che parte da un piccolo villaggio della Germania dell'est per concludersi nel Texas.

E ancora bisogna menzionare l'ultima fatica targata Von Trier. Dopo aver insidiato il festival di Cannes col coraggioso Dogville, il danese decide di ritornare ad interrogarsi sul cinema e lo fa, come sempre, in maniera cinica e aggressiva. The five obstruction si propone come una vera e propria speculazione meta-cinematografica volta a mettere in discussione, dopo l'esperienza del dogma, la settima arte e i suoi meccanismi espressivo-emotivi. Uno psico-cine-esperimento alla ricerca ossessiva e ossessionante di nuove forme d'espressione.

In una direzione ugualmente provocatoria si potrebbe individuare Alejandro Gonzales Iñarritu. Il suo 21 Grams risalta, infatti, per il coraggio nel portare all'eccesso un personale discorso antinarrativo che ha fatto indignare gran parte dei critici presenti e, senza dubbio, ha influito nella scelta finale della giuria che ha attribuito - in maniera alquanto impacciata - una Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile a Sean Penn.

Alla ricerca di una "finzione differente" si devono anche menzionare Peter Greenaway con il terzo capitolo del suo ambizioso The Tulse Luper suitcase, o ancora gli impareggiabili Ciprì e Maresco che per la difficile realizzazione de Il ritorno di Cagliostro sono andati a pescare il mitico Robert Englund, conferendo al cinema italiano una vivacità inaspettata.

La sessantesima edizione del festival di Venezia ha segnato comunque un discreto riscatto del nostro cinema. Oltre ai due palermitani e a Bellocchio, cui abbiamo già accennato, hanno dato prova delle loro capacità Edoardo Winspeare, autore de Il miracolo; Gianluca Maria Tavarelli che con Liberi confeziona un interessante prodotto a metà tra l'intrattenimento e la riflessione socio-politica; e, anche se non ce n'era sicuramente bisogno, Bernardo Bertolucci ha saputo dimostrare le sue incredibili abilità dando vita ad una personale ricostruzione cinefil-storica senza precedenti.

Ma il festival non si è fermato di certo qui. L'esilarante Matchstick men di Ridley Scott, Le cerf-volant di Randa Chahal Sabbag, il toccante Casa de los Babys di John Sayles, la brillante (anche se un po' deludente) commedia Intolerable Cruelty dei fratelli Coen e il roboante Zaitochi di Takeshi Kitano; la serie di documentari sul blues firmati Scorsese, Figgis, Pearce, Levin, sono stati ancora alcuni dei tantissimi eventi che hanno illuminato gli schermi del Lido.

Malgrado qualche momento di confusione dovuto ad alcune ingenuità d'organizzazione, la Mostra del cinema 2003 ha stupito e ha fatto parlare di sé, imponendosi tra i primi posti nel panorama degli avvenimenti cinematografici a livello nazionale e internazionale.

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.