Nessuna qualità agli eroi PDF 
Pietro Salvatori   

ImageLa questione psicanalitica ha da sempre affascinato il cinema. Un po' come sul lettino dello strizzacervelli, anche la macchina da presa ha la possibilità di spezzettare, triturare, vivisezionare per poi reincollare, riamalgamare la vita di un uomo. Il cinema è forse l’arte, intesa in senso lato, che più si avvicina, per affinità ed ambizioni, all’indagine della psiche, ad una ricerca spesso morbosa di devianze, di intoppi su quello che, solitamente, dovrebbe essere la normale e alternamente travagliata vita di un uomo.

Massacrato dalla critica a Venezia arriva sugli schermi Nessuna qualità agli eroi, film ermetico, fin dal titolo variamente interpretabile, di Paolo Franchi, regista complesso e complicato, laureato in Critica Psicoanalitica dell’Arte, che ha messo in scena una pièce, per sua stessa ammissione, disperata e nichilista. Una disperazione e un nichilismo che sono il sale di una storia nella quale si incrociano due depressioni, che si declinano in tempi e in modi differenti, ma che costituiscono l’ossatura di tutta la riflessione, dai tratti intellettualisticamente desueti, che viene portata avanti dalla pellicola. Bruno è un affermato broker assicurativo, sposato alla avvenente Anne – interpretata dalla splendida Irène Jacob – che ha contratto un debito da un facoltoso usuraio. Quando quest’ultimo muore il pensiero di aver risolto tutti i propri problemi viene fugato dall’incontro con l’inquietante personalità di Luca – al quale presta viso e corpo Elio Germano –, ragazzo introverso che manifesta fin da subito di avere parecchi scheletri nell’armadio. Franchi lavora intensamente sulla polisemia di significati, portando avanti quella che è una vera e propria ricerca psicanalitica mascherata da opera narrativa. La storia è quasi secondaria, accessoria, rispetto allo scandagliare in profondità l’animo e le pulsioni di due uomini, differenti per età, per trascorsi, per cultura ed indole, ma accomunati da un profondo disagio nei confronti della vita. Franchi sceglie una tecnica classica, lineare, densa di silenzi e di accenni, scevra da scivolamenti in facili commozioni o compatimenti. Prevalgono i colori atoni, il grigio, il nero, il verde, il marrone, e tutta la costruzione della messa in scena richiama fastidiosamente la profonda inadeguatezza rispetto alla realtà provata dai due protagonisti. Il vortice in cui pian piano sprofondano è così una lenta e irritante degradazione dei suoni e dei colori del girato, che accompagnano la fine morale, e forse anche fisica, dei due uomini. Franchi, nel suo rigorismo che non scende a compromessi, non usa mezze misure nemmeno nella rappresentazione di una certa morbosità che ottunde la mente e investe i corpi, attraverso alcune sequenze che hanno destato al Lido scalpore e fastidio.

Ma dopo la sonora bocciatura del tritacarne del Lido, Nessuna qualità agli eroi è un film che, forse, dovrebbe essere valutato più serenamente come una pellicola sì controversa, e per alcuni tratti intellettualisticamente evanescente, ma pur sempre solida e qualitativamente sopra la mediocritas di buona parte del cinema italiano contemporaneo. Non fosse altro per una sua curiosa ricerca del non detto, per la tensione che mostra nel portare sullo schermo quell’aspetto del fuori campo, dell’accennato ma non detto, che tanto spesso autori nostrani dalla grana meno fina trascurano, se non dimenticano del tutto.


TITOLO ORIGINALE: Nessuna qualità agli eroi; REGIA: Paolo Franchi; SCENEGGIATURA: Paolo Franchi, Daniela Ceselli, Michele Pellegrini; FOTOGRAFIA: Cesare Accetta; MONTAGGIO: Alessio Doglione; MUSICA: Martin Wheeler; PRODUZIONE: Italia/Francia/Svizzera; ANNO: 2007; DURATA: 102 min.

 


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