The Amazing Spider-Man PDF 
Maurizio Ermisino   

È il mito dell’eterno reboot. Vi piaccia o no, dovete abituarvi. I personaggi dei fumetti ormai sono le moderne creature mitologiche, e i testi che li riguardano dei classici della letteratura e delle cultura pop, testi sacri e immortali come quelli dell’epica classica o le tragedie di Shakespeare. Così, questi testi e questi personaggi mitici vengono continuamente reinventati, proprio come nel teatro, e sono soggetti a continui riadattamenti. Nel teatro la rilettura dei testi esiste da sempre. Nel cinema ci stiamo abituando da poco: si chiama reboot, termine che significa la ripartenza di una serie da zero.

A proposito della saga di Spider-Man, di cui questo The Amazing Spider-Man è appunto il reboot, l'operazione è apparsa dolorosa sin dall’inizio. Diciamo la verità: ci siamo rimasti tutti male quando abbiamo saputo che il nuovo capitolo dell’Uomo Ragno non sarebbe stato affidato alla premiata ditta Raimi&Maguire, che, almeno nei primi due capitoli, aveva rasentato la perfezione, e che il nuovo film non sarebbe stato il numero quattro, ma sarebbe ripartito da zero. Poi, visti gli attori e le prime immagini dei trailer, ci siamo posti almeno il beneficio del dubbio: questa nuova versione delle avventure dell’arrampicamuri avrebbe anche potuto funzionare. La storia, comunque, la sapete: Peter Parker viene morso accidentalmente da un ragno radioattivo (ma stavolta nel laboratorio ci entra di sua sponte), e comincia ad avere dei grandi poteri. Da cui - ormai sapete anche questo - derivano grandi responsabilità. Anche se Peter, più che di quelle, sembra preoccuparsi solo di catturare la persona che ha assassinato lo zio. Le sue ricerche si scontrano con quelle del capo della polizia, che è anche il padre della ragazza di cui è innamorato, Gwen Stacy. Mentre sullo sfondo si affaccia la minaccia di uno storico villain, Lizard.

Eterno reboot, si diceva. Dopo Raimi c’è ormai questa versione, firmata Marc Webb (probabile trilogia?). E poi ce ne sarà un’altra ancora. Dopo tutto, chi avrebbe mai detto che avremmo amato un altro Batman dopo quello gotico e fatato di Tim Burton? Invece è arrivato Christopher Nolan, con la sua chiave di lettura realistica e dark. Proprio il suo Batman: Begins, che iniziò la saga, è la più famosa e riuscita operazione di reboot della storia del cinema. E presto - sempre sotto l’egida di Nolan, alla produzione - toccherà a Superman. Ma come valutare questa operazione di The Amazing Spider-Man? Posto che probabilmente è nata dagli accordi economici sfumati con Maguire e Raimi, a prima vista appare una scelta dettata dal marketing: poteva un Tobey Maguire ormai trentenne attirare il pubblico dei teenager? Così, dentro un attore più giovane e bello, ma con dentro l’ansia e il tormento giusto da eroe Marvel, Andrew Garfield, dentro una serie di ammiccamenti al pubblico giovanile, come il liceo, internet e YouTube come veicoli di informazione al posto del cartaceo Daily Bugle (che appare solo in un cameo), e dentro un regista che viene dalla commedia sentimentale (Marc Webb, autore del sorprendente (500) giorni insieme). Il primo scarto tra le due serie è proprio questo: un regista da commedia al posto di un regista da horror, qual era Raimi. È naturale che tutto scorra più leggero, tanto che per tutta la prima parte The Amazing Spider-Man può essere visto come un teen movie applicato al comic movie. Poi, nella seconda parte, Webb sembra virare sul dark per entrare un po’ in area Nolan, che, in fatto di comic movie, è la tendenza che va per la maggiore.

È normale allora che The Amazing Spider-Man sia un film discontinuo, in cui i toni non si amalgamano alla perfezione: è come vedere due film in uno. Ed è normale che sia un film distante dal filologico gioiello pop di Raimi. Dicevamo del Daily Bugle, il quotidiano dove lavora Peter Parker nei classici dell’Uomo Ragno: appare di sfuggita. Ecco, lo scarto tra l’Uomo Ragno di Raimi e quello di Webb è quello che c’è tra la pagina scritta su carta e qualcosa che viaggia su internet o su un tablet: il nuovo adattamento manca di calore, di profondità, di quell’epica un po’ vintage e storica a cui eravamo abituati. La saga riesce a rinnovarsi, ma senza trovare una sua vera personalità. In sintesi: lo Spider-Man di Webb non sta a quello di Raimi come il Batman di Nolan sta a quello di Burton. Se però si evita di pensare a Raimi, o se per caso non si è mai visto uno dei film della precedente trilogia, il nuovo Uomo Ragno può anche funzionare. Garfield ed Emma Stone, nei ruoli di Peter e Gwen, sono nella parte e la chimica tra loro funziona: sono la scelta migliore che la produzione potesse fare. Il film ha ritmo, e alcune riprese sono pregevoli, con voli in soggettiva e movimenti da Playstation (altro ammiccamento alla nuova generazione). Che volete di più dalla vita? Un Raimi, lo sappiamo. Ma per ora gustatevi questo film senza troppi pensieri. Aspettate il prossimo Batman per emozioni davvero forti. In fondo, un giorno arriverà un altro reboot. In fondo, è solo un film pensato per un target diverso. Certo, abbiamo appena usato una parola da marketing ... scusateci, ma ormai funziona così. 

Titolo originale: The Amazing Spider-Man; Regia: Marc Webb; Sceneggiatura: James Vanderbilt, Alvin Sargent, Steve Kloves; Fotografia: John Schwartzman; Montaggio: Alan Edward Bell, Michael McCusker, Pietro Scalia; Scenografia: J. Michael Riva; Costumi: Kym Barrett; Musiche: James Horner; Produzione: Columbia Pictures, Laura Ziskin Productions, Marvel Enterprises, Marvel Studios; Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia; Durata: 136 min.; Origine: USA, 2012

 


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