L'immagine secondo Kubrick PDF 
di Davide Morello   

Un'approfondita analisi dei film di Kubrick da 2001: Odissea nello spazio, vero mito di fondazione dell'opera del regista, a Eyes wide shut, il suo testamento artistico, attraverso una lettura delle loro immagini costitutive: la porta, il corridoio e la stanza da bagno. Figure centrali dell'iconografia kubrickiana appartenenti ad una poetica che si pone esplicitamente il problema di una simbologia delle forme.

Il punto di partenza è l'importante dichiarazione rilasciata da Kubrick a Jack Nicholson durante la lavorazione di Shining, secondo cui fare un film consiste nel fotografare la fotografia della realtà. Fotografia come strumento operativo di base nel metodo del regista. Un atteggiamento da fotoreporter nella scelta dei soggetti, una ricerca fotografica nella scelta delle performance recitative degli attori, nel saper cogliere "le istantanee di una prestazione" durante la pratica ripetitiva dei numerosi ciak. Dalla selezione delle location in cui si esaminano documenti fotografici e diapositive, al lavoro di post-produzione ed elaborazione digitale come estensione del procedimento fotografico. Fotografia come elemento primo del cinema, che è collage di materiali eterogenei, stratificazione di immagini, installazione d'arte contemporanea, interfaccia macchina/uomo.

A seguito di queste premesse che guidano la lettura dei film, introducono alla poetica del regista, ne mettono in risalto la peculiare predisposizione ad un sentire fotografico e lo collocano in una dimensione cosciente dell'arte contemporanea, ha inizio il percorso lungo le figure cardine del suo cinema.
Procedendo dal film caposaldo 2001: Odissea nello spazio, in cui la porta è il monolito nero dalla forma di parallelepipedo, attraverso la quale passa il risveglio dell'umanità, si giunge alla forma monolitica della porta nera dell'armadio in cui Alice ripone il suo vestito nella sequenza di apertura di Eyes wide shut, passando fra le varie possibili reincarnazioni, in altrettanti mondi possibili, dell'astronauta David Bowman: Alex de Large, Barry Lyndon, Jack Torrence, e il soldato Joker. Film fra i quali si produce un retorico effetto di concatenamento e che sono veicolati da uno stretto rapporto metatestuale.

Dal mito di 2001: Odissea nello spazio attraverso la porta che conduce alla fiaba di Arancia meccanica, figurata con lo zoom che si allontana dal volto di Alex nel Korova Milkbar, la cui prospettiva è fortemente caratterizzata in senso monolitico. La complessità figurativa della scena in cui Lady Lyndon firma gli avvisi di pagamento costituisce il superamento conclusivo della condizione raggiunta dai personaggi e della narrazione nel suo complesso. La forma del monolito è ritagliata nel dettaglio dell'assegno rettangolare; ma le porte sono anche i quadri tramite cui si accede alla storia.

Il finale di Shining è caratterizzato da una porta davanti alla quale siede ibernato Jack in uno stop-frame, in una fotografia dalla quale si parte per cogliere altre fotografie sulla parete, che compongono un grande rettangolo: capovolgimento spaziale che proietta il protagonista in un'altra dimensione. In Full Metal Jacket la porta del tempo e dello spazio è varcata già dall'inizio. La porta permette di accedere alla morte e i marines, sin dal campo di addestramento, sono uomini morti.
Il corridoio in 2001 è il tunnel spazio temporale "psichedelico"; l'effetto corridoio è ottenuto in Arancia meccanica con il grandangolo che raggiunge effetti di suggestione; in Barry Lyndon coincide con i momenti di combattimento e con i duelli, prevalentemente caratterizzati da una forte asimmetria. Ancora il cunicolo spazio temporale in Shining che si raffigura come labirinto-monolito. La città in fiamme in Full Metal Jacket è il corridoio-labirinto in cui si smarriscono i soldati a caccia del cecchino.

Luogo della trasformazione, la stanza da bagno in 2001: Odissea nello spazio accoglie l'astronauta e restituisce un anziano uomo in vestaglia attraverso una modalità linguistica che stravolge la linearità spazio temporale: l'interfaccia. Nella stanza da bagno si ambienta un momento chiave di Arancia meccanica, quando Alex si rilassa nella vasca e canta Singin' in the Rain mettendo in moto il meccanismo di riconoscimento che coinvolge il padrone di casa. Il bagno è elevato a ambiente assoluto in Barry Lyndon, dalla diserzione del personaggio protagonista, all'attimo in cui cerca di riconciliarsi con la moglie. Ricorrente in Shining, la stanza da bagno manifesta chiaramente la sua qualità di luogo di mutazione. Già il piccolo Danny, quando parla con Tony, si trova nel bagno davanti allo specchio, senza citare gli altri numerosi eventi che accadono nelle stanze da bagno dell'albergo. Questo ambiente domina anche Full Metal Jacket, dal linguaggio basso-corporeo che prevale nella prima parte del film, all'omicidio/suicidio di Palla di Lardo che avviene nelle latrine appositamente costruite in modo speculare.

Tutte queste figure trovano in Eyes wide shut, mito di chiusura della parabola di rifondazione del genere umano, un punto di confluenza che ben sostiene il percorso interpretativo tracciato dall'autore. Questi esempi e molti altri delineano luoghi di attraversamento e trasformazione, spazi privilegiati che divengono forme simboliche all'interno della poetica kubrickiana letta col supporto di alcuni fra i suoi maggiori referenti: Leopardi, Kafka e Benjamin. Il primo per quanto riguarda la crisi della cultura borghese e l'indifferenza della natura e del mondo nei confronti dei casi e delle miserie umane; il secondo per quanto riguarda le strutture narrative, il racconto onirico e la selezione delle stesse immagini; Benjamin, infine, per la vicinanza del regista al suo particolare metodo dialettico.

 


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