Maratona Blob: Fuori dall’orbita PDF 
di Paolo Fossati   

Quindici ore di tv proiettate in un cinema per festeggiare i 15 anni di Blob. Enrico Ghezzi imprigiona un flusso di immagini televisive - quel fluido che uccide - in una sala buia ed ecco nascere un evento. E' il 29 aprile ed il Cinema Sociale di Brescia, nell'ambito di Divagazioni Scene INsolite, iniziativa del Comune con il contributo di Net S.p.A., ospita questo sogno lungo un giorno che si trasforma in una sorta di happening, un pellegrinaggio di spettatori in visita allo schermo cinematografico solleticato dalla videoproiezione di cartoline dall'Italia del passato prossimo. Un almanacco del giorno prima.

Il viaggio nella memoria parte dal 1989, anno di nascita di Blob. E' mattina, in sala pochi appassionati, liberi da impegni di lavoro si godono la prima puntata in versione integrale e scoprono il ritmo del montaggio degli esordi, meno frenetico di quello attuale. Con calma cominciano ad arrivare alcune scolaresche, le luci non si spengono mai del tutto e s'inizia ad intuire quello che accadrà: l'ingresso libero e la durata dell'evento fanno supporre che il flusso caratterizzante la giornata non sarà solo quello di immagini, ma anche quello di spettatori che si alterneranno in dissolvenza incrociata. Enrico Ghezzi interviene per raccontare la genesi di Blob, svelando anche un'altra cifra stilistica della maratona: le immagini non si fermeranno durante le conversazioni tra lui e gli ospiti, ma si abbasserà solo il volume dell'audio, andando così a creare interferenze e un delizioso effetto fuori synch, caro al creatore di FuoriOrario. L'oratore, rivolto alla platea, verrà così - di tanto in tanto - spiazzato da risate provocate dalle immagini alle sue spalle.

Se, come dice Ghezzi (ispirandosi a Paul Valery), ogni spettatore "fa" il suo Blob decidendo il senso da attribuire alle scelte di montaggio, non c'è luogo più interessante della sala cinematografica per accorgersene: la visione in comune permette di sondare le reazioni della platea, riserva sorprese, commenti ad alta voce. C'è la battuta di spirito, l'amarcord nostalgico e, addirittura, l'applauso! Il mosaico riproposto sullo schermo diviene tridimensionale, grazie alla proiezione pubblica, il contesto arricchisce il testo, regalando ad ogni spettatore una sorta di cubo magico da rimaneggiare mentalmente per comprendere i fatti riordinando le "istantanee" che li rappresentano, proprio come sul famoso cubo di Rubik si fa con i colori. L'immagine televisiva, vista al cinema, non è più una figura piana, ma un solido: su ogni faccia un'interpretazione diversa di quel mosaico, leggere variazioni personali date da ogni spettatore. La verità, forse, si otterrà calcolandone il volume.

Mentre la debordante società dello spettacolo mette in scena se stessa sullo schermo le ore trascorrono ed il pomeriggio si fa denso di "pellegrini" al tempio ghezziano. E' come un montaggio alternato di spettatori. Più passa il tempo, più i volti inquadrati dalle immagini televisive invecchiano e ci si rende conto che i protagonisti sono quasi sempre gli stessi, i fatti si somigliano. La televisione degli ultimi quindici anni sembra un "ritratto di Dorian Gray" dell'Italia contemporanea: è dipinta con cura per rendere esteticamente al meglio il paese, ma dura solo per un attimo, quello della messa in onda. Rivista (e ri-montata) invecchia, rivela palesemente i difetti, gli scempi, i delitti. Sfregiato il piccolo schermo ed interrotto il flusso, si restituiscono all'Italia reale le proprie responsabilità, tutte insieme. Questa vivisezione è, d'altronde, quella che Blob ha da sempre praticato, quotidianamente, mostrando agli italiani un puzzle serale raffigurante il vero volto del "bel Paese".

Alle 18 Enrico Ghezzi, Giulio Giorello e Aldo Nove si confrontano in una conversazione con il pubblico dal titolo Acquario di quello che manca, ed alle 21, di nuovo, entrano in scena (ancora davanti al fluire delle immagini) discorrendo con un pubblico ora talmente numeroso da affollare corridoi e gradini della sala. Missile cabalistico, il nome attribuito a questo momento, onora il fascino dei giochi linguistici tipici di Ghezzi. C'è spazio per domande da parte dei presenti, per narrare la genesi di Blob (la sua nascita nella Rai di Angelo Guglielmi con la collaborazione di Marco Giusti, le vicissitudini, il rapporto con la censura) e per un po' di teoria: per il suo inventore si tratta di un programma "relittuoso", neologismo derivante da relitto-delitto-lutto. Un format "che tratta le immagini come il Grande Fratello tratta le persone", cioè le isola e le "spia", poi le utilizza per montare un racconto. E' una formula unica nel suo genere, desiderata e mai acquistata dagli americani per paura delle innumerevoli cause legali che avrebbero dovuto affrontare saccheggiando i palinsesti tv senza pagare i diritti per i ritagli selezionati o del tempo che avrebbero perso chiedendo centinaia di autorizzazioni. Blob, quindi, come programma corsaro, alchimia di elementi momentanei basata su un'idea.

Continua sullo schermo (quindi in verticale) l'Autoritratto Ovale, questo il titolo del Blob "in onda", mentre i discorsi tra ideatore e platea si intrecciano (in orizzontale). Ghezzi cita Atene e la prassi del sorteggio dei commediografi del teatro greco del V sec a. C., la propone come strategia da attuarsi anche con i conduttori televisivi, come alternativa radicale al potere dell'auditel. Conferma dal vivo l'attitudine alla loquacità critica ed inventiva che lo contraddistingue nelle notti di Raitre, oasi per cinefili abituati alla sua voce pacata ed illuminante. Mostra la sua creatura proiettandola sul grande schermo come un Lumière girovago all'inizio di un nuovo secolo e l'auspicio è che riesca a realizzare altri eventi come questo (ne ipotizza uno da cento ore, ne propone uno da mille…). Di più: il (mio) desiderio, da spettatore e da italiano, è che per questo Blob nasca una struttura permanente dove lo si proietti ogni giorno in replica, come accade a certi spettacoli teatrali di successo nelle metropoli… che, insomma, questo stralcio di flusso trovi uno spazio fisso, come un'opera d'arte in un museo, un monumento in una piazza. Di arte contemporanea si tratta, in effetti: cos'è, se non un'installazione, una lapide a perenne monito(r) della storia recente?

Osservando la summa degli eventi a distanza l'immagine assume un plusvalore dato dal tempo e dalle conoscenze acquisite. Non ci interessa più solo la sinossi del racconto tv, ne conosciamo già il finale: è, così, per tutti più facile notare le modalità, lo stile, le strategie di comunicazione. Blob in retrospettiva supera se stesso e diviene immagine cubista dei fatti: non rappresenta solo i soggetti visibili, ma anche il tempo. Un esempio: vedere stralci dei tg della guerra in Iraq del '91 proietta lo spettatore in una situazione temporale di transizione tra ieri ed oggi: la sovrimpressione mentale tra passato e presente crea un effetto degno di Picasso e Braque. Visione da più punti di vista (almeno due: passato e presente) sintetizzata in un unico (ri)quadro. Lo stesso Ghezzi, parlando, cita il cubismo e, dovendo descrivere le sensazioni provate come autore del programma, racconta la concentrazione (sempre doppia), l'insoddisfazione (c'è sempre un montaggio alternativo a quello definitivo, ma bisogna pur scegliere) e l'improvvisazione (che i tempi disponibili per arrivare puntuali alla messa in onda serale richiedono).

Al di là dei pensieri degli autori, da spettatori si giunge a fine giornata soddisfatti e consapevoli che Blob è sempre visione stereofonica, se non polifonica, dei fatti. E' un asserire profetico senza l'arroganza e la pretesa di essere soluzione o rappresentazione unica di ciò che mostra: anche per questo motivo, quindi, continuiamo a riflettere sul valore storico di questa maratona. La sala si svuota con la speranza di essere di nuovo teatro per eventi di questo genere, cinema come "scatola nera" che registra e ripropone ogni piccolo dato di fatto mentre l'Italia vola incontro al futuro.

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.