Il libro di Francesco Alò è una divertente e approfondita lettura intorno all'arte del celebre gruppo comico inglese. Uno studio attento alle personalità, alle tematiche, allo stile degli artisti che hanno inaugurato un nuovo tipo di comicità definita, a seconda delle volte, surreale, demenziale, anarchica, provocatoria e grottesca. Chi da Oxford, chi da Cambridge, chi dagli Stati Uniti, i sei membri dei Monty Python si ritrovano per formare la loro squadra nel '69 ed invadere gli schermi televisivi, le scene teatrali e successivamente i set cinematografici fino al 1983, anno del loro ultimo lavoro, quello "più nonsense": Il senso della vita.
Chapman, Cleese, Gilliam, Idle, Jones, Palin, sei personalità, sei carriere artistiche differenti e autonome che hanno lavorato da soli e a coppie, ma che insieme hanno saputo imporre il loro stile folle e imprevedibile influenzando grandi comici come Belushi e Atkinson. "Il posto che hanno meritato nella storia della comicità cinematografica è sicuramente di primo piano. Come i "padri fondatori" Mack Sennet, Charles Chaplin e Buster Keaton, i Monty Python sono stati capaci di gestire in toto il processo creativo, dall'idea iniziale alla postproduzione, alla commercializzazione dell'opera finita, a differenza, ad esempio, dei pur grandissimi fratelli Marx".
Il libro ripercorre le tappe della loro evoluzione artistica. Il Flying Circus è lo spettacolo della BBC che li vede protagonisti con il loro mondo di pura fantasy, fatto di sketch classici, in studio, con una premessa che all'improvviso viene ribaltata e di scenette spettacolari, in esterni, ricche di gag fisiche, come a sottolineare e distinguere le due correnti stilistiche appartenenti al gruppo: quella di Oxford e quella di Cambridge.
Rovesciamento di luoghi comuni, ritratti nervosi della società industriale, l'attrazione morbosa per i mezzi di comunicazione di massa e il travestimento sono gli ingredienti della loro comicità frammentata che diviene presto fenomeno di culto.
Intraprendendo la strada verso un'autonomia creativa e artistica si giunge al debutto cinematografico nel '71 con And Now for Something Completely Different, un montaggio dei migliori sketch delle prime serie televisive, che mostra l'alto livello qualitativo delle performance, ma anche la scarsa adattabilità al diverso mezzo espressivo.
Con The Holy Grail e The life of Brian i Python rivelano le loro capacità narrative e creative, concentrandosi sulla cura dell'immagine, sull'ambientazione storica e consolidando il gusto per i lavori di animazione di Terry Gilliam, noto regista e abile disegnatore dalle influenze dadaiste e surrealiste (Heartfield, Ernst, Magritte). Sono rivisitazioni di generi esibenti il carattere antipsicologico e di avanguardia che riscuotono grande successo, ma anche pesanti critiche dagli ambienti della censura, soprattutto per quanto riguarda Brian.
Infine il capolavoro Monty Python the meaning of life, lo sketch-film con la sua unità e il suo tema di storia non convenzionale, che attacca tutte le categorie sociali, critica l'assenza di fede, la disillusione politico ideologica dell'uomo moderno, l'incapacità di distinguere fra il Bene e il Male.
Uno sguardo ricco di riflessioni, attento alle varie sensibilità artistiche dei protagonisti, attori, scrittori, compositori, disegnatori, registi e alla loro storia collettiva, di un gruppo rivoluzionario che in Italia abbiamo conosciuto tardivamente. Un'analisi che immerge il lettore nell'originalità della comicità pythoniana e nel suo mondo di ricca inventiva.
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