Irina Palm PDF 
Viviana Eramo   

ImagePer amore e per disperazione, si sa, si può arrivare a far di tutto. Il cinema ce lo ha raccontato un numero infinito di volte. Durante il periodo natalizio poi, manco a dirlo, bisogna prepararsi a fare incetta di storie strappa(facili)lacrime con happy ending obbligato e intuíto prima della fine del primo tempo. È il prezzo (caro, del biglietto) da pagare in un mercato distributivo furbetto che ha adottato una strategia stagionale vecchia come il cinema. Ma come in tutti gli abissi, anche i più neri, capita delle volte di inciampare in perle rare.

Irina Palm è decisamente il film natalizio che non ti aspetti. Regista bavarese, co-produzione francese, inglese, tedesca e belga, e interpreti del calibro di Marianne Faithfull e Miki Manojlovic. La nonna ultracinquantenne Maggie (la sempre sorprendente Faithfull) ha bisogno di soldi per curare il nipotino malato, così decide di girare per la capitale inglese in cerca di un prestito e di un lavoro. Per caso legge un annuncio per hostess sulla porta di un locale, e lì decide di entrare. L’ingenua signora dovrà fare i conti col proprietario dell’attività (Manojlovic), in realtà un sexy club, che le propone, vista la bellezza delle sue mani, di occuparsi del “gory hole”. Il guadagno è a dir poco lauto e, superata l’enorme perplessità iniziale, la goffa vedova imparerà presto a destinare le sue abilità manuali ai clienti che gentilmente porgeranno il loro membro nel buco di un’apposita parete. Di necessità virtù. Maggie diventerà così brava da sbaragliare la giovane concorrenza e da meritare un nome d’arte: Irina Palm, per l’appunto. Il soggetto sembrerebbe non aver nulla da invidiare alla trama di un qualsivoglia nostrano cinepanettone, e invece Irina Palm è un film di una leggerezza di toni inaspettata. Fotografia lontana dagli eccessi (accesi) natalizi, scelte registiche quasi da docu-film, e interpretazioni impareggiabili.

In concorso al 57mo festival di Berlino e presentato in anteprima al Torino Film Festival, il film di Sam Garbarski inizia con la goffa e insieme elegante camminata della Faithfull (icona di una trasgressività tutta anni Sessanta e della dura lotta contro i postumi di una vita sregolata) di cui facciamo fatica a scorgere il viso poiché nascosto da un enorme peluche che tiene stretto sotto un braccio. Lo stesso peluche che la giovane nuora riterrà eccessivo e allontanerà dal figlioletto allettato. C’è già qui il paradigma di questo incredibile personaggio che è Maggie. Una donna pacata, col peso di una vita difficile sulle spalle, che resta in disparte, ma che sa agire in nome di un amore, quello incondizionato per il figlio e per il nipote. Una di quelle donne capaci di ridestare una campagna inglese fatta di pettegolezzi e pregiudizi, di perbenismo e finte amicizie, solo con la forza delle proprie scelte, fatte in nome di qualcosa di inalienabile e di più grande del sentirsi accettati in un microcosmo malato. Maggie sa tirar fuori il coraggio vero e la sfrontataggine, non quelli che le servono per masturbare uomini a pagamento, ma quelli che fanno di lei una donna ancora capace di aspettarsi umanità e lealtà in un ambiente di affari e corporalità come quello di un sexy club. Imperdibile la scena in cui riempie il suo “ufficio” di oggetti familiari e indossa una vestaglia a fiori a mo’ di uniforme d’ordinanza.

Sam  Garbarski conduce un racconto secco e lineare, senza sbavature, trattando egregiamente una materia certamente vischiosa. Lascia il membro maschile fuoricampo, ma non il godimento corporale. Gioca sui doppi sensi, ma senza  cadere nel volgare. Non c’è nulla di ovvio in Irina Palm, eppure siamo disposti a credere che sia verosimile, come nelle fiabe. È un film in perfetto equilibrio tra dramma e commedia, esattamente come è un film su equilibri che si incrinano: stabilità familiare che viene meno quando si deve curare un bambino senza un soldo, fittizie buone convivenze di una campagna inglese troppo bigotta per conoscere la vera amicizia, messa in crisi delle rodate abitudini di un imprenditore del porno che si ritrova a trattare con una donna matura che non chiede solo soldi. Su tutto vince l’amore. Cosa c’è di più natalizio? Evviva i film di Natale. Come questo, si intende…


TITOLO ORIGINALE: Irina Palm; REGIA: Sam Garbarski; SCENEGGIATURA: Philippe Blasband, Sam Garbarski, Martin Herron; FOTOGRAFIA: Christophe Beaucarne; MONTAGGIO: Ludo Troch; MUSICA: Ghinzu; PRODUZIONE: Belgio/Lussemburgo/Gran Bretagna/Germania/Francia; ANNO: 2007; DURATA: 103 min.

 


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