Big Fish: il posto delle favole PDF 
di Davide Morello   

Tim Burton ci narra la storia del giovane William Bloom che narra la storia della vita del padre Edward, che a sua volta è un grande narratore di storie. Il ragazzo espone la vita del padre così come lui l'ha appresa dai suoi racconti, ma nel contempo ci parla di se stesso, del suo rapporto con il genitore, della scarsa fiducia che ripone in lui. Gli rimprovera di non conoscerlo, di nascondergli la propria identità, come un iceberg che mostra solamente la superficie. Questa alternanza e giustapposizione di livelli narrativi avvia un complesso movimento interno di scambio e coincidenza fra i diversi punti di vista, le dinamiche del sapere, il presente e il passato, la realtà e la finzione, il vero e il falso.

La storia principale già narrata al passato è quella che parte dalla cerimonia iniziale, seguita dalla rottura del rapporto comunicativo tra padre e figlio per la durata di tre anni fino alla malattia di Edward; prosegue con il ritorno di Will, accompagnato dalla moglie in attesa di un figlio, che assiste l'uomo fino al suo funerale. All'interno di questa analessi si notano ulteriori salti nel passato di Edward, configurati attraverso classiche modalità linguistiche: inizio del racconto in campo medio o ravvicinato su di lui collocato vicino all'interlocutore a cui segue il flashback. Questi ritorni indietro assumono il carattere di storia dominante popolata da avventure fantastiche. Vi sono anche flashback del figlio, che come in una reazione a catena, innescano i ricordi del padre. Nel viaggio in treno, per tornare dai genitori, Will vede un ragazzino giocare con le ombre cinesi su una parete bianca e subito il suo pensiero si volge alle sere in cui Ed gli raccontava il suo incontro con la strega dall'occhio di vetro, specchio di morte. Inquadratura sull'uomo che inizia a narrare a cui seguono le immagini ricordo che lo vedono da giovane fronteggiare la vecchia maga.

 

Lo sguardo di Will adulto coincide con lo sguardo del fanciullo che tentava di identificarsi con lo sguardo del padre. Nella scena in cui Ed racconta alla nuora di come si è innamorato non vi è più l'intermediazione di un bambino, eppure i ricordi del padre, o l'interpretazione dell'adulto Will, si tendono con la consueta carica fantastica e fiabesca. Questo meccanismo narrativo che intreccia storie, ricordi, fantasie e verità tende a porre sullo stesso piano il reale e l'immaginario, confonde la soggettività del figlio con quella del padre e i diversi gradi di passato che interagiscono.

L'intera storia di Edward si presenta come l'alternarsi di vicende irreali che proiettano lo spettatore in un mondo stupefacente: ma al suo funerale molti dei personaggi che lo hanno accompagnato nelle sue avventure si manifestano agli occhi del figlio stupito. Le gemelle (un po' meno siamesi), il gigante (un po' più piccolo) e il padrone del circo sono lì a dimostrare che, se pur narrati attraverso la figura dell'iperbole, quei racconti non erano poi così falsi. Il ricongiungimento tra i due avviene in ospedale quando il dottore confida al ragazzo che suo padre preferiva raccontare storie ben farcite piuttosto che storie ordinarie e banali. Lui si avvicina a Ed abbandonando quella sua maschera logica e razionale per raccontargli il "meraviglioso" finale della sua "meravigliosa" esistenza.

 

Il regista, come il protagonista del suo film, ama raccontare storie straordinarie e qui esibisce un'ampia rassegna di luoghi ricorrenti del genere fantastico che si ispirano al mito, alla favola, all'horror e al burlesque caricandoli con un forte senso dell'ironia. Una scena è riconducibile al rovesciamento dell'Edipo, per quanto riguarda l'identità del padre, con tanto di presenza del sogno premonitore. Racconta Ed che da ragazzo una notte in sogno gli apparve un corvo venuto ad annunciare la morte della zia che avviene realmente il giorno successivo. Il corvo-oracolo riappare per annunciare la morte del padre al quale il ragazzo rivela la premonizione facendogli vivere una lunga e angosciante giornata. Tornando a casa, la sera, trova la moglie che gli comunica la morte del lattaio, col quale naturalmente la donna intratteneva una relazione. La visione della Venere nello stagno minacciata dal serpente è un'altra indubbia raffigurazione mitologica.

Personaggi deformati che si rifanno ad un film fantastico per eccellenza come Freaks (Browning 1932) sono le gemelle siamesi e il gigante (che qui sostituisce i nani) relegati al mondo del circo e dello spettacolo. La foresta in cui ci si smarrisce e all'interno della quale ci si apre un varco verso un mondo fatato e perfetto; l'ottenimento da parte dell'eroe delle chiavi della città e la loro perdita nella fase di ritorno all'altra dimensione, dove i rami degli alberi, come tentacoli, lo imprigionano nella stregata foresta notturna. Quest'ultimo aspetto ricorre anche nell'horror: si pensi a La casa di Sam Raimi. Numerose le scene del fantastico burlesque costituite da vere e proprie gag comiche e assurde. La nascita di Ed che tramite un eccessivo sforzo della madre viene proiettato oltre la sala parto lungo le corsie dell'ospedale. La sequenza del circo in cui lo stesso Ed si offre come lavoratore senza esigere compenso, ma con la speranza di ottenere informazioni sulla ragazza amata. Sono episodi che lo rappresentano sempre come vittima: viene colpito da una giostra in rotazione che lo scaraventa oltre i baracconi, funge da ostacolo per motociclisti acrobati, si avvicina alla roulotte del padrone per chiamarlo e dal carrozzone esce una belva che dapprima tenta di sbranarlo, poi si fa ingenuamente addomesticare ed infine si rivela essere il padrone stesso in preda ad una crisi.

Il viaggio iniziatico di Edward è quindi contrassegnato da un intenso simbolismo. La circolarità del racconto esprime la ciclicità della vita che talvolta torna sui propri passi. Attraversando un bosco troverà la chiave perduta e ristabilirà un contatto con il villaggio perfetto ormai tramutatosi in un paese semi-abbanonato. Il grande pesce gatto, l'essere fantastico emblema dell'intera storia, che il protagonista affronta all'inizio per riottenere l'anello nuziale che era stato ingoiato in precedenza, è ciò in cui Ed si incarna nella sua ultima avventura. Consona alla struttura circolare, l'inquadratura finale, l'unica nell'ipotetico presente, mostra il figlio di Will, in piscina, raccontare le stesse "mezze verità" agli amichetti, per una ciclicità che si autoalimenta all'interno della famiglia.

 

Un regno delle favole il cui principio fondante è la deformazione del reale, della memoria, dei personaggi nonché il permanente sconfinamento fra mondi paralleli, sia che si verifichi fra i differenti livelli narrativi, sia che si verifichi all'interno della singola storia, come nel varco della foresta attraverso cui si passa da un mondo fantastico all'altro. I procedimenti narrativi e le modalità linguistiche adottate permettono l'instaurarsi di solidi punti di contatto fra i ricordi deformati, i sogni, le illusioni e la realtà e mirano a far coincidere l'immaginario del figlio con quello del padre. Questa tendenza si espande verso una più vasta rappresentazione dell'immaginario fatto di figure ricorrenti, archetipi, che appartengono al racconto in generale e al cinema fantastico nello specifico.

 


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