Francia, qualche anno dopo gli eventi del maggio 1968. Gilles è un giovane che sogna di diventare un artista e intanto milita nelle fila di quella sinistra che si proponeva di intervenire per diffondere e promuovere i suoi ideali. Uno alla volta vengono “messi in scena” i suoi amici, che lo affiancano a turno, in relazione alla profondità del rapporto che hanno con lui, vera e propria guida dello spettatore dentro un mondo che oggi sembra molto lontano. Gilles ha una relazione con la bugiarda Laure, artista a sua volta e più grande di lui, che lo abbandona per seguire un altro uomo. A metà del suo percorso, Gilles la ritroverà, ma nonostante i suoi tentativi capirà di non poter fare niente per lei: Laure morirà inseguita dalle fiamme (reali o immaginarie non ha importanza), elemento ricorrente e indice di cambiamento. L’altra donna a occupare i pensieri di Gilles è Christine, una compagna di scuola e d’azione, con cui vive un amore che però non sembra avere futuro. Ci sono poi i compagni di scuola, quelli con cui partecipa agli incontri dei gruppi studenteschi e con i quali organizza interventi illeciti ai danni della scuola, simbolo dell’ordine costituito, e dei gruppi politici opposti. Quando in una delle incursioni dimostrative del gruppo qualcosa va storto, Gilles e i suoi amici ne approfittano per allontanarsi per un po’ dalla periferia di Parigi, sperando di mettere a tacere la vicenda.
Jean-Pierre, testa carica di riccioli rossi, approfittando del periodo di chiusura delle scuole deve lavorare: è l’unico a essere stato identificato dopo gli atti vandalici compiuti nell’istituto e i suoi genitori vogliono che si concentri su cose più serie. Christine, Gilles e Alain, invece, partono per passare le vacanze in Italia. Tutti squattrinati e dotati solo di un grande spirito d’avventura, i tre amici si aggregano a una troupe cinematografica interna al collettivo di cui fanno parte e ottengono un passaggio per una parte del viaggio che li porterà a Firenze, dove le loro strade si separeranno. A Firenze vivono in quella che pare una comune ed entrano in contatto con i registi francesi di un film che vuole documentare la drammatica guerra che si sta consumando in Laos, per trasmetterla alle masse: Christine seguirà i registi in Calabria, separandosi da Gilles, che sceglie di non raggiungerla, diventando la donna di uno di loro; Alain parte per il Nepal dopo aver conosciuto una danzatrice americana che reputa la ragazza giusta per lui. Gilles torna in Francia da solo e ritrova Jean-Pierre, ora aggregatosi al movimento operaio più estremista, che cerca di convincerlo che l’azione violenta è l’unica via percorribile per cambiare le cose sulla scena politica e culturale. Nel frattempo, Gilles si iscrive all’Accademia delle Belle Arti, tenendo fede al suo sogno e ottenendo anche alcuni successi a livello artistico, ma allo stesso tempo scontrandosi con il realismo del padre, che lo vorrebbe a lavorare accanto a sé nel mondo della televisione. Gilles incontra un gran numero di persone durante il suo percorso di formazione, la caratteristica che le accomuna tutte è il credere di sapere quale sia l’unica cosa giusta da fare: tutti dicono più o meno apertamente al giovane Gilles che il suo atteggiamento e le sue scelte non sono quelle che servono, ognuno di loro individua la strada migliore da percorrere e sembra ansioso di convertire Gilles alla propria scoperta. Il cinema, la danza, le nuove tecniche di pittura, il viaggio, il lavoro, la disobbedienza armata: le persone intorno a Gilles scelgono fra queste “attività”, ritenendo la loro scelta l’unica utile per esprimere i propri sentimenti, tutti però rimarranno traditi dalla loro fiducia esagerata e non giustificata se non dalle loro convinzioni. Anche chi incontra Gilles brevemente sembra avere qualche appunto, per esempio sulle sue letture che, a detta dei membri della mini-troupe con cui divide una parte del viaggio verso l’Italia, non sono affidabili. In mezzo a questo mare di idee e interessi differenti, l’unico che sembra avere un punto fermo e che sembra mirare ai proprio obiettivi senza perdersi lungo l’insidioso cammino è proprio il silenzioso Gilles, che ha l’aria a metà fra il cane bastonato e il giovane informato e strafottente, ma dà l’impressione di sapere bene come cavarsela e a cosa dare credito.
Olivier Assayas rappresenta gli anni di grande fermento culturale e sociale attraverso un tratto improbabile: il silenzio, che spesso ruba la scena alle battute. Quello che resta di Qualcosa nell’aria, messo in risalto proprio dal contrasto azione/silenzio, è la sconfitta generale in cui si traducono le scelte dei personaggi: dopo aver abbracciato un’ideologia che ritenevano come l’unica soddisfacente in un mondo di convenzioni borghesi, Christine, Laure, Jean-Pierre, Alain e gli altri sono obbligati ad aprire gli occhi e a rendersi conto di non avere in realtà nulla in mano, di come sia necessario cercare una nuova strada da seguire, disconoscendo le scelte fatte, che si tratti di una relazione sbagliata o di un aborto.
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