Agli albori dell’impero del profeta: il primo viaggio di Audiard nella mente criminale PDF 
Gianmarco Zanrè   

Alla ribalta sulla scena internazionale, e per una volta non solo della critica, Jacques Audiard si è imposto prepotentemente agli onori della cronaca grazie alla sua ultima fatica, Il profeta, vibrante e violentissimo affresco dell’io criminale. Ma il viaggio del figlio d’arte dello sceneggiatore Michel Audiard nel mondo del noir e, ancor più, nei meandri della psiche “oltre la legge” ha radici ben più profonde e radicate, che si sono rivelate – e il suo ultimo lavoro ne è testimonianza perfetta – prove d’autore nella costruzione di un mosaico quasi perfetto.

La prima delle tessere congiuntesi nella sua ultima fatica, premiata lo scorso anno al Festival di Cannes con il Grand Prix, è datata 1994, ancora – e purtroppo – poco visibile sul mercato italiano. Partendo dal romanzo Triangle di Teri White, Audiard costruì il suo Regarde les hommes tomber giocando sugli equilibri attoriali e di sceneggiatura dei vertici del “triangolo” descritto dall’opera letteraria, interpretati per l’occasione da due “grandi vecchi” – Jean Louis Trintignant e Jean Yanne – e un’allora promessa di regia ed interpretazione, quel Mathieu Kassovitz che stupì proprio la giuria di Cannes con L’odio e si rivelò anche di fronte all’obbiettivo una promessa per il cinema francese. Ma se il mosaico di Kassovitz negli anni ha perso brillantezza, quello di Audiard ha tratto proprio da questa sua prima opera – venuta dopo anni di lavoro nell’ombra – la forza necessaria per maturare e svilupparsi grazie ai successivi Sulle mie labbra e Tutti i battiti del mio cuore, quasi a formare una sorta di “triangolo”, per l’appunto, andato a consolidare la solida base de Il profeta.

Il lavoro svolto su Regarde les hommes tomber è ancora acerbo, soprattutto se si guarda alle opere successive di Audiard, ma mostra, ugualmente e senza dubbio, l’abilità dell’autore prima ancora che come regista come sceneggiatore, interessato ad un continuo e profondo confronto con i suoi personaggi, oltre che allo sviluppo e all’esplosione stessa della storia, che pure non lesina sorprese allo spettatore, in particolare nel finale. L’equilibrio irraggiungibile fra l’incoscienza e la giovinezza di Johnny e le solitudini della vecchiaia di Simon e Marx pare accostabile alla ricerca di una vita, un ideale sempre un passo avanti proprio della figura del criminale, che come un giocatore d’azzardo mai domo, continua a rischiare fino alla fine, anche e specialmente se posto innanzi all’ineluttabilità del destino, e sempre nella speranza di una nuova mano. In questo senso quest’opera prima di Audiard ricorda il continuo rischio dei protagonisti di Sulle mie labbra, così come il concetto di lascito e di rapporto fra padri e figli presente in Tutti i battiti del mio cuore, caratteristiche una volta ancora affrontate ed ulteriormente analizzate ne Il profeta: curioso quanto, ripensando alle opere successive e più mature del regista, Regarde les hommes tomber acquisti valore proprio nell’ottica della crescita artistica che ha completato i passi successivi del percorso del cineasta di Parigi. Sarebbe interessante approfittare della poco sfruttata distribuzione italiana di questa pellicola per recuperarla una volta terminato il percorso delle opere seguenti, percorrendo a ritroso i passi compiuti nella loro genesi e completando la stessa proprio con la vicenda e il confronto dei tre protagonisti di questo ottimo crime movie, capace di trovare – e di certo la pellicola riesce nell’intento, al contrario dei suoi personaggi principali – un equilibrio fra il cinema di genere e un’impronta personale, incentrata sul dialogo e sull’espressione dei suoi volti di riferimento. E al cast pare essere stata data una grande libertà d’azione, senza limiti nell’espressività, nonostante il rigore che di certo pervade l’intero lavoro, e frutto, probabilmente, del lato razionale dell’arte di Audiard.

Ma questa sua opera prima, così come le successive, non passi per un esercizio di stile, una pellicola di maniera o un freddo sfoggio di tecnica narrativa, bensì come una bilanciatissima, controllata escalation emotiva. Audiard fa suo lo script del romanzo, trasformando le vite di Johnny, Simon e Marx in un caleidoscopio di emozioni che paiono profondamente legate allo stesso autore, cosa rara quando si hanno di fronte pellicole dalla “sceneggiatura non originale”. Il viaggio di Audiard, dunque, nel cinema e nella mente criminale, comincia con i migliori auspici, capace di appassionare ed ipnotizzare, duro quanto sincero, e pur se non perfetto, stilisticamente e nella sua compattezza, ha tutta la forza di un talento sul punto di esplodere. Ed è confortante, potendo dare alla sua opera una visione d’insieme, osservare quanto, effettivamente, quel talento sia deflagrato, pellicola dopo pellicola, fino a divenire, letteralmente, “profetico”.

TITOLO ORIGINALE: Regarde les hommes tomber; REGIA: Jacques Audiard; SCENEGGIATURA: Jacques Audiard, Alain Le Henry; FOTOGRAFIA: Gérard Sterin; MONTAGGIO: Juliette Welfling; MUSICA: Alexandre Desplat; PRODUZIONE: Francia; ANNO: 1994; DURATA: 90 min.

 


#01 FEFF 15

Il festival udinese premia il grandissimo Kim Dong-ho! Gelso d’Oro all’alfiere mondiale della cultura coreana e una programmazione di 60 titoli per puntare lo sguardo sul presente e sul futuro del nuovo cinema made in Asia...


Leggi tutto...


View Conference 2013

La più importante conferenza italiana dedicata all'animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare a quattro diversi contest: View Award, View Social Contest, View Award Game e ItalianMix ...


Leggi tutto...


Milano - Zam Film Festival

Zam Film Festival: 22, 23 e 24 marzo, Milano, via Olgiati 12

Festival indipendente, di qualità e fortemente politico ...


Leggi tutto...


Ecologico International Film Festival

Festival del Cinema sul rapporto dell'uomo con l'ambiente e la società.

Nardò (LE), dal 18 al 24 agosto 2013


Leggi tutto...


Bellaria Film Festival 2013

La scadenza dei bandi è prorogata al 7 aprile 2013 ...


Leggi tutto...


Rivista telematica a diffusione gratuita registrata al Tribunale di Torino n.5094 del 31/12/1997.
I testi di Effettonotte online sono proprietà della rivista e non possono essere utilizzati interamente o in parte senza autorizzazione.
©1997-2009 Effettonotte online.