Eva PDF 
Eva Maria Ricciuti   

È un dato di fatto indiscutibile che la produzione iberica si stia conquistando un posto al sole nell’attuale panorama cinematografico europeo. Senza abdicare alle peculiarità della propria radice culturale, riesce infatti a coniugarla in modi che ne ampliano spesso il respiro facendola diventare paradigma di storie che acquistano quella universalità che le rendono collocabili ovunque e in qualsiasi epoca, come storie sempre attuali.

Eva, opera prima di Kike Maíllo, si inserisce perfettamente in questa tendenza. Affrontando un tema già noto e declinato in innumerevoli versioni, dall’antesignano Pinocchio a Blade Runner,  fino al più recente A.I. – Intelligenza artificiale,  la pellicola si colloca in un filone di consolidata tradizione quale l’analisi del rapporto controverso tra creatore e creato, tra essere umano e robot. Eppure nulla in essa fa percepire quella sgradevole sensazione di “già visto” che ci si aspetterebbe all’ingresso in sala, conoscendo a grandi linee la trama della pellicola. Nonostante inevitabili e numerose citazioni (il ritorno in patria di Alex ricorda in qualche modo l’ascesa all’Overlook Hotel di Shining, la “composizione” della personalità dei robot con la visualizzazione delle emozioni umane a guisa di ologrammi ricorda Minority Report), Eva mantiene l’originalità e l’onestà dell’omaggio. Si tratta perlopiù di citazioni eseguite con gusto, e che ben si iscrivono nell’economia del racconto, scongiurando il terribile effetto patchwork di tanti lavori che tentano di affrontare in ottiche nuove temi noti. Interessante la scelta di Kike Maíllo di non caratterizzare eccessivamente l’ambientazione con una iconografia futuristica, ma di renderlo esattamente come fosse qui ed ora, lasciando che la dimensione fantascientifica sia affidata alla moltiplicazione di robot che animano gli ambienti. Siamo nel 2041, in un futuro in cui l’interazione tra uomo e robot è una realtà assodata, quotidiana; eppure le auto hanno un design un po’ retrò, le case di montagna sono riconoscibili come quelle che animano molte località dell’arco alpino, nevica, e lo scenario meteorologico non è catastrofico, non ci sono asteroidi che minacciano la terra, i caldi maglioni in lana ricordano quelli fatti a mano dalle nonne, con i ferri e il gomitolo che scivola per terra. Solo che il gattino che lo fa rotolare è un robot. In questa realtà rassicurante, fatta di vette innevate e case di legno, si trova un centro di eccellenza per lo studio e lo sviluppo della cibernetica, ossia quella stessa Facoltà di Robotica presso cui un decennio prima Alex (ormai diventato un brillante ingegnere cibernetico) aveva dato avvio, e poi abbandonato, il progetto per la creazione di una nuova generazione di robot capaci di provare - non simulare! -  emozioni umane. Quel che ha lasciato incompiuto a Santa Irene, però, non è solo un progetto di ricerca, è in realtà la sua vita, il rapporto con il fratello David e con la sua ex (divenuta ormai sua cognata). La Eva del titolo, in effetti, altri non è se non la figlia dei due, una ragazzina brillante che naturalmente diventa modello da imitare per la realizzazione del progetto di cibernetica. Il rapporto tra i tre personaggi, un tempo ragazzi dalle intelligenze sopraffine e complementari, intraprendenti e complici, e oggi adulti scesi a compromessi con sé stessi, si muoverà in un equilibrio precario, a volte velato di sarcasmo, che inevitabilmente finirà con l’incrinarsi.

Eva è, insomma, un interessante thriller fantascientifico con implicazioni psicologiche sulla possibilità, già reale, di creare vite artificiali, intelligenti e sensibili. Tuttavia, se non un demerito, una leggerezza gliela si può imputare, ossia quella di non aver saputo risolvere, in modo che fosse proprio, l’interrogativo esistenziale a cui ha dato vita un capolavoro come Blade Runner.

Titolo originale: Eva; Regia: Kike Maíllo; Sceneggiatura: Sergi Belbel, Cristina Clemente, Martí Roca, Aintza Serra; Fotografia: Arnau Valls Colomer; Montaggio: Elena Ruiz; Scenografia: Laia Colet; Costumi: María Gil; Musiche: Evgueni Galperine, Sacha Galperine; Produzione: Canal+ España, Canal+, Escándalo Films S.L., Ran Entertainment, Saga-Productions, Televisión Española, Wild Bunch; Distribuzione: Videa CDE; Durata: 94 min.; Origine: Spagna, 2011

 


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