Brokeback Mountain: solo una storia d’amore PDF 
Fabio Piozzi   

Le capacità e la versatilità del cineasta taiwanese Ang Lee – il cui curriculum spazia dal film in costume al cappa e spada, all’adattamento di un albo a fumetti – trovano terreno fertile con una pellicola che, per cause soprattutto estrinseche alle effettive qualità della stessa, seppe enormemente far parlare di sé. In molti lo hanno considerato il film scandalo del 2006, altri un capolavoro senza mezzi termini, (troppo) spesso vincolando imprescindibilmente il giudizio dell’opera alla tematica trattata.

Brokeback Mountain, tratto da un racconto di Annie Proulx, narra la vicenda di due cowboys e della loro tormentata storia d’amore consumatasi nell’arco di un ventennio. Ed è di una storia d’amore che si parla, nulla di più e nulla di meno. Jack ed Ennis si conoscono lavorando come guardiani di pecore sui monti del Wyoming, ove danno inizio alla loro relazione, portandola avanti clandestinamente e sporadicamente per circa un ventennio. Da subito i due dimostrano di avere caratteri diversi: il primo (J. Ghillenhal) più emotivo, aperto, passionale, il secondo (H. Ledger) più introverso, chiuso, misurato. Di certo le prove attoriali sono all’altezza della situazione ed è soprattutto il personaggio di Ennis a richiedere gli sforzi recitativi maggiori, data l’impronta caratteriale.

La mattinata dopo lo scatto di passione nella tenda, Ennis dice all’altro di non essere come lui, come se si sentisse sporco, quasi pentito per un gioco durato una notte e non oltre, mascherando i veri sentimenti provati: in una società e in un periodo che fatica ad accettare comportamenti simili anche chi ne è protagonista viene portato a ritenersi colpevole. Il loro idillio nasce a Brokeback ed è destinato a viverci. Nel corso della pellicola assistiamo alla contrapposizione di due mondi: quello ‘naturale’ ed incontaminato e quello cittadino e ‘civilizzato’. Ed è nel mondo allo stato brado che la relazione pura tra Jack ed Ennis ha ragione d’esistere, mentre è in quello moderno che i due si trovano a dover vestire i panni imposti dal costume vigente. Quando avvengono gli incontri in segreto, è a Brokeback che hanno luogo, ed è a Brokeback che Jack sogna di vivere e di morire. Ang Lee adotta una regia misurata, che accarezza questa storia d’amore non mancando di coglierne i momenti di passione come quelli d’ira, rendendo protagonista di questo gioco il paesaggio galeotto di tutto ciò. E la fotografia ad intense tinte cromatiche di Rodrigo Prieto Ayers (La 25° ora, 21 Grammi) rende nel miglior modo possibile l’intensità di ciò che si nasconde dietro le immagini, accompagnate sin dall’inizio dalle leggiadre note di Gustavo Santaolalla, già autore delle ottime colonne sonore dei film del messicano Inarritu.

Come già detto la vicenda si dipana lungo un ventennio, condensato in poco più di un paio d’ore di pellicola. Per questo i salti temporali spesso sono notevoli, lungo una vicenda raccontata comunque in modo lineare, eccezion fatta per un brevissimo flash-back concernente il trauma infantile di Ennis. Lo stile narrativo è semplice come il sentimento immutevole nel tempo che lega i due protagonisti, costretti alla manifestazione d’esso in maniera castrata e sporadica. I momenti di confronto fra la situazione dei due e il mondo circostante sono pochi ma efficaci, soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Jack: battute e ammiccamenti verbali nei locali, incompatibilità e non accoglienza in famiglia, difficoltà nel relazionarsi con le rispettive mogli. Dove un lavoro, una moglie ed una famiglia tradizionali risultano come imposizioni vincolanti dal quale ci si vorrebbe slegare.
L’unico barlume di comprensione l’abbiamo nel finale, quando in seguito alla morte non chiarita ma interpretata di Jack, Ennis si reca a far visita alla famiglia offrendosi di riportare le ceneri del defunto a Brokeback Mountain: proposta negata, ma la disponibilità della madre nell’offrirgli un ricordo dell’amato è sintomatica della volontà di accettare e capire la veridicità del sentimento che legava i due amanti.
La vicenda si chiude sulle parole del personaggio interpretato da Ledger, su quel «Io giuro..» pronunciato in un attimo, che risuona più di tutte le parole spese in due decenni. Tutto nasce e finisce a Brokeback Mountain. 

 


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