Dopo il drammatico 4 mesi 3 settimane 2 giorni, Christian Mungiu – insieme a Ioana Uricaru, Hanno Höffer, Razvan Marculescu e Constantin Popescu – decide di mostrare gli anni duri e folli del regime di Ceausescu tentando la carta della commedia. Racconti dell’età dell’oro è un film a episodi che prende spunto da una serie di leggende metropolitane della Romania comunista. I singoli episodi sono diretti collettivamente da tutti i registi e proiettati in combinazioni e numero diversi a seconda dei paesi, e addirittura delle singole proiezioni, per cercare di restituire, a detta di Mungiu – anche produttore e sceneggiatore – il senso di incertezza di quei tempi. In sostanza 6 episodi in Romania, 5 a Cannes, 4 in Italia. La versione italiana (quattro episodi per una durata di 100 minuti) lascia tuttavia la sgradevole sensazione che la distribuzione sia intervenuta con qualche netta sforbiciata, per rendere più snella una commedia di 155 minuti.
Ne La leggenda della visita ufficiale gli abitanti di un piccolo villaggio si preparano alla visita del partito obbedendo agli insensati capricci degli ispettori, fino al beffardo e simbolico finale sui seggiolini del calcinculo. L’episodio, che apre il film, è il più riuscito e il più propriamente comico. Centra l’obiettivo sviluppando una piccola storia che svela tutta l’assurdità del regime con tocco leggero e brillante. E i ridicoli tentativi di ripulire e abbellire il villaggio in occasione della visita pubblica fanno tornare alla mente la richiesta del nostro Presidente del Consiglio di non stendere i panni alle finestre fatta in occasione del G8 di Genova. La leggenda del camionista di pollame è l’episodio stilisticamente più pulito e rigoroso – in cui la mano di Mungiu sembra evidente –, ma ellissi e “non detto” tendono a volte a confondersi con i tagli dell’edizione italiana (alla fine manca perfino il cartello che narra il seguito della leggenda). Ne La leggenda del fotografo di partito il protagonista è un antesignano esperto di ritocco fotografico con l’obbligo di modificare in fretta e furia una fotografia che deve essere pubblicata sul quotidiano del partito. E per farlo è costretto a far indossare a Ceausescu un cappello e a renderlo più alto (e anche questo particolare è particolarmente familiare allo spettatore italiano). La leggenda del poliziotto ingordo è incentrata, invece, sulla ricerca di un metodo per uccidere un maiale senza dare nell’occhio ai vicini affamati e alla polizia.
Il riferimento al cibo è ricorrente in tutti gli episodi e sintetizza bene la lotta quotidiana dei cittadini contro le insensate politiche di regime. Costretti a inventarsi metodi per procacciarsi le uova per le festività pasquali, obbligati a mettere in moto la fantasia per uccidere un maiale senza far rumore, i protagonisti del film le tentano tutte per aggirare lo Stato, ma rimangono sempre beffardamente e amaramente fregati. L’opera collettiva, tuttavia, si perde troppo spesso nella ricerca della risata e della situazione comica, fallendo a tratti la prova. Il tentativo di cogliere il grottesco, di descrivere il lato bizzarro su come il regime veniva vissuto e percepito nella vita di tutti i giorni dai cittadini, specie quelli delle campagne e dei piccoli centri, è apprezzabile e coraggioso, ma finisce per offrire dei bozzetti sommari che si concentrano in particolare sugli aspetti della dittatura collegati alla propaganda e alla redistribuzione delle risorse alimentari. Il modello della commedia all’italiana, evocato nei toni e nella scelta della suddivisione del film in episodi, è un’eco lontana. Le quattro leggende di questa “commedia alla rumena” si perdono in una lunghezza ingiustificata dalle trame esili e spesso annacquate, che tuttavia una lezione sembrano darla: la censura può annientare una voce ma non può mai cancellare la forza del ricordo.
TITOLO ORIGINALE: Amintiri din epoca de aur; REGIA: Hanno Höfer, Razvan Marculescu, Cristian Mungiu, Constantin Popescu, Ioana Uricaru; SCENEGGIATURA: Cristian Mungiu; FOTOGRAFIA: Liviu Marghidan, Oleg Mutu, Alexandru Sterian,; MONTAGGIO: Dana Bunescu, Theodora Penciu, Ioana Uricaru; MUSICA: Hanno Höfer, Laco Jimi; PRODUZIONE: Romania; ANNO: 2009; DURATA: 155 min.
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