Su Re PDF 
Edoardo Peretti   

Presentato in concorso all'ultima edizione del Torino Film Festival, Su Re di Giovanni Columbu rappresenta la passione di Cristo ispirandosi ai quattro vangeli. Vengono raccontati gli eventi dall'ultima cena fino al momento della morte, ma senza seguire una narrazione cronologicamente lineare, bensì alternando il racconto di momenti diversi e di differenti punti di vista dei testimoni: l'ultima cena, il processo e la tripla negazione di Pietro e il momento della crocifissione. Il film, inoltre, ha un andamento circolare, iniziando e finendo nello stesso momento, quando Maria nel sepolcro piange il corpo del figlio morto.

La caratteristica più importante del film di Columbu è però il fatto di essere stato girato tra le montagne dell'entroterra sardo, parlato nel dialetto del luogo, dalla cui tradizione provengono anche i costumi, e recitato da attori non professionisti, tra cui anche alcuni pazienti del locale centro di salute mentale. Intenzione del film è quindi rappresentare gli eventi nella loro massima purezza, senza fronzoli; come ha dichiarato lo stesso regista, anche nell'assoluta semplicità è possibile ottenere bellezza e imponenza, quest'ultima di natura esclusivamente morale e spirituale. In un certo senso, il film è voce di quel filone del cattolicesimo, vecchio come la storia, che si fonda sul pauperismo e sull'umiltà, contrastante con lo sfarzo e l'evidenza materiale del cattolicesimo più istituzionale, anch'esso millenario. Lettura certamente fondata, anche solo se si vanno a rileggere le dichiarazioni di Columbu, ma che ha avuto anche un particolare riscontro grazie alla coincidenza tra l'uscita del film e la presa sull'opinione pubblica avuta dal neo Papa Francesco e dal suo essere diventato un simbolo del cristianesimo più vicino agli ultimi. Naturalmente i collegamenti tra il film e il Papa sono in buona parte frutto del frullatore mediatico, ma d'altro canto è evidente come possano essere entrambi considerati esempi emblematici, e volendo due conseguenze, del bisogno percepito di una Chiesa più povera, particolarmente forte in questi tempi di crisi, e quindi entrambi aderenti ai venti di rivendicazione che in questi anni soffiano in strati sempre più vasti della popolazione. Columbu riduce quindi all'osso le vicende della Passione, che si riflettono sulla quotidianità dei volti e che vengono incorniciate dai rigidi e nuvolosi panorami delle montagne della Sardegna d'entroterra. È un po' come se ci si trovasse di fronte ad una di quelle affascinanti rappresentazioni religiose sparse nel folklore di tutta Italia, che raccontando e ricordando momenti religiosi diventano anche veicoli per la trasmissione e la conservazione di tradizioni e di patrimoni del luogo: Su Re unisce così sacralità ed etnografia, spiritualismo ed antropologia.

Il riferimento cinematografico più immediato e adeguato, del resto fatto notare più o da meno da tutti i commentatori del film, è il Pasolini de Il vangelo secondo Matteo. Voler fare il paragone tra l'opera di Columbu e quello che, insieme ad Accattone e a La Ricotta, è il risultato più alto del cinema del poeta friulano, sarebbe ingeneroso nonché scorretto come discorso critico; più interessante è notare quali e quanti siano effettivamente i punti di contatto e quali invece le differenze tra le due opere senza fare confronti di merito. I due film partono certamente dalle stesse basi e dalle stesse esigenze "ideologiche" e religiose  e condividono la stessa radicalità di sguardo. Nel film di Columbu è però quasi assente il substrato laico che nel film di Pasolini convive con l'altrettanto sincero cattolicesimo dell'autore, convivenza che regala quel tono sofferto che costituisce ancora oggi uno dei motivi di fascino del film: Su Re è sì spirituale e pauperista, ma non è laico, mentre ne Il vangelo secondo Matteo di Pasolini la commistione tra laico e "cattolico" era alla base del senso stesso del film. Inoltre, in Su Re la centralità del popolo e della gente comune, come già accennato, ha un valore e un fascino soprattutto antropologico e culturale, mentre nella pellicola di Pasolini ci sono maggiori aderenza e immedesimazione verso il "popolo", e una più decisa condivisione delle sue sensazioni e delle sue emozioni, a partire dagli apostoli e da Maria (i suoi primi piani sono sparsi lungo tutto il film); così il "popolo" diventa come un personaggio ulteriore dalla cui ottica viviamo molti momenti importanti (si veda per esempio la scena del processo, presa dal punto di vista degli astanti, o il momento della crocifissione in cui é centrale la reazione di Maria). Tenendo conto di queste due differenze di fondo fondamentali tra il capolavoro di Pasolini e il bel film di Columbu, entrambi rimangono interessanti e suggestivi saggi sulla spiritualità popolare e sulla ricerca del senso più profondo e vero del cattolicesimo.

 


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