Sgradevole è bello. Il mondo nel cinema di Todd Solondz PDF 
Matteo Marelli   

Il titolo del saggio di Diego Mondella (già autore di Peeping Tom. Il cinema di Michael Powell edito da Falsopiano, e di Piovono rane dal cielo. Il cinema di Paul Thomas Anderson edito da edizioni Il Foglio) è epigrammatico per come riesce a cogliere con concisione ed efficacia quella che è la peculiarità del cinema di Todd Solondz, e cioè l’attenzione rivolta all’osceno e al diverso, scrutati però attraverso uno sguardo profondamente etico. Un atteggiamento, questo, che nella pratica si traduce in uno stile registico dove non compare mai un’inquadratura giudicante, mai un eccesso didascalico, mai una forzatura patetica. Nei riguardi dei suoi personaggi, anche quando questi sarebbero facilmente condannabili, il regista non esprime mai raccapriccio, pietà o disprezzo. Basta infatti vedere uno qualsiasi dei suoi lavori (non tutti di facile reperibilità: in Italia, ad esempio, Storytelling e Palindromi non sono riusciti a superare le forche caudine della distribuzione) per essere messi di fronte a situazioni che, per l’onestà con cui vengono affrontate, risultano spesso essere ai limiti del rappresentabile e del dicibile. Come sottolineato da Mondella, “le opere di Solondz rappresentano un coraggioso atto di ribellione culturale nei confronti dell’imperante società dell’immagine, in cui vige la regola della bellezza a tutti i costi”.

Sgradevole è bello è la prima pubblicazione critica che compare in Italia sul regista americano. L’autore ne è probabilmente conscio, così come è conscio del fatto di aver deciso di confrontarsi con un vero e proprio fenomeno di culto, qual è Solondz, che, in quanto tale, gode di affezionatissimi estimatori ma rimane ancora piuttosto sconosciuto al grande pubblico. Alla luce di questo, il saggio di Mondella preferisce rivolgersi, più che agli addetti ai lavori, agli appassionati di cinema. Mario Sesti, che nella prefazione del volume rimprovera all’autore di essersi poco addentrato nell’analisi stilistica del cinema di Solondz, non coglie, forse, che il senso di questo lavoro è quello di svolgere una funzione più pedagogica, in qualche modo esortativa. Il fine di Mondella, infatti, è probabilmente quello di riuscire ad avvicinare quanti più spettatori possibili all’opera di Solondz. E per farlo preferisce scardinare le maglie rigide delle monografie cinematografiche. L'autore decide d’evitare il classico sviluppo cronologico per opere, per affrontare invece una lettura di tipo più trasversale. Come emerge già dall’indice, dove si evince che l’organizzazione del materiale si articola attorno a quattro grossi blocchi tematici (Capitolo I: Mostri, bimbi e caramelle; Capitolo II: La rivincita degli sfigati; Capitolo III: Dove sei Felicità?; Capitolo IV: Della perduta innocenza), preceduti da una breve presentazione dell’autore (Il “cattivo” maestro. Un ritratto di Todd Solondz) e da una nota introduttiva (Benvenuti nel paese degli orrori). Quattro argomenti che, proprio per il fatto di essere rintracciabili in ciascuno dei film del regista, possono quasi essere considerati singole note di un unico leitmotiv. Da un lato questo modo di procedere può disorientare: il fatto che, per poter avere un quadro esaustivo su ciascun’opera, sia necessario assemblare le varie informazioni sparse nei diversi capitoli può infatti creare confusione. Dall’altro, tuttavia, permette di capire che i film di un autore dialogano tra loro, costatazione quanto mai vera nel caso di Solondz, regista che si diverte a far cortocircuitare i tasselli della propria filmografia creando continui rimandi tra l’ultima regia e i lavori precedentemente realizzati. Lavorando in questo modo, Mondella riesce a far apprezzare la compattezza e la solidità dell’opera del regista di Newark. Sempre in virtù del rivolgersi ad un pubblico di appassionati, l’autore sceglie un linguaggio semplice e diretto, rifiuta, pur conservando professionalità e concretezza, le raffinatezze, spesso fine a se stesse, della terminologia critica. Proprio in favore di un’immediata comprensione, ogni tema è affrontato con stile rapido e conciso.

Il sottotitolo di questo saggio, Il mondo nel cinema di Todd Solondz, sembra quasi esprimere, in estrema sintesi, il modus operandi dell’autore. Mondella fa capire come per lui il cinema, e probabilmente non solo quello di Solondz, non è semplicemente cinefilia: non è un universo chiuso, a sé stante, ma aperto e in costante rapporto con quanto gli gravita attorno, dalle altre forme d'arte (l’autore rintraccia somiglianze e continuità con l’opera di differenti artisti: Thomas Bernard, Diane Arbus, Mark Teain, Lewis Carroll, A.M. Homes …) alla vita stessa, con particolare attenzione al suo lato più faticoso (l’alienante vita di provincia, la famiglia vissuta come “cancro”, la sessualità in tutte le sue possibili declinazioni, devianze comprese). Una prospettiva ad ampio raggio che a volte lo porta ad aprire digressioni di taglio sociologico e/o psicanalitico che deviano dall’argomento del discorso. Di estremo interesse, infine, l’attacco e la chiusa di questo saggio. La seconda è un’ampia intervista, probabilmente la più ricca sino ad ora dedicata al regista, che Mondella ha avito modo di fargli durante la 66° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove Solondz ha concorso con Life During Wartime (tradotto Perdona e dimentica), poi aggiudicatosi il Premio Osella per la miglior sceneggiatura. Il primo invece è il resoconto degli attimi che precedono l’intervista, la descrizione di un’attesa che diventa occasione per redigere un profilo introduttivo del regista. Mondella presenta il tutto per mezzo di un approccio diaristico, molto intimo, che fa capire come per lui il cinema di Solondz, prima di essere oggetto di studio, è una passione personale, una sua questione privata.

TITOLO:
Sgradevole è bello. Il mondo nel cinema di Todd Solondz; AUTORE: Diego Mondella; EDITORE: Pendragon; ANNO:  2010; PAGINE: 149; PREZZO: 14,00 €

 


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