Da Black Comedy a Monsoon Wedding: Mychael Danna PDF 
di Luca Gricinella   

Il primo capitolo della filmo-discografia di Mychael Danna (1958) coincide con l'esordio di Atom Egoyan (1960) nel mondo della grande distribuzione cinematografica. I due artisti canadesi (in realtà il regista è di origine armena) nel 1987 con Black Comedy danno infatti il via, a Toronto, a un'interessante collaborazione tuttora attiva. Il punto di svolta per entrambi avviene con Exotica (1994), primo vero successo internazionale per Atom Egoyan anche grazie al Premio della Critica ricevuto al Festival di Cannes.

"Quando viaggio attraverso il Nord America - ha dichiarato il musicista nel 1998 al magazine on-line Film Score Monthly - mi accorgo che Toronto è ancora una delle città più multiculturali. [...] Si può ascoltare o vedere qualsiasi cosa di ogni cultura." Non a caso la musica di Mychael Danna è connotata da una combinazione tra minimalismo elettronico e passione per la musica etnica. Gli strumenti coinvolti nelle sue composizioni per il cinema testimoniano questa propensione per la ricerca di sonorità appartenenti ai popoli più legati alle tradizioni musicali: percussioni come il darabukka, strumenti a corde come l'ud (noto anche come oud o al'ud), il sitar, il sarod e il sarangi, o ancora aerofoni come lo shenai, i flauti bansuri e quello tipico dei nativi americani.

Se in Tempesta di ghiaccio (1997), a tutt'oggi il miglior film di Ang Lee, già sui titoli di testa compaiono dei sobri suoni di stampo estremo-orientale (forse un omaggio alle origini del regista), in Exotica le musiche sono costantemente attraversate da atmosfere estatiche che si rifanno alla tradizione araba e, in parte, anche a quella mediorientale. Ma è la musica di Monsoon Wedding a costituire senza dubbio la colonna sonora più spiccatamente etnica composta da Mychael Danna, e i repentini passaggi drum 'n' bass non riescono a scardinare questa impressione. Uno degli aspetti fondamentali del suo stile, ossia la capacità di stemperare i suoni creando atmosfere quasi "magiche" (per usare un aggettivo tirato in ballo da Mira Nair), qui trova un'ulteriore conferma. Ma c'è posto anche per Baraat, brano solare e trascinante come le migliori melodie balcaniche.

Nella pellicola vincitrice del Leone d'Oro alla 58ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, come in gran parte della cinematografia indiana, le musiche, e di conseguenza le danze, sono centrali. Addirittura, la regista originaria del Punjab, sul booklet del cd edito dalla Milan Music, dichiara: "Maliziosamente, mi piace pensare a Monsoon Wedding come un film di Bollywood (Bombay + Hollywood; si riferisce ai mastodontici studi dove si producono film magniloquenti, strappalcrime e infarciti di pezzi musicali, ndr) prodotto alle mie condizioni". Ma questo parallelo con le frivole produzioni bollywoodiane nasce più che altro dalla presenza nel film anche di musiche non originali. L'apporto di Mychael Danna è senza dubbio più consono allo spirito del dramma umano portato sul grande schermo, in cui ha un ruolo fondamentale la contrapposizione tra tradizioni locali e quelle tecnologie del mondo occidentale che influiscono nella vita di tutti i giorni. Il coinvolgimento di validi musicisti indiani come Sunil Das, allievo del leggendario sitarista Ravi Shankar, o Rakesh Chaurasia, autore insieme con Talvin Singh (esponente di spicco dell'Asian Underground) dell'album Vira (Times Music), conferisce inoltre alla musica di questo film un carattere d'autore.
Per Ararat, nuova pellicola di Atom Egoyan di prossima uscita, Mychael Danna e il regista sono andati in Armenia e hanno scelto strumentisti e vocalist locali per ottenere il sound che cercavano; dalle prime dichiarazioni di entrambi si capisce come la musica avrà un ruolo essenziale nel film.

 


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