L'artista concettuale inglese Sam Taylor Wood esordisce dietro la macchina da presa e fa spuntare i muscoli al giovane John Lennon. Aaron Perry Johnson, classe 1990, è l'attore cui tocca l'arduo compito di mettere in scena la massima icona del pop rock. I due però condividono il pallore e poco più. Già ad altri è capitato di dover assumere le sembianza di personaggi ingombranti senza poter contare su tratti somatici simili, e non sempre la cosa si è rivelata uno svantaggio: uno su tutti Joaquin Phoenix/Johnny Cash in Walk the Line (2005). La questione anabolizzanti si era presentata anche per la biografia di Ray Charles con protagonista Jamie Foxx: in quel caso arrivò addirittura un Oscar e la faccenda fu archiviata.

Nowhere Boy è un racconto di formazione. Il problema di Lennon è venire fuori da una situazione famigliare complicata e superare lo scoglio degli anni Sessanta destinati a portarsi via il conformismo dell'Inghilterra post bellica. Clima e scenario sono quelli ben descritti dal recente An Education (2009) sceneggiato da Nick Horby. Come spesso capita in questo tipo di operazioni, la storia che regista e sceneggiatore hanno tra le mani è talmente nota, incollata su milioni di magliette e poster, da far venire il tremore ai polsi (forse). Si finisce quindi per lavorare per sottrazione. Nessun cenno ai futuri Beatles, sporadiche apparizioni per Paul McCartney e George Harrison, niente droga, qualche pinta di lager e molte sigarette. L'epica è bandita, non siamo a Hollywood, per quel genere di cose andate a rivedervi un Eastwood d'annata, Bird (1988) per la precisione, o magari The Doors (1991) di Oliver Stone. La sceneggiatura di Matt Greenhalgh si concentra sulle donne di Lennon. La zia austera e conservatrice lo alleva e gli regala la prima chitarra, la madre Julia, dopo averlo abbandonato da piccolo, lo avvicina al rock e gli insegna i primi accordi. Due mondi lontani, due sorelle e due donne che rappresentano epoche diverse, l'una gli anni Cinquanta colti e rigidi, l'altra il nuovo decennio libertario e vivace. Lennon saprà giungere, non senza sofferenze, a una felice sintesi. A tratti didascalica, l'impostazione di Greenhalgh non raggiunge la profondità dello script di Control (2007), film scritto per Anton Corbijn sulla storia del leader dei Joy Division Ian Curtis, ma coglie un aspetto fondante della personalità di Lennon: la devozione che questi riserva alle sue compagne di vita. E il ruolo ritagliatosi da Yoko Ono nella vita della star conferma la bontà dell'intuizione.

Mancano molte cose a Nowhere Boy, quello che c'è però appare di buon livello. La regia di Sam Taylor Wood evita da una lato l'approccio documentaristico e dall'altro risparmia allo spettatore le montagne russe a cui aveva costretto i fan di Bob Dylan il film di Tod Hayness Io non sono qui (2007). Per il resto potete guardarvi le migliaia di filmati d'archivio, le pellicole con i Beatles come protagonisti e un curioso documentario uscito qualche tempo fa: USA contro John Lennon (2006).

TITOLO ORIGINALE: Nowhere Boy; REGIA: Sam Taylor Wood; SCENEGGIATURA: Matt Greenhalgh; FOTOGRAFIA: Seamus McGarvey; MONTAGGIO: Lisa Gunning; MUSICA: Alison Goldfrapp, Will Gregory; PRODUZIONE: USA; ANNO: 2009; DURATA: 98 min.