Ken il guerriero - La leggenda di Raoul PDF 
Fabio Fulfaro   

Basato sul celebre manga nato nel 1983 per mano di Tetsuo Hara e Buronson, pubblicato in tutto il mondo con più di un milione di copie, in Italia Ken il guerriero arriva alla sua massima notorietà attraverso due serie animate (109 episodi la prima, 43 episodi la seconda), prodotte a partire dal 1984 e spesso riproposte da diverse emittenti TV locali. Oggi, a 25 anni di distanza, è stata scritta una nuova saga, La leggenda del vero salvatore, che riprende le vicende narrate nella prima serie, sempre con l'animazione bidimensionale ma con qualche differenza tematica e di stile, sintetizzabili nell'enfatizzazione, a volte eccesiva, di sentimenti e vita interiore dei vari personaggi. La saga si sviluppa in 5 capitoli, dei veri e propri lungometraggi, ognuno dei quali è raccontato dal punto di vista di uno dei suoi leggendari protagonisti: Ken il guerriero - La leggenda di Hokuto, Ken il guerriero - La leggenda di Julia, Ken il guerriero - La leggenda di Raoul, Ken il guerriero - La leggenda di Toki e Ken il guerriero - La leggenda di Kenshiro.

In uno scenario post atomico, in un'atmosfera di malinconia malata modello Hiroshima Mon Amour, Kenshiro, il guerriero progressista della divina scuola di Hokuto, combatte il potere reazionario costituito da Raoul, il quale, alla maniera di Cesare, vorrebbe una pace armata, imposta da una volontà di potenza infinita. Dopo vari combattimenti, la tristezza di Kenshiro e la bellezza di Julia troveranno completamento nella redenzione di Raoul, e il popolo potrà essere liberato dalle catene della schiavitù. Per chi conosce la saga, il film riesce a soddisfare i palati più fini, condensando in 85 minuti tantissimo materiale e molte svolte narrative. In bilico tra codici d'onore epici importati direttamente dal cinema di Kurosawa e certe regressioni neo primitive alla maniera del Conan di Milius, Ken incarna perfettamente il mito biblico dell'eroe guerriero, martire e salvatore, che porta su di sé tutti i peccati del mondo e con l'uso accurato delle sole dita della mano è capace, toccando i punti giusti, di guarire o uccidere (un po' come la manovra che Uma Thurman impone sul rimpianto David Carradine nel finale di Kill Bill Vol. II). Questo potere taumaturgico gli deriva da un certo sguardo trascendente verso le Stelle dell'Orsa Maggiore e dalla consapevolezza del proprio dolore e delle paure più nascoste. Nel primo combattimento contro Kenshiro, Raoul, scorgendo la tristezza negli occhi del proprio fratello/nemico (la morte del fratello Toki e la scomparsa di Julia sono ferite impossibili da cicatrizzare), comincia a tremare, e in un secondo combattimento contro il gigantesco Fudo si troverà vigliaccamente ad indietreggiare dietro una linea da lui tracciata: solo chi ha superato la sofferenza pietrificandola dentro di sé potrà avere il dono della trasmigrazione e vincere ogni duello. Ciò che non ti uccide ti rende più forte, e quella benda legata al braccio è il simbolo di una speranza che non si arrende di fronte alla desolazione di un mondo devastato, senza piante e con mutazioni in atto, in bilico tra il nulla e l'addio, tra la tristezza e la bellezza.

Ben misurato anche nelle scene più violente, e molto attento al travaglio interiore dei personaggi, questo terzo episodio della saga ha il più importante difetto nel risultare quasi incomprensibile a tutti coloro che si avvicinano per la prima volta al mitico eroe Kenshiro. A loro consigliamo di affrontare i primi due capitoli della saga per potersi orientare tra le motivazioni e il background di così tanti caratteri. Rispetto alla serie televisiva sono spariti due importanti protagonisti come Wei del vento e Jusa delle nuvole, e in più proprio in questo capitolo sono ipertrofizzati certi risvolti melodrammatici che si riversano in fiumi di lacrime. Anche certe scelte rappresentative (Raoul è disegnato con capelli biondo ossigenati inamidati) possono fare trasalire i cultori dei vecchi episodi televisivi. Ma nonostante queste pecche, La leggenda di Raoul tiene bene il passo coi tempi e certo non sfigura di fronte all'avanzare dell'animazione digitale tridimensionale.

Mai, mai scorderai l'attimo, la terra che tremò. L'aria s'incendiò e poi silenzio. E gli avvoltoi sulle case sopra la città, senza pietà. Chi mai fermerà la follia che nelle strade va? Chi mai spezzerà le nostre catene? Chi da quest’incubo nero ci risveglierà, chi mai potrà? Ken, sei tu fantastico guerriero, sceso come un fulmine dal cielo. Ken, sei tu il nostro condottiero...

TITOLO ORIGINALE: Shin kyûseishu densetsu Hokuto no Ken: Raô den - Gekitô no shô; REGIA: Toshihiro Hirano; SCENEGGIATURA: Buronson, Tetsuo Hara; FOTOGRAFIA: Masato Sato; MONTAGGIO: Jun Takuma; MUSICA: Yuki Kajiura; PRODUZIONE: Giappone; ANNO: 2007; DURATA: 85 min.

 


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