La scienza del sogno PDF 
Paolo Fossati   

Restituire la passione per il cinema che Vincenzo Buccheri riusciva a trasmettere durante le sue lezioni universitarie, come nei progetti di laboratorio o sul set, è un’impresa. Se esiste un modo di farlo restando fedeli al suo approccio entusiasta, ma sempre analitico, è attraverso i testi che ha redatto (frequentando tutte le forme di scrittura critica sul cinema), nei quali è sempre presente sia un’idea di cinema, che un’idea di mondo. Il concetto assai lineare di morettiana memoria, “le parole sono importanti”, riecheggia oggi nella mente di chi scrive, ripensando al sorriso di un giovane docente in grado di consegnare ai propri studenti tutta la magia del cinema, mettendoli contemporaneamente in guardia su come analizzarne gli incanti e svelarne gli incantesimi, insegnando a mettere a fuoco la scienza e il sogno che convivono nel film. Quel film visto da Buccheri innanzitutto come prodotto culturale, analizzato come strumento in grado di svolgere la funzione di viatico per un mondo onirico.

La scienza del sogno è il titolo scelto dai curatori di un volume, edito da Il Castoro, che raccoglie scritti essenziali di Buccheri riguardanti il ruolo della critica cinematografica, il postmoderno, la funzione di autore, lo stato del cinema italiano contemporaneo, il fenomeno cult e midcult. Un titolo mutuato da quello del film di Michel Gondry del 2006, considerato dal nostro critico “non un elogio del sogno contro il grigiore della realtà, ma una riflessione sulla difficoltà dei sentimenti, sulla dolorosità, forse l’impossibilità, di trovare con gli altri un piano di comunicazione, di condivisione del reale”. Insomma, un’opera in bilico tra il desiderio di evasione (seppur sognata e momentanea) e la necessità dell’analisi del gesto artistico e comunicativo, come ci piace pensare fosse lo spettatore Buccheri, icononauta consapevole. Il libro è un insieme di strumenti da affidare ai lettori per riconsegnare, oltre al ricordo del pensiero di uno dei più brillanti critici e studiosi italiani degli ultimi anni, un corpus di riflessioni sullo stato odierno del cinema, scaturite valicando il confine tra il Novecento e l’inizio del nuovo millennio. È utile a tramandare ipotesi sul destino di un’arte che Vincenzo definiva sintesi per eccellenza di istanze diverse, talvolta contraddittorie (una summa di letteratura, architettura, sociologia), il cui ruolo pensava dovesse essere quello di “un’introduzione alla realtà” capace di far sviluppare agli spettatori, visione dopo visione, una coscienza critica sul nostro tempo. Serve a meditare sul cinema, ricordando che si tratta di un medium fondato sul montaggio, metafora del continuo, instancabile, assemblaggio delle esperienze messo in atto dalla mente umana.

Analizzare i film, insegnare a studiarli, era per Vincenzo Buccheri una missione da compiersi giorno per giorno, un gesto culturale volto a riformare l’idea dominante sul ruolo della formazione (sempre più frammentata in percorsi iperspecialistici e claustrofobici), rifondandone le basi sulla capacità di osservazione e analisi. Imparare a trattare le immagini con consapevolezza e passione era l’imperativo necessario da far comprendere ai suoi studenti, per insegnar loro come riuscire ad orientarsi in un’epoca dominata proprio da immagini. Puntare alle specializzazioni solo dopo aver raggiunto, con metodo, una visione d’insieme chiara, era il consiglio di base, l’allerta nascosto dietro all’ironia dei giudizi sul primato delle immagini ludiche, emotivamente scioccanti e svuotate di senso profondo attraverso le quali ammicca il postmoderno. Dietro le quali si doveva e si deve almeno provare a cercare una realtà, prima di constatarne l’assenza.

TITOLO: La scienza del sogno (Scritti critici 1992-2009); AUTORE: Vincenzo Buccheri; EDITORE: Il Castoro; ANNO: 2010; PAGINE: 192; PREZZO: 18,00 €

 


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