Il fondamentalista riluttante PDF 
Elena Ciofalo   

Un film che riflette sulle conseguenze dell'attacco alle Torri Gemelle dopo dodici anni. Inevitabile chiedersi cosa dirà di nuovo rispetto agli innumerevoli prodotti mediali che hanno riflettuto sull'evento da ogni angolazione possibile. Mira Nair, regista indiana che vive a New York, decide di trattarlo attraverso l'adattamento dell'omonimo romanzo di Moshin Hamid. Il fondamentalista riluttante è un film di finzione sulla condizione di un giovane pakistano che da colletto bianco di New York decide di tornare in patria in seguito all'attacco. Il film ha aperto la Mostra di Venezia del 2012, che nel 2001 aveva già ospitato e premiato la regista indiana con il Leone d'Oro per Monsoon Wedding. La combinazione di Oriente e Occidente è rintracciabile già dalla produzione (americana, indiana e pakistana), dalle location, che spaziano dall'America alla Turchia e il Pakistan, e dagli attori, tra cui gli americani Kate Hudson e Liev Schreiber e il pakistano britannico Riz Ahmed. Dopo la partecipazione al film collettivo 11 Settembre 2001, in cui racconta la storia di un giovane musulmano che muore durante l'attacco venendo ingiustamente accusato di terrorismo, Mira Nair continua a riflettere sulle Torri Gemelle attraverso una storia individuale che fa da trait d'union tra il mondo americano e quello musulmano.

Pakistan, Lahore, 2010. Mentre montano le proteste tra gli studenti della “nuova militanza accademica” e le forze dell'ordine, Changez (pakistano) e Bobby (americano) si incontrano e scontrano in un'intervista che ha il secondo fine di scoprire dove si trova un professore americano in ostaggio. Dalla conversazione nasce un lungo racconto-flashback che parte dieci anni prima. Il giovane Changez Khan, figlio di una buona famiglia pakistana, ottiene un lavoro come analista finanziario a New York e inizia il suo “sogno americano”, con successi in campo lavorativo e sentimentale. Ma l'attentato dell'11 settembre stravolge la sua vita, in cui si insinua “una sottile e strisciante violenza”. Le continue discriminazioni, il fallimento sentimentale, e l'incontro con un editore turco che permette a Changez di riflettere sulle sue radici perdute, lo portano a licenziarsi dal suo lavoro di squalo di Wall Street e a intraprendere la carriera di professore universitario a Lahore per scoprire “se esiste un sogno pakistano che non costringa a emigrare”. Il lungo flashback che ci conduce al tempo presente della narrazione è spezzato più volte dall'intervista tra Changez e Bobby, che si fonda su una domanda: le vessazioni subite dal brillante pakistano Changez, che aveva un futuro e una carriera in America, lo hanno spinto a tornare in patria per motivi personali o per intraprendere un percorso di militanza terroristica antiamericana? “Mai fidarsi delle apparenze”, dice Changez prima che il giornalista Bobby accenda il microfono per l'intervista.

La regista sceglie una struttura a livelli per affermare visioni che sono insieme organiche e particolari. L'indirizzo generale cerca di spiegare i punti di vista dell'America e del mondo musulmano, e affonda sulla morale, abbastanza stereotipata, per cui le ignoranze e le radicalizzazioni ideologiche sono foriere di violenze e ingiustizie. Forse però è nella chiave scelta, ovvero quella della condizione del giovane musulmano in America, che si rintracciano alcune timide novità. Attraverso l'ascesa e il declino del “sogno americano” di Changez riflettiamo sulla veridicità della democrazia americana e sul fatto che i “fondamenti” che animano la finanza occidentale e quelli delle ideologie terroristice musulmane in fondo condividono la stessa natura integralista. Tuttavia, l'intera narrazione è appesantita dalla sovrapposizione temporale, il lungo racconto di Changez al giornalista scorre mentre attorno imperversano le proteste degli studenti e gli intrighi della CIA, e i messaggi che la regista vuole esprimere si fondono con una deriva da spy story/thriller che conduce ad un finale confuso che mina le certezze dello spettatore riguardo le motivazioni reali dei due protagonisti e, quindi, delle due opposte fazioni, l'America e il Pakistan.

 


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