Jane Eyre PDF 
Valentina Rossetto   

Jane Eyre, del regista americano Cary Fukunaga, è un nuovo adattamento del capolavoro di Charlotte Brontë, che ha ispirato molte pellicole, direttamente (La porta proibita di Robert Stevenson o Jane Eyre nel castello di Rochester di Delbert Mann) o indirettamente (un esempio su tutti Rebecca la prima moglie di Hitchcock). La vicenda è nota: rimasta orfana, Jane Eyre è cresciuta dalla zia, che la detesta e che la manda ancora bambina in un collegio religioso dove le viene impartita un'educazione ancora più dura e severa. Uscita dal collegio, la giovane diventa istitutrice e ottiene un lavoro presso Lord Edward Rochester. Presto s’innamora dell'uomo, che però nasconde un doloroso segreto.

La narrazione in prima persona della Brontë trova corrispondenza nella centralità del personaggio di Jane Eyre. Tutto quanto messo in scena nel film è filtrato attraverso il suo personale punto di vista come un insieme di ricordi appartenenti a un passato più o meno lontano. La protagonista è interpretata da Mia Wasikowska, che ne sottolinea soprattutto la riservatezza. Utilizzando una recitazione fatti di sfumature e piccole variazioni sia nei gesti che nelle espressioni, l'attrice riesce a mostrarci tanto i cambiamenti minimi quanto il tormento interiore che la coglie nei momenti più drammatici e dolorosi. La Wasikowska descrive così le reazioni emotive del suo personaggio: "Jane si conosce molto bene, per questo è così cauta. La sua è una relazione avvolta nel mistero: mi ama, non mi ama? Non riesce a venirne a capo e in certi momenti soltanto il pensiero la imbarazza". E questo alternarsi di pensieri e stati d'animo vengono tradotti con estrema finezza dall'attrice. Jane Eyre disegna, è la sua valvola di sfogo, il suo modo per interpretare il mondo, anche interiore, in maniera silenziosa ma critica. Nel corso del film Jane disegna un ritratto di St John, l'uomo che l'ha salvata e che la ospita in casa sua con le sorelle, evidenziandone bene il carattere rigoroso e un po' severo che emergerà nel corso del film. Questa attitudine del personaggio ben rappresenta il suo carattere: estremamente schiva quando viene interrogata, Jane esprime i propri pensieri in maniera diretta e senza mediazioni, proprio come attraverso il disegno. Anche in questo caso l'interpretazione della Wasikowska riesce a tenere in perfetto equilibrio questa doppia natura, riservata e allo stesso tempo diretta e critica. 

La forza principale che muove il personaggio di Jane Eyre, secondo il regista, è la volontà di costruire una rete affettiva. Ogni tentativo fatto in passato è fallito: la ragazza rinfaccia alla zia morente il fatto che non l'abbia mai amata quando lei invece era disposta a farlo, e in collegio perde l'amica a cui si era legata come a una sorella. Così Cary Fukunaga racconta la sua storia da adulta, quella che lui ha voluto mettere in scena: "è la ricerca di quei legami che le sono mancati, per questo chiede a St John e alle sue sorelle di diventare la sua famiglia, per questo alla fine ritorna da Rochester per realizzare finalmente il suo amore". Il regista adotta il punto di vista di Jane anche nel mettere in scena luoghi e personaggi. Ogni volta che Jane è costretta a cambiare casa e a recarsi in un luogo sconosciuto, questo ci viene mostrato in penombra, scarsamente illuminato, a significare la poca dimestichezza della protagonista. Lo stesso vale quando incontra per la prima volta Rochester alla villa, in un salotto immerso nella penombra, poco illuminato da un camino e da alcune candele, quasi a esprimere la scarsa confidenza e l'aura di mistero che avvolge l'uomo. Al loro secondo incontro nello stesso salotto le immagini sono più chiare e luminose. Un simile trattamento dello spazio si può notare anche nella sequenza in cui Jane Eyre deve suo malgrado partecipare a una serata mondana. Seduta in disparte, osserva i partecipanti come figure distanti, anche in questo caso scarsamente illuminate, la maggior parte di spalle, personaggi dai discorsi vuoti e banali, per lei senza spessore e interesse. E osservazioni simili possono essere fatte anche per il paesaggio. All'inizio del film, Jane è spaventata da quanto ha scoperto sul passato di Rochester, fugge, e la vediamo inquadrata in luoghi inospitali, quasi aridi, minacciata dai temporali e dalla pioggia. Durante il suo interludio amoroso con Rochester, prima del matrimonio, la natura e il paesaggio sono invece verdeggianti e rigogliosi, abbondano i fiori, è primavera e c'è il sole. Nella scena in cui St John le chiede di sposarla soffia un vento che è sì tipico delle lande inglesi ma che esprime anche lo stato interiore di Jane, che non vuole accontentarlo perché vede in lui un fratello. Ed è proprio questo vento che le ricorderà a chi appartiene davvero il suo cuore, guidandola nella direzione "giusta".

Jane Eyre è quindi un film totalmente segnato dal punto di vista della protagonista, come del resto lo stesso romanzo da cui è tratto. Fukunaga però, rispetto alla Brontë, fa una scelta interessante, cominciando il racconto dalla fuga di Jane e inserendo gli episodi del suo passato come ricordi della protagonista, a volte come ricordi nel ricordo. Un'altra carta vincente è la scelta di prediligere un tono intimista e minimale, rafforzato dalle interpretazioni dei personaggi, prima fra tutti quelle di Mia Wasikowska e di Michael Fassbender (Edward Rochester). Anche i momenti più drammatici, come la scoperta dell’esistenza della prima moglie di Rochester e la conseguente fuga di Jane, sono trattati in maniera estremamente equilibrata, evitando toni esageratamente sentimentali. Una scelta, questa, che a volte rende il film un po' freddo, ma che allo stesso tempo rappresenta il suo punto di forza, quello che lo tiene lontano dalla spettacolarizzazione narrativa e dagli stereotipi del genere che caratterizzano molte delle precedenti versioni cinematografiche.

TITOLO ORIGINALE: Jane Eyre; REGIA: Cary Fukunaga; SCENEGGIATURA: Moira Buffini; FOTOGRAFIA: Adriano Goldman; MONTAGGIO: Melanie Oliver; MUSICA: Dario Marianelli; PRODUZIONE: Gran Bretagna; ANNO: 2011; DURATA: 115 min.

 


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