Ang Lee
I segreti di Brokeback Mountain
di Chiara Spezzani
Tutto nasce e finisce a Brokeback Mountain.
Non si può e non si deve catalogare Brokeback Mountain come una storia di cowboy gay: di etichette il mondo è già pieno, come lo stesso film ci aiuta a comprendere. È, invece, una storia profondamente umana, quella di Jack ed Ennis, giovani cowboys del solitario Wyoming dell'America anni '60, che vedono una sincera amicizia, nata durante un'estate di lavoro tra le greggi, trasformarsi in un amore altrettanto sincero e profondo. Una storia priva di quelle falsità e di quelle immagini stereotipate con cui i media ci riempiono quotidianamente gli occhi. Jack ed Ennis non appartengono al mondo del cinema o della moda, non sono ricchi, non sono avvocati, non rappresentano e non vogliono rappresentare alcuna causa, non vogliono essere un simbolo: sono solo due persone. Due persone che condividono la vita di tutti noi, le stesse preoccupazioni, le stesse paure, quelle di essere inadeguati, di essere "sbagliati". Luogo fisico, sì, Brokeback Mountain, ma soprattutto spazio mentale, sospeso, l'unico in cui i due protagonisti riescono ad essere davvero loro stessi, a lasciar fuori il mondo esterno, a permettersi di "sentire" realmente. Ma, ancora, un sentire filtrato attraverso la paura, sempre presente, di essere scoperti, in senso materiale e non: "Hai mai l'impressione che ti guardino…che sappiano?" confessa Ennis a Jack.
Un film fatto di silenzi, come quelli del suo protagonista Ennis Del Mar ("ho parlato più oggi che in un anno"): ma anche di tante immagini, di paesaggi e di sguardi che parlano da soli. È infatti alle immagini che sono affidati alcuni tra i momenti più toccanti del film, come quella che immortala il corpo straziato dai coyote di una pecora, espressione visiva della lacerazione interiore che affligge Ennis, la punizione per il suo essere sbagliato. Di qui l'incapacità di accettarsi ("io non sono così"), l'odio insopprimibile per se stesso e la paura, alimentati dalla voce paterna e dal ricordo di bambino del cadavere abbandonato del vecchio Earl. Una lotta titanica, quella che si trova a combattere, e che non trova altra via di sfogo che la rabbia. Una rabbia lacerante, distruttiva, per sé e per gli altri: una rabbia che travolge e stravolge la vita sua e di coloro che ama, una rabbia di cui è drammaticamente consapevole. Indimenticabile quel pianto sofferto a Brokeback Mountain, quando, di fronte alla possibilità di perdere l'unica persona che dimostra di conoscerlo realmente, cede rabbiosamente a quelle lacrime che ha sempre cercato di nascondere e respingere dietro l'inseparabile cappello da cowboy.
Diversa, ma vissuta in modo non meno doloroso, la sofferenza di Jack, il sognatore. Una sofferenza palpabile in quelle lacrime silenziose dopo il rifiuto di Ennis: la bruciante consapevolezza della fine di un sogno, quello di poter essere accettati dal mondo, al di fuori di quel recinto protetto rappresentato dai monti del Wyoming. Quello stesso sogno dal quale, come i genitori rivelano ad Ennis nell'indimenticabile sequenza finale, non riusciva a risvegliarsi. Un sogno che, parimenti alla vergogna e alla rabbia dell'amico, lo imprigiona, segnandone irrimediabilmente la vita, tracciandone l'inevitabile conclusione, in una drammatica sovrapposizione di immagini e ricordi attraverso gli occhi di Ennis.
Straordinari i protagonisti, Heath Ledger e Jake Gyllenhall, giovani e coraggiosi nell'affrontare un ruolo non facile, che può "marchiare" e imprigionare, come avviene per i personaggi stessi che interpretano. Sorprendente Michelle Williams, nell'interpretare l'infelice Alma, che al pari di Jack, vede infrangersi un sogno, travolta dalla consapevolezza di aver perso il marito, ma soprattutto di non averlo mai realmente posseduto. Ancora ad una suggestione visiva è affidato il compito di chiudere il sipario su questo memorabile affresco, su questa storia d'amore, intensa e crudele: la vecchia camicia macchiata di sangue appesa nell'armadio, accanto ad una cartolina di quei monti fatali.
Tutto nasce e finisce a Brokeback Mountain.
I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN
(USA, 2005)
Regia
Ang Lee
Sceneggiatura
Larry McMurtry, Diana Ossana
Montaggio
Geraldine Peroni, Dylan Tichenor
Fotografia
Rodrigo Prieto
Musica
Gustavo Santaolalla
Durata
134 min