Miranda July
Me and You and Everyone We Know
di Marco Miraglia
È sempre piuttosto difficile giudicare un'opera prima di un artista. Nel caso dell'arte cinematografica siamo però "avvantaggiati" dal fatto che essendo il cinema stesso un'arte complessa, la realizzazione di un lungometraggio, anche se a tema decisamente poetico (come nel nostro Me and You and Everyone We Know), comporta già una scrematura, e conseguente incanalamento, di quei flussi di idee che rischierebbero di portare il giovane artista troppo lontano per le sue capacità. Sembra quindi che Miranda July, cosciente di non potere, col suo grazioso film, spingersi troppo oltre, abbia di proposito evitato di farlo, cucendo, quasi al punto croce su di una tovaglia, un paio di personaggi che forse come lei vorrebbero capire e spiegare, ma che alla fine si limitano a prendere atto di quella piccola realtà che li circonda, limitandosi a fornirsi spiegazioni da soli. Ed è comunque questa una grande vittoria. Una vittoria che, seppur limitata dal tempo di una passeggiata lungo un isolato, è quanto di più grande si possa volere dalla propria vita.
L'eccesso di poesia nel complesso del film viene quindi giustamente ridimensionato. Di contro la July ne utilizza la giusta misura nello stile di regia, e una parte considerevole nella composizione delle immagini, sempre comunque proposte in modo dolce, quasi soft, che non le fa pesare, ma anzi in qualche modo le eleva. Una piccola realtà quindi, una realtà ristretta, un quartiere dove la gente vive, dove si trascorre la propria vita circondati da gente che si conosce (chi meglio, chi peggio), comunque sempre limitati alla giornata che ci costringe a tornare nelle nostre piccole case. Non credo sia necessario esplicare come la scelta - da parte della July - di ambientare tale film in un piccolo quartiere significhi in realtà rendere conto di orizzonti ben più ampi, diremmo globali, se questa definizione non ci rendesse ugualmente insicuri di peccare di grandezza. Impiegando quindi una specie di implosione (dal concetto al particolare) ed escludendo quel movimento di esplosione su scale troppo grandi (dal concetto a...?), Miranda July inizia col porci di fronte non a una galassia, ma alla singola persona.
Persone quindi. Semplici, piccole persone viste dal cielo, disegnate su di un foglio (il quartiere, il paese, il mondo...), ridotte a semplici punti e virgola. Ma siamo sicuri che dietro l'apparente gestione di un problema a "misura d'uomo" le cose siano così facili? Manca qualcuno su quel foglio stampato da Peter e suo fratello: manca Robert, loro padre, eppure è la persona a loro più vicina ed abita nella loro stessa casa. Ma Robert non si sente a casa...non più. Iniziamo col problema. Cosa manca a Peter e a suo fratello? Cosa manca a Robert? Cosa manca a Catherine? Cosa manca a tutte le persone che conosciamo, cioè a tutti gli altri protagonisti del film? In primo luogo affetto e certezze o, se vogliamo, la certezza di un affetto. E al giorno d'oggi sembra così difficile trovarne. Chiunque in quel piccolo paese, è alla ricerca di affetto. Ed ecco allora le forme di quell'affetto trasformate in oggetti, in una realtà dai colori morbidi ma forse falsi come plastica: dei piccoli elettrodomestici da collezionare come dote, uno specchio che dice ti amo "quante volte si vuole", una schermo e una chat-line. E addirittura forme scandalose di affetto, in una realtà che, non riconoscendolo, ne ha storpiato il significato stesso: la pedofilia, la ninfomania, e l'omosessualità già di ragazzine minorenni. Tutti cercano affetto. In modo diverso, in modo nascosto e vergognoso, a proprio modo. In modo sbagliato? Forse. Ma alla fine Me and You non mostra nulla di scabroso, perché non accade nulla di scabroso. Nessuno sbaglia. Non c'è malvagità nella ricerca di amore, ma se nessuno ci insegna come fare, l'unico modo è quello di guardare gli altri o cercare di capire da soli, come il piccolo Robbie che copia le frasi della chat-line per poter rispondere. Esplorazione, emulazione e (forse) integrazione.
È vero che in questo film non esistono personaggi principali o secondari: le storie di tutti coloro che vi appaiono sono portate avanti in modo quasi equivalente per tempo e per importanza. Ma cosa rende Catherine e Robert diversi? Anche loro sono alla ricerca di affetto reciproco, come tutti gli altri certo. Ma se Robert ne ha appena avuto una grave carenza dopo la separazione dalla moglie, e quindi ha estremo bisogno di riceverne, Catherine di contro ha un estremo bisogno di darne. Già questa situazione crea tra loro il collante (da scarpe) necessario perché possano essere considerati i protagonisti della storia, essendo infatti gli unici che ci vengono presentati come effettivamente compatibili. Ma questa compatibilità non si limita semplicemente al rapporto del dare e avere, bensì in maniera più profonda a quello che loro, e solo loro tra tutti i personaggi proposti, stanno effettivamente cercando dalla loro vita. Cosa manca a Peter e a suo fratello? Cosa manca a Robert? Cosa manca a Catherine? Cosa cercano tutte le persone che conosciamo? In primo luogo affetto e certezze abbiamo detto...ma in secondo luogo? Una famiglia. Ecco che dalla constatazione del problema generale - che è il problema dell'affetto - possiamo compiere un passo indietro e considerare un nuovo problema, quello del nucleo familiare. Non è certo il caso di fare qui un'analisi di cosa significhi la figura del nucleo familiare, in termini sociali, culturali, e perché no, di corretta crescita morale e sessuale di un individuo. Sta di fatto che in Me and You la famiglia (quella che funziona, ovviamente) rappresenta quella purezza perduta di rapporti d'affetto, che la gente si sforza di cercare nelle interpretazioni personali di una domanda cui manca risposta fin da principio, se formulata nella società di oggi. L'eccessiva specializzazione, la digitalizzazione, la perdita dei ricordi, la triste chiusura dell'individuo in una propria, isolata sotto-esistenza, tendono a far dimenticare la realtà di un così fondamentale luogo sociale. Ecco quindi Robert, che viene privato bruscamente della solidità del suo nucleo familiare. Tale frattura gli causa un grandissimo shock tanto che arriva a compiere quello che per la società è un gesto assurdo, anormale: bruciarsi una mano. Incontrerà Catherine, novella Amelie Poulain, artista portata, per definizione, a vedere ciò che gli altri non vedono, o che si dimenticano di vedere. La ricerca dell'affetto, concretizzato nella figura della famiglia, è quello che differenzia i due protagonisti. Essi hanno quindi compiuto il cammino di tutti, ed in più sono riusciti ad andare oltre, verso una soluzione forse apparente e momentanea, ma che li permetterà di rimettersi in gioco nella società. Ma anche di rimetterla in gioco a loro volta.
La July non ha dunque la pretesa di voler dare la soluzione a tutto con il suo You and Me. In effetti la storia finisce senza concludere effettivamente nulla, come se fossimo solo all'inizio di una strada, dove l'insegna di "Ice Land" segna il punto a metà percorso, non ancora superato. Il piccolo Robbie, che rappresenta inoltre il futuro della casa-famiglia, a fine film, scopre che quel rumore metallico che non aveva mai sentito perché "non si svegliava mai così presto" non è causato da un computer per la regolazione delle luci, bensì da un uomo alla fermata del bus. In un mondo digitalizzato e computerizzato, che spinge all'alienazione per mancanza di amore, tuttavia resta indelebile una traccia seppur lontana e confusa (limitata a un suono lieve, e metallico) della presenza umana. Tutto dipende quindi da quanto lontano una persona vuole guardare, e quando vuole conoscere: non si può comunque vivere isolati, "tutto quello che c'è in camera mia ti cadrebbe addosso, e moriresti" dice la bambina a Peter quando lui dice di voler vivere lassù, indicando il solitario lampadario al centro del soffitto vuoto.
L'uomo alla fermata non è una persona che Me and You conosciamo, ma sicuramente ha delle risposte... Che queste risposte possano confermare o distruggere ogni aspettativa che ciascuno si crea intorno alla propria vita non si può sapere. Occorre tempo.
ME AND YOU AND EVERYONE WE KNOW
(USA, 2005)
Regia
Miranda July
Sceneggiatura
Miranda July
Montaggio
Andrew Dickler, Charles Ireland
Fotografia
Chuy Chávez
Musica
Michael Andrews
Durata
90 min