Mike Newell
Mona Lisa Smile
di Eva Maria Ricciuti
Tema:
Realizzate un film basandovi su di una sceneggiatura di sicuro successo e di facile comprensione. Tenendo conto del prossimo giungere del Santo Natale, condite il tutto con sapiente dose di buoni sentimenti e copiosità di lacrime.
Svolgimento:
Mona Lisa Smile
Che dire dell'ultimo film che vede protagonista, nonché co-produttrice, una splendida Julia Roberts con tanto di limpidissimi occhi da cerbiatto? Come classificare l'ultima fatica della più gettonata "attrice dalle uova d'oro" degli ultimi tempi?
Ci sarebbe già da interrogarsi sul fatto che tale pellicola non è nota tanto per la sua qualità o per la fama del regista (uno smarrito Mike Newell, irriconoscibile fantasma di ciò che rimane del brillante autore di Quattro matrimoni e un funerale), quanto per l'eccezionale cast, interamente femminile, grondante di novelle star avviate ad una promettente (e demoralizzante) carriera votata al genere cine-lacrimevole.
Ed è un vero peccato, perché le giovani protagoniste hanno fornito delle eccellenti prove di recitazione, un esempio tra tutti è l'interpretazione dell'ottima Maggie Gyllenhaall (già ammirata nell'ardito Secretary).
La trama è lineare, al limite della banalità, condita con abbondante dose di luoghi comuni (la professoressa anticonformista, l'amica bruttina e grassoccia, la madre ambiziosa e terribile…) e con finale tanto scontato quanto desolante. Ma non è questo che infastidisce lo spettatore. Ciò che realmente mette in imbarazzo è la sgradevole sensazione di trovarsi di fronte ad un film già visto. Ricalcata, per filo e per segno, su L'attimo fuggente, la pellicola perde consistenza e si annulla in un pedissequo e comico succedersi di rimandi e di già visti, che invitano gli spettatori a cimentarsi in un esilarante passatempo.
Indovina chi viene a... scena:
Il divertente gioco per famiglie cinefile, adatto ad ogni fascia d'età, facile da imparare, divertente da fare.
Regole del gioco:
I partecipanti, dopo aver deciso i turni di gioco tirando gli appositi dadi, si disporranno di fronte allo schermo in ordine di azione dal primo all'ultimo, da sinistra a destra. Una volta partita la pellicola, dovranno appuntare sul taccuino (compreso nella confezione assieme alla matita) tutte le scene del film che riterranno essere simili a quelle de L'Attimo fuggente. Tanto maggiori saranno le somiglianze, tanto più alto il punteggio che si otterrà. Facciamo qualche pratico esempio:
1) Alla Welton Accademy (L'attimo fuggente), scuola per giovani dalle promettenti risorse, rampolli di facoltose famiglie, corrisponde il Wellesley College (Mona Lisa smile), istituto per "signorine bene", destinate a diventare le devote mogli dei giovani di cui sopra.
2) Al professor John Keating (L'attimo fuggente), entusiasta insegnante di letteratura inglese, corrisponde l'omologa versione in gonnella, con tanto di basco alla francese e diapositive riproducenti opere di Picasso (laddove trovavamo l'immancabile libro di poesie di Walt Whitman), ossia l'avvenente professoressa Katherine Watson (Mona Lisa smile), docente di storia dell'arte.
3) Laddove si susseguivano immagini delle entusiasmanti lezioni di letteratura del professor Keating corredate di esercizi di composizione poetica, qui troviamo le lezioni di storia dell'arte moderna (contemporanea direi) tenute sui gradini dell'aula o presso un magazzino nel quale (meraviglia infinita!), si trova un Pollock originale. E così via…
Insomma, a tratti ci si aspetterebbe di veder spuntare da dietro l'angolo qualcuno che pronunci, con infinita commozione, la fatidica frase "Oh capitano, mio capitano". Ma non temete, anche qui non manca il puntuale riferimento, che, in questo caso, si potrebbe sintetizzare in un "Oh VanGogh, mio VanGogh"! In definitiva Mona Lisa Smile è l'ennesimo prodotto preconfezionato, investimento di sicura riuscita, che puntualmente e tristemente viene sfornato, impacchettato e propinato nel periodo natalizio ad uno smarrito spettatore. Semplicemente desolante.
MONA LISA SMILE
(Usa, 2003)
Regia
Mike Newell
Sceneggiatura
Mark Rosenthal, Lawrence Konner
Montaggio
Mick Audsley
Fotografia
Anastas N. Michos
Musica
Rachel Portman
Durata
117 min