Marco Bellocchio
Buongiorno, notte
di Roberto Donati
Nel 1978 il rapimento del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse ebbe un effetto sconvolgente sulla vita pubblica/politica italiana: tra i suoi sequestratori, la ventitreenne Chiara è quella che inizia ad avere maggiori dubbi.
Ispirandosi al romanzo autobiografico Prigioniero di Anna Laura Braghetti (il personaggio della Sansa rispecchia quello della vera terrorista), Bellocchio racconta la vicenda Moro accantonando qualsiasi intento documentario e lasciandosi invece completamente sedurre dalle personali suggestioni musicali, familiari, oniriche: ciò che ne esce fuori è un film che travisa la Storia degli anni di piombo – fatto che potrà indignare gli spettatori più ciechi – e sancisce il potere dell'immaginazione, anche grazie al notevole espediente metanarrativo della sceneggiatura Buongiorno, notte (scritta da un acuto amico di Chiara e ritrovata dai rapitori persino nella borsa di Moro) che permetterà un bellissimo finale di pura fantasia.
Saggiamente, Bellocchio si astiene dal dare giudizi e nella sua ritrosia a narrare gli eventi reali (nonostante il materiale di repertorio utilizzato, gli interessa non ciò che è stato ma ciò che avrebbe potuto essere) riesce, però, a dare una lettura psicanalitica della vicenda, entrando nel cuore degli ipotetici protagonisti e dando peso e corpo ai silenzi e alle ombre notturne: questo accavallamento di Storia e Anti-Storia produce una sorta di cortocircuito assolutamente originale ed efficace nel mostrare il lato fragile dei rapitori (prigionieri al pari di Moro stesso), il tema della femminilità legato a quello della libertà, il rapporto fra padri (ipotetici) e figli (possibili) e il ruolo super partes dell'arte nei giochi della vita. Contiene un omaggio a Bernardo Bertolucci e al suo La luna nella scena della seduta spiritica, dove lo stesso Bellocchio fa un cammeo.
Ben diretti e molto intensi gli attori (soprattutto Sansa, un Lo Cascio cattivo inedito - nello stesso anno in cui, nella Meglio gioventù, ha interpretato il marito pacifista e antiterroristo di una brigatista - e Herlitzka, ma anche il figlio del regista). Bellissimo il trailer cinematografico molto sintetico, che riprende una delle scene più emozionanti del film. Presuntuose polemiche, a Venezia, da parte di Bellocchio e della RaiCinema per il mancato Leone d'oro (assegnato al russo Il ritorno).
BUONGIORNO, NOTTE
(Italia, 2003)
Regia
Marco Bellocchio
Sceneggiatura
Marco Bellocchio
Montaggio
Francesca Calvelli
Fotografia
Pasquale Mari
Durata
105 min